• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/04307 (4-04307)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04307presentato daPITTALIS Pietrotesto diMercoledì 11 dicembre 2019, seduta n. 276

   PITTALIS. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   nel maggio del 2009 la regione autonoma della Sardegna si è opposta in sede di Conferenza delle regioni alle disposizioni contenute nella legge n. 99 del 2009 relative alla localizzazione nel territorio regionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché dei sistemi per il deposito definitivo di materiali e rifiuti radioattivi, ritenendo inaccettabile che in materia di nucleare il Governo assumesse le decisioni semplicemente sentendo le regioni;

   la regione Autonoma della Sardegna ha ribadito tale posizione il 27 gennaio 2010, quando la Conferenza delle regioni ha espresso parere negativo, a maggioranza, sullo schema di decreto legislativo recante: «Localizzazione ed esercizio di impianti di produzione elettrica e nucleare, di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio, nonché misure compensative e campagne informative»;

   la sentenza della Corte costituzionale n. 33 del 2011 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31 «nella parte in cui non prevede che la Regione interessata, anteriormente all'intesa con la Conferenza unificata, esprima il proprio parere in ordine al rilascio dell'autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio degli impianti nucleari»;

   il 28 maggio 2014 il consiglio regionale della Sardegna ha approvato l'ordine del giorno n. 6 che impegna il presidente della regione a respingere ogni possibilità che la Sardegna venga inserita tra le aree idonee ad ospitare il sito sul quale sorgerà il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, nel rispetto dell'esito referendario del 15 e 16 maggio 2011;

   la scelta della Sardegna come deposito delle scorie nucleari costituirebbe un nuovo episodio di mancato rispetto da parte dello Stato italiano delle prerogative autonomistiche della regione autonoma della Sardegna, in considerazione, tra l'altro, del fatto che le scelte programmatorie dell'isola si fondano su progetti di sviluppo sostenibile, la valorizzazione e la tutela del paesaggio, dell'ambiente e del patrimonio archeologico e culturale;

   con il referendum svoltosi nell'anno 2011 i sardi hanno democraticamente espresso la netta opposizione, con oltre il 97 per cento dei voti, sia alle centrali nucleari che ai depositi di scorie e, pertanto, qualsiasi decisione calata dall'alto costituirebbe una profanazione della nostra terra, un atto di violenza verso l'autonomia e l'autodeterminazione del popolo sardo;

   ad oggi non appare ancora chiaro quale sia lo stato della procedura avviata in sede nazionale, attraverso la Sogin, con il supporto dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), per la localizzazione degli impianti e dei sistemi per il deposito di materiali e rifiuti radioattivi –:

   se il Governo intenda confermare che il territorio della Sardegna non sarà indicato tra le aree idonee ad ospitare il sito nel quale verrà realizzato il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.
(4-04307)