• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/02569 BRESSA, CIRINNA', LANIECE - Ai Ministri per le pari opportunità e la famiglia e dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Premesso che: la cronaca nazionale segnala un nuovo...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02569 presentata da GIANCLAUDIO BRESSA
martedì 3 dicembre 2019, seduta n.170

BRESSA, CIRINNA', LANIECE - Ai Ministri per le pari opportunità e la famiglia e dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Premesso che:

la cronaca nazionale segnala un nuovo atto di bullismo omofobo, avvenuto presso l'istituto "Don Milani" di Rovereto (Trento), i cui protagonisti questa volta sono due giovanissimi: la vittima, stando a quanto riportato dalla stampa, avrebbe 15 anni, il responsabile della violenza sarebbe un ragazzo poco più grande di lui;

secondo la ricostruzione dei fatti, dopo aver vessato e offeso insistentemente per giorni un coetaneo dichiaratamente gay con insulti omofobi, il "bullo" sarebbe definitivamente passato alla violenza, colpendo non solo il ragazzo, ma addirittura il padre, intervenuto in difesa del figlio: entrambi hanno riportato fratture al setto nasale;

dopo quasi due mesi dall'ultimo episodio di omofobia verificatosi in Trentino, quando nella località di Mezzolombardo (Trento) una coppia gay era stata dapprima inseguita da un furgone per le vie del centro abitato e poi vittima di insulti e frasi omofobe e minacciose, i casi di aggressione verbale, fisica e psicologica, anche tra i più giovani, si ripetono;

la cronaca racconta quotidianamente di minori coinvolti in atti di bullismo in tutto il Paese: lo scherno, le offese verbali, le aggressioni violente, i ricatti, le minacce sono ormai atti all'ordine del giorno, soprattutto sui social network e nell'ambiente scolastico, all'interno del quale persistono la disinformazione e la reticenza, da un lato, perché i minori sono spesso restii a parlarne e, dall'altro, perché gli episodi di bullismo sono ancora troppo spesso sottovaluti o, addirittura, minimizzati;

al fine di sensibilizzare i giovanissimi al rispetto delle relazioni umane e di genere, la precedente amministrazione provinciale di Trento aveva stanziato apposite risorse destinate a 83 percorsi educativi (per un totale di 858 ore di attività), i cui punti cardine erano, appunto, il bullismo, la parità dei sessi e la violenza di genere;

tali corsi, già programmati e bloccati dall'attuale amministrazione provinciale di Trento già a dicembre 2018, sarebbero dovuti iniziare a gennaio 2019, ma l'assessore per le pari opportunità ha provveduto a sospenderli, si è detto "al fine di analizzarli", in quanto si temeva che avrebbero confuso i bambini sul proprio sesso, sebbene si trattasse di corsi che riguardavano soprattutto la violenza contro le donne;

la prorettrice alle politiche di equità e diversità dell'università di Trento, nonché coordinatrice scientifica del progetto, Barbara Poggio, ha tentato più volte di spiegare che il programma del corso proviene da anni di ricerche e studi sulla disparità di genere nell'ambito dell'accesso al lavoro e all'istruzione e sulle violenze che si consumano all'interno delle mura domestiche e che il percorso mira a promuovere la donna in qualità di persona autonoma, uscendo dal vecchio stereotipo di donna succube dell'uomo e "rinchiusa" in casa a cucinare e a crescere i figli,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei motivi che hanno portato alla sospensione dei corsi da parte dell'attuale amministrazione provinciale di Trento e se, alla luce dei gravi episodi di bullismo e violenza, soprattutto di genere, che continuano a interessare il nostro Paese, non ne ritengano altresì opportuno e urgente il ripristino.

(4-02569)