• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/02504 LANNUTTI, CORRADO, BOTTO, DONNO - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che: con il decreto-legge n. 50 del 2017, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 96 del...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02504 presentata da ELIO LANNUTTI
martedì 19 novembre 2019, seduta n.166

LANNUTTI, CORRADO, BOTTO, DONNO - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

con il decreto-legge n. 50 del 2017, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 96 del 2017, il Governo pro tempore Gentiloni aveva introdotto gli "Isa" o Indici sintetici di affidabilità fiscale con lo scopo di «favorire l'assolvimento degli obblighi tributari e incentivare l'emersione spontanea di redditi imponibili»;

gli Isa si basano su un algoritmo realizzato dalla Soluzioni per il sistema economico (Sose), una società partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze e dalla Banca d'Italia, che ha effettuato gli indici per 175 attività diverse;

in base al proprio valore Isa, ciascun contribuente avrà la patente di «affidabilità fiscale», che favorirà oppure no accertamenti da parte dell'Agenzia delle entrate;

la seguente patente prevede un voto da 1 a 10. Nel caso il contribuente riceva un 8 o più di 8 non subirà accertamenti fiscali e avrà benefici premiali, come la possibilità di compensare i crediti di imposta fino a 20.000 euro di Irpef e Ires, e il rimborso Iva fino a 50.000 euro senza visto di conformità. Nel caso in cui riceva un voto inferiore al 6, invece, rientrerà nella lista dei controlli presuntivi e non potrà accedere a nessun beneficio premiale;

l'algoritmo analizza i redditi degli ultimi 8 anni e gli studi di settore degli ultimi 10, e che i coefficienti predeterminati dall'Agenzia delle entrate siano immodificabili, come pure alcuni dati, anche se sono sbagliati;

considerato che:

"Lo Statuto dei diritti del contribuente, approvato dalla legge n. 212 del 27 luglio 2000, dà attuazione ai principi di democraticità e trasparenza del sistema impositivo, contribuendo a migliorare il rapporto tra Fisco e cittadini. Ai contribuenti lo Statuto attribuisce strumenti di tutela e di garanzia nei confronti dell'amministrazione finanziaria, sia in materia di conoscibilità del sistema normativo tributario, sia nell'ambito delle attività di accertamento e riscossione esercitate dagli uffici fiscali. L'amministrazione finanziaria deve informare il contribuente assumendo idonee iniziative volte a consentire la completa e agevole conoscenza delle disposizioni legislative e amministrative vigenti in materia tributaria (art. 5). La conoscenza degli atti e della semplificazione normativa è contemplata dal successivo art. 6, ai sensi del quale sono poste a carico dell'amministrazione finanziaria diversi obblighi quali la chiarezza degli atti redatti nei confronti del contribuente. A quest'ultimo non possono, in ogni caso, essere richiesti documenti ed informazioni già in possesso dell'amministrazione finanziaria o di altre amministrazioni pubbliche indicate dal contribuente. Tali documenti ed informazioni sono acquisiti ai sensi dell'art. 18, commi 2 e 3, della legge 7 agosto 1990, n. 241, relativi ai casi di accertamento d'ufficio di fatti, stati e qualità del soggetto interessato dalla azione amministrativa";

in base a un'inchiesta condotta da Milena Gabanelli per "Dataroom", pubblicata sul "Corriere della Sera" e mostrata in video su "La7" l'11 novembre 2019, è emerso che è sufficiente modificare, anche casualmente, il livello del proprio reddito per passare dall'essere «congruo e coerente» nella dichiarazione dei redditi del 2018 a «insufficiente» in quella del 2019, o viceversa;

il sistema presenta problemi anche perché non è possibile indicare i fattori che incidono sul reddito. Ad esempio, se il contribuente ha lavori in corso davanti al negozio per sette mesi, inevitabilmente incasserà meno;

la stessa inchiesta ha mostrato come fra il 40 e il 50 per cento dei contribuenti sia passato dall'essere «congruo e coerente» nella dichiarazione dei redditi del 2018 a «insufficiente» in quella del 2019, o viceversa;

molti contribuenti virtuosi, per un errore di inserimento dati o un errore dell'applicazione, devono rinunciare ai benefici fiscali, mentre molti altri, mai stati congrui o imprese commerciali sempre in perdita (ma che magari fanno il nero), si ritrovano un 9;

per rimediare al voto negativo, nella dichiarazione dei redditi è prevista una voce che invita a pagare di più e fornisce le cifre su cui fare il calcolo, a seconda del punteggio che si vuole raggiungere, rischiando, così, di vessare il contribuente onesto e al tempo stesso di non vedere l'incoerenza di quei contribuenti che decidono di pagare qualcosa in più per prendersi i benefici premiali, non concedendoli a chi li meriterebbe;

inoltre, a quanto risulta agli interroganti:

la Sose, interpellata da "Dataroom" sui criteri adottati per il calcolo dell'Isa, ha dichiarato «di aver lavorato al progetto per conto dell'Agenzia delle entrate e del Mef, e che quindi sono loro i soggetti preposti a rispondere»;

sia il Tar del Lazio che il Consiglio di Stato sono entrambi concordi nel sostenere che un algoritmo può far parte del processo amministrativo a patto, però, che sia soggetto all'intervento umano,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di questa vicenda a parere degli interroganti surreale, che sembra violare lo statuto dei diritti del contribuente;

se abbia già previsto una revisione dell'algoritmo e un diverso approccio (più legato al fattore umano) al tema degli accertamenti fiscali e in caso contrario se non debba provvedervi;

se abbia deciso di congelare l'operatività di Isa in attesa che la questione trovi una soluzione accettabile e non più vessatoria dei diritti dei contribuenti;

se abbia già individuato i responsabili di tale disastro, sostituendoli opportunamente.

(4-02504)