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Atto a cui si riferisce:
C.5/02958 (5-02958)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 7 novembre 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-02958

  Com’è noto, Whirlpool Corporation è un gruppo mondiale nel campo degli elettrodomestici, ha sede negli Stati Uniti e la proprietà è formata da un azionariato diffuso.
  Lo stesso è suddiviso in macroregioni mondiali e quella che a noi qui interessa, si chiama Whirlpool Emea (Europa, Medio-Oriente e Africa) con 15 stabilimenti in 8 paesi diversi. In Italia Emea nel 2017 ha prodotto oltre 6 milioni di pezzi e impiega circa 6.000 persone in 6 stabilimenti.
  Sinteticamente ripercorro le vicende di questa vertenza, evidenziando che nel 2015, anno dell'acquisizione Indesit, Whirlpool Emea presentò un piano che prevedeva la dismissione degli impianti ex Indesit di Carinaro e di Teverola in provincia di Caserta e del centro logistico di None in Piemonte.
  Con la mediazione del Ministero dello sviluppo economico, si arrivò alla firma di un accordo che prevedeva l'assunzione dei lavoratori di None da parte di un imprenditore della logistica presente in zona, la riconversione e vendita a terzi del sito di Teverola e la riconversione per Carinaro da sito produttivo a centro per la logistica dei pezzi di ricambio per tutto il gruppo.
  In quell'occasione Whirlpool presentò un piano di rilancio per tutti gli stabilimenti del gruppo, impegnandosi a trasferire volumi dall'estero in Italia, una nuova politica di marketing e la promessa di nuovi prodotti da lanciare sul mercato. Il MiSE e le Regioni interessate s'impegnavano, da parte loro, ad erogare ammortizzatori sociali e sovvenzioni e Whirlpool Emea metteva in predicato anche la possibilità d'investimenti. Il Piano non decolla e si arriva così alla fine del 2018.
  Sempre al MiSE, dopo svariate trattative, viene concluso un nuovo accordo con il quale, tra l'altro, era previsto che il Gruppo avrebbe investito 250 milioni a Napoli e avrebbe spostato nella fabbrica partenopea alcune produzioni di altri stabilimenti, per potenziare, rilanciandolo, il sito campano.
  Dopo circa 7 mesi dalla firma al MiSE, Whirlpool annuncia, invece, la dismissione e la vendita dello stabilimento di Napoli a terzi a causa di una contrazione del mercato e di varie congiunture aziendali e internazionali.
  Il MiSE prende atto di quanto comunicato, in sfregio agli accordi presi, e minaccia la revoca di tutti i finanziamenti dati.
  Il 9 ottobre scorso il Presidente del Consiglio e il Ministro dello sviluppo economico incontrano i sindacati al tavolo.
  Nel corso dell'incontro, si è preso atto della lettera inviata dalla dirigenza Whirlpool alla Presidenza del Consiglio, con la quale l'azienda ha comunicato di voler sospendere la cessione dei rami d'azienda di Napoli fino al 31 ottobre.
  Il Governo ha ritenuto non soddisfacenti e non risolutivi i contenuti della lettera.
  Il Presidente del Consiglio e il ministro Patuanelli, in conseguenza, decidono di avviare un'interlocuzione con i vertici di Whirlpool per capire se ci siano ulteriori elementi di novità, con particolare riguardo al superamento definitivo del precedente piano di reindustrializzazione.
  Pochi giorni fa, come noto, il ministro dello Sviluppo economico, ha dato la notizia che l'azienda ritirerà la procedura di cessione del sito, non procederà con il licenziamento collettivo dei dipendenti di Napoli (circa 420) e continuerà la produzione delle lavatrici, per ritornare al tavolo allo scopo di trovare una soluzione industriale definitiva, anche con l'impegno del Governo.
  L'intento del MiSE è ora quello di creare tutte le condizioni perché venga mantenuto sul territorio il presidio industriale e vengano salvaguardati i livelli occupazionali.