• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/04277 (4-04277)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04277presentato daCENNI Susannatesto diVenerdì 6 dicembre 2019, seduta n. 273

   CENNI. — Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   una etichetta che certifichi il metodo d'allevamento, cioè il sistema in cui l'animale è stato allevato (ad esempio, in gabbia o all'aperto), è uno strumento significativo e di facile e chiara comprensione per dare indicazioni all'opinione pubblica sul livello complessivo di benessere dell'animale;

   è stato documentato che gli animali cresciuti in condizioni inospitali, producano alimenti qualitativamente peggiori, rispetto ai loro simili allevati in condizioni migliori;

   si apprende dalla stampa che il 21 ottobre 2019 si è tenuta una riunione presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali con le sole associazioni di categoria, per illustrare il nuovo sistema di certificazione dei suini da ingrasso;

   tale sistema di certificazione, denominato «ClassyFarm», è stato predisposto dal Ministero della salute, direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari e dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale;

   «ClassyFarm», secondo i Ministeri promotori, è una iniziativa su base volontaria, volta alla sostenibilità del settore zootecnico. Si tratta di uno strumento messo a disposizione di medici veterinari ed allevatori in grado di analizzare, affrontare e migliorare le condizioni dell'allevamento attraverso l'applicazione di un approccio integrato;

   alla riunione del 21 ottobre 2019 non sarebbero state invitate le associazioni riconosciute di protezione animale ed ambientale;

   le associazioni di protezione animale ed ambientale hanno espresso «forte preoccupazione per il progetto di certificazione volontaria nazionale dei prodotti di origine animale, che per i suini da ingrasso prevedrebbe un solo livello con criteri di pochissimo superiori ai limiti di legge». Tali associazioni hanno inoltre richiesto un'etichetta che indichi chiaramente il metodo di allevamento per tutelare, oltre al benessere degli animali e l'ambiente, anche gli allevatori virtuosi, nonché il diritto di scegliere dei consumatori;

   in particolare, nel progetto «ClassyFarm» e nella documentazione allegata verrebbero evidenziate diverse criticità, ad esempio:

    le densità degli allevamenti (area e superficie) indicate nel progetto sono di poco superiori ai livelli di legge e conseguentemente troppo modeste per caratterizzare una certificazione di benessere animale;

    la certificazione riguarderebbe solo la fase di ingrasso e non comprenderebbe la riproduzione. La certificazione «benessere animale» sarebbe quindi attribuita a prodotti suinicoli provenienti da scrofe allevate in gabbia;

    nessun livello superiore sembrerebbe essere previsto: questo significa che tutti gli allevatori virtuosi che già applicano criteri decisamente più sostenibili, anche i più piccoli, che dovrebbero essere maggiormente tutelati da chi dichiara di avere a cuore il made in Italy, sarebbero danneggiati dall'impossibilità di distinguersi sul mercato;

    il taglio della coda di routine, vietato dalla direttiva europea sui suini, non viene apertamente menzionato nella tabella, neanche come criterio di accesso, pur essendo largamente diffuso in Italia (98 per cento a dicembre 2017 secondo audit UE);

    la sezione relativa ai materiali manipolabili, non solo appare insufficiente per definire un livello di benessere superiore, ma non descriverebbe correttamente neanche le caratteristiche per il rispetto della legge. Ad esempio, il materiale manipolabile, così come descritto in tabella, non sembrerebbe rispettare la «direttiva suini» 2008/120/CE e le indicazioni contenute nelle relative raccomandazioni 2016/336 della Commissione dell'8 marzo 2016;

   appare quindi evidente che il progetto «ClassyFarm», qualora venisse introdotto ufficialmente con gli attuali parametri, potrebbe creare effetti controproducenti per gli animali, per le aziende che stanno attualmente modificando i loro allevamenti in funzione di un maggiore benessere dei capi di bestiame e per i consumatori (ed il made in Italy in generale) che dovrebbero confrontarsi con una certificazione che, a giudizio dell'interrogante, potrebbe risultare «ingannevole» –:

   quale sia la struttura generale del progetto ClassyFarm citato in premessa e quali siano i relativi contenuti nel dettaglio;

   se e quali siano i criteri di sostenibilità ambientale sottesi al progetto, se tali contenuti siano pienamente in linea con le direttive comunitarie di protezione dei suini e se garantiscano i consumatori e tutelino complessivamente il made in Italy;

   per quali motivi nella riunione ministeriale del 21 ottobre 2019 non siano state invitate anche le associazioni riconosciute di protezione animale e ambientale.
(4-04277)