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Atto a cui si riferisce:
C.5/03316 (5-03316)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 19 dicembre 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-03316

  Monitoriamo continuamente da tempo la problematica dell’Halymorpha halys, un insetto originario dell'Asia orientale che è stato rinvenuto per la prima volta in Europa a partire dal 2004, che ha arrecato gravi danni su vari fruttiferi e colture erbacee e che ha dimostrato un'elevata capacità di diffusione nel Mediterraneo e nell'areale europeo.
  Nell'ambito delle misure di contrasto al parassita – che includono interventi di lotta dedicati e basati su strategie di intervento integrate – risulta fondamentale in primo luogo l'attività di monitoraggio mirata nelle singole aziende agricole e sulle diverse colture, così come è importante ricordare che il successo nel contrasto al parassita non è assicurato dall'esclusivo utilizzo di trattamenti chimici, vista l'elevata mobilità della specie che può riposizionarsi su differenti colture.
  In seno al Comitato Fitosanitario nazionale sono state identificate le azioni prioritarie volte a contrastare i danni del parassita, che si sostanziano in attività dedicate di divulgazione e monitoraggio a cura dei Servizi Fitosanitari delle regioni interessate dal problema, in collaborazione con le strutture tecniche territoriali, per supportare gli agricoltori nella lotta all'insetto.
  In particolare il Centro di Ricerca Difesa e Certificazione (CREA-DC) è stato identificato come istituto di supporto per l'approfondimento degli aspetti scientifici e, nel contempo, sono state avviate sperimentazioni con prove «in campo» e in laboratorio, per individuare le sostanze più idonee al contrasto e le tecniche di lotta più efficaci.
  In merito all'ipotesi di agire contro la cimice nella stagione invernale, si sottolinea l'impossibilità di intervenire nei siti di svernamento prediletti dell'insetto, che riguardano, oltre alle aree agricole, soprattutto gli abitati urbani, per via della tossicità dei prodotti insetticidi necessari.
  Diversi studi sono in corso per individuare tecniche di cattura massaie o per intervenire nella fase di maggiore aggregazione dell'insetto, che necessitano tuttavia di ulteriori studi.
  I risultati delle sperimentazioni avviate verranno periodicamente valutati in sede di Comitato fitosanitario nazionale al fine di monitorare costantemente l'evoluzione della problematica e attivare appropriate misure fitosanitarie.
  Con riferimento specifico al controllo biologico per la difesa della frutticoltura nazionale sono stati avviati studi dedicati per porre in essere interventi con antagonisti naturali del parassita.
  In particolare, le ricerche svolte nell'ambito del Progetto nazionale denominato «ASPROPI», hanno permesso di individuare in ambienti dell'Italia centrale un Imenottero parassita delle uova della Cimice, Ooencyrtus telenomicida, allevabile in biofabbriche su ospiti alternativi. Una popolazione del parassitoide è stata trasferita nei laboratori CREA e mantenuta in ambiente controllato, dove si è mostrata in grado di parassitizzare efficacemente le uova della Cimice.
  Per la verifica «in campo» delle potenzialità dell'antagonista naturale – impiegabile in un contesto integrato per la difesa della frutticoltura nazionale – sono state effettuate prove dirette in frutteti condotti con differenti metodologie ma l'antagonista ha mostrato nei frutteti produttivi limiti di efficacia e di permanenza negli ambienti.
  Per tale motivo, tenuto allora conto dell'importanza di procedere tempestivamente alla verifica delle potenzialità e dei rischi connessi invece all'introduzione di antagonisti naturali «esotici», cioè provenienti dall'area di origine della Cimice asiatica questo Ministero – previa acquisizione delle necessarie certificazioni di legge – ha autorizzato il CREA ad introdurre, in condizioni di quarantena e per soli motivi di studio, la specie ritenuta a livello mondiale più efficace: il Trissolcus Japonicus (cosiddetta Vespa Samurai), a carico della quale sono in fase avanzata i necessari studi, in particolare quelli sull'impatto ambientale nei nostri agroecosistemi.
  Tuttavia, per l'utilizzo di antagonisti naturali provenienti dal territorio d'origine del parassita in prove estensive in campo, tese a valutarne l'efficacia e le migliori modalità d'impiego, bisogna tenere in conto le problematiche legate all'introduzione in natura specie o popolazioni non autoctone.
  A tal riguardo, il 5 settembre 2019 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Presidente della Repubblica 5 luglio 2019, n. 102 che modifica la formulazione dell'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 che, precedentemente, sanciva un divieto tassativo per l'immissione di specie esotiche, senza percorsi in deroga.
  Esso prevede dunque che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – sentiti il MIPAAF, il Ministero della salute e la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e previo parere del Consiglio del Sistema nazionale di cui alla legge 28 giugno 2016, n. 132 – possa adottare con proprio decreto i criteri per l'immissione di specie e di popolazioni non autoctone di cui al comma 3, nel rispetto delle finalità del presente regolamento e della salute e del benessere delle specie, criteri che sono attualmente in fase di stesura.
  Ritengo inoltre importante ricordare che il Ministro ha avuto modo di evidenziare pochi giorni fa, come la mancata autorizzazione da parte dell'Unione Europea all'utilizzo del chlorpyrifos-methyl – un significativo strumento di contrasto alla cimice asiatica – sia un errore che grava sui nostri produttori e l'intera filiera in quanto sarebbe importante disporre già di efficaci mezzi di difesa fitosanitaria per il controllo dell'emergenza almeno fino a quando non saranno disponibili misure alternative.
  La cimice asiatica è un'emergenza europea, connessa com’è alla crisi climatica e per questo siamo già impegnati con i nostri uffici, per negoziare urgentemente una deroga con Bruxelles, deroga nazionale sulla quale ci stiamo già adoperando con il Ministro della salute.