• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.5/03184 (5-03184)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03184presentato daMAGI Riccardotesto diVenerdì 22 novembre 2019, seduta n. 264

   MAGI e PINI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   dopo le campagne per contrastare l'Hiv degli anni ‘80-’90, l'attenzione sulle infezioni sessualmente trasmissibili (Ist) è diventata meno incisiva contribuendo a un aumento dell'incidenza e ridiventando un problema di salute pubblica;

   secondo l'Istituto superiore di sanità, nel 2016 in Italia i casi di sifilide sono aumentati del 70 per cento rispetto al 2015; le infezioni da clamidia sono raddoppiate rispetto al 2010. Emerge, inoltre, un aumento significativo delle infezioni da Hiv a trasmissione sessuale: 3443 nuove diagnosi nel 2017 rappresentano un allarme sociale e si traducono in forte impatto economico sul servizio sanitario nazionale (672.1 milioni di euro di spesa per farmaci antiretrovirali anti-Hiv);

   l'Osservatorio educazione sessuale 2019 promosso da Skuola.net e Durex ha evidenziato che i giovani tra i 15-24 anni sono più esposti alle Ist, a causa della scarsa informazione, dell'insufficiente conoscenza e di un approccio alla sessualità molto precoce e meno consapevole e guidato;

   il preservativo rappresenta l'unico strumento efficace per prevenire le Ist e il suo utilizzo, come suggerito dalla recente campagna di comunicazione del Ministero della salute per contrastare l'Hiv, va fortemente incentivato;

   il contributo informativo sulle Ist che il mondo produttivo può offrire è limitato dai vincoli normativi sulla pubblicità sanitaria. I profilattici sono classificati come dispositivi medici (Dm) e l'Italia, diversamente dagli altri Paesi europei, nel recepire la normativa comunitaria, ha subordinato la pubblicità dei Dm a un regime autorizzativo stringente, caratterizzato da procedure complesse, linee guida ministeriali poco chiare e prassi amministrative poco prevedibili;

   questa disciplina per la pubblicità che equipara i Dm ai farmaci risponde alla necessità di evitarne l'uso improprio o il sovrautilizzo;

   nonostante la corretta classificazione regolatoria, ai fini pubblicitari il profilattico non dovrebbe essere equiparato agli altri Dm né tantomeno ai farmaci, da cui differisce per natura, modalità d'uso, valore in termini di prevenzione sanitaria e soprattutto perché il relativo utilizzo non può nuocere alla salute;

   il decreto legislativo n. 37 del 2010 (articolo 21, comma 2-ter) prevede che con decreto del Ministro della salute vengano individuate alcune categorie di Dm esenti dall'obbligo di autorizzazione pubblicitaria. Questa norma, oggi inattuata, consentirebbe di valorizzare le potenzialità educative dei messaggi pubblicitari sui preservativi al fine di promuovere e diffondere una cultura orientata a una sessualità consapevole e priva di rischi per la salute –:

   se il Ministro non ritenga di adottare le iniziative di competenza per dare attuazione alla normativa di cui in premessa ed escludere i preservativi dalla procedura di autorizzazione prevista ai fini pubblicitari.
(5-03184)