• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/02594 CAMPAGNA, LOREFICE, CROATTI, SANTANGELO, DONNO, CORRADO, D'ANGELO, LANNUTTI, PRESUTTO, AUDDINO, GIANNUZZI, NOCERINO, ROMANO, TRENTACOSTE - Al Ministro della salute. - Premesso che: in...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02594 presentata da ANTONELLA CAMPAGNA
lunedì 9 dicembre 2019, seduta n.171

CAMPAGNA, LOREFICE, CROATTI, SANTANGELO, DONNO, CORRADO, D'ANGELO, LANNUTTI, PRESUTTO, AUDDINO, GIANNUZZI, NOCERINO, ROMANO, TRENTACOSTE - Al Ministro della salute. - Premesso che:

in data 25 novembre 2019, un uomo di 37 anni di Gela, Francesco Giovanni Giudice, è deceduto al pronto soccorso dell'ospedale "Vittorio Emanuele" di Gela dopo un'odissea durata quasi 24 ore tra i nosocomi di Gela e di San Cataldo (Caltanissetta);

Francesco si era presentato la sera precedente al presidio ospedaliero gelese per un forte dolore addominale con sospetta emorragia, per essere subito trasferito nell'unità operativa di gastroenterologia del "Maddalena Raimondi" di San Cataldo, particolarmente attrezzato per interventi chirurgici all'addome;

i sanitari lo hanno operato e stabilizzato ma non avrebbero trovato alcun posto letto libero per il suo ricovero. Quindi poche ore dopo l'intervento, Francesco è stato trasferito di nuovo a Gela dove, stando alla relazione del direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale (Asp) di Caltanissetta, è arrivato alle ore 4,45, per essere ricoverato in uno dei letti dell'astanteria del pronto soccorso, in attesa, anche qui, del posto letto in corsia;

l'attesa si è protratta fino alle ore 12,30, ora in cui il paziente è andato improvvisamente in arresto cardiaco, e dopo circa 25 minuti, grazie alle manovre dei sanitari ha ripreso l'attività cardiaca. Ma il paziente, si legge ancora nella relazione del direttore generale, già intubato e collegato al ventilatore è andato incontro, "prima del trasferimento in terapia intensiva", a nuovo arresto cardiaco e nonostante le manovre rianimatorie è deceduto alle ore 14;

così è finita la giovane vita di Francesco Giudice, in astanteria, quel "parcheggio" di barelle senza dignità e senza privacy, sotto gli occhi pietrificati delle decine di persone collocate in attesa tutte insieme, codici gialli, rossi, bianchi e verdi;

considerato che:

la sanità della provincia di Caltanissetta è letteralmente al collasso e presenta problemi patologici che, nonostante l'arrivo del nuovo direttore generale, sono rimasti irrisolti;

in particolare, il presidio ospedaliero Vittorio Emanuele di Gela: 1) ha subito negli anni un declassamento ingiustificato che ha visto la chiusura di alcuni reparti e la mancata apertura di altri, pure previsti dalla nuova rete ospedaliera. Il tutto ovviamente con pesanti ricadute sull'utenza, che vive e subisce problematiche afferenti ad una zona ad alto rischio ambientale; 2) presenta una gravissima carenza di posti letto in rianimazione, per i malati gravi che necessitano di terapia intensiva post operatoria, quindi costretti per forza maggiore e con grande difficoltà ad essere gestiti ed assistiti dagli infermieri del gruppo operatorio, spesso in astanteria, come accaduto al povero Francesco, in attesa che si liberi un posto letto in corsia; 3) soffre di una carenza cronica di anestesisti e rianimatori, ma anche di personale infermieristico delle sale operatorie, del pronto soccorso e di altri reparti, con inevitabili conseguenze di crisi delle attività chirurgiche, basti pensare che un complesso operatorio che consta di ben quattro sale operatorie funziona solamente con un punto chirurgico al giorno; 4) presenta una situazione drammatica anche nei reparti di emergenza urgenza, quali per l'appunto il pronto soccorso, dove spazi e mole di lavoro risultano nettamente aumentati mentre il personale è rimasto pressoché invariato; 5) patisce da tempo, inoltre, una grave e perdurante carenza di personale medico-dirigenziale nella struttura complessa di oncologia. A dispetto della previsione in pianta organica, si continua a lavorare in una condizione quantomeno precaria che si traduce, di fatto, in un'organizzazione assolutamente inadeguata rispetto alle esigenze dell'elevatissimo numero di malati oncologici di questo territorio. Ciononostante i dirigenti medici attualmente in servizio presso l'unità operativa complessa del presidio ospedaliero di Gela non si sono mai risparmiati rispondendo, al meglio delle loro possibilità, alle istanze dell'utenza dovendo però, loro malgrado, sospendere l'ambulatorio settimanale del presidio ospedaliero di Niscemi; 6) si presenta con una struttura vecchia e fatiscente, dove le condizioni igienico sanitarie sono al limite della normale decenza, con il serio rischio di infezioni all'interno del complesso ospedaliero;

la situazione non è tollerabile, e da un lato mortifica la professionalità di ogni dipendente dell'Azienda sanitaria provinciale che quotidianamente lavora negli ospedali e nel territorio con turni massacranti, e dall'altro compromette gravemente e irrimediabilmente il diritto alla salute dei cittadini siciliani, così come garantito dall'art. 32 della Costituzione,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione e se intenda intraprendere iniziative a tutela dei pazienti per assicurare i livelli essenziali di assistenza all'ospedale di Gela e più in generale di tutti i presidi ospedalieri dell'Azienda sanitaria provinciale di Caltanissetta garantendo il diritto alla salute dei cittadini siciliani attraverso strutture sanitarie adeguate agli standard di un Paese civile e idonee a prestare assistenza.

(4-02594)