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Atto a cui si riferisce:
C.5/03063 (5-03063)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 6 novembre 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione XIV (Unione europea)
5-03063

  La direttiva (UE) 2019/904, pubblicata nella GUUE del 12 giugno scorso, ha l'obiettivo di prevenire e ridurre l'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente e sulla salute umana.
  Inoltre, la direttiva (UE) 2019/904 intende promuovere la transizione verso un'economia circolare basata su modelli imprenditoriali innovativi e sostenibili che favoriscano il corretto funzionamento del mercato interno.
  Essa dovrà essere attuata gradualmente a decorrere dal 3 luglio 2021.
  Per il suo recepimento nell'ordinamento interno, il Governo ha conferito una delega nel disegno di legge di delegazione europea 2019.
  Nell'esercizio della stessa, il Governo terrà in adeguata considerazione gli interessi di tutti i soggetti coinvolti dal recepimento della direttiva (UE) 2019/904 e, dunque di tutte le imprese che nel settore della plastica lavorano e che dovranno essere messe in grado di adeguare i propri processi produttivi alla nuova normativa europea. In tale contesto, si farà in modo che nell'ambito del Green New Deal possano essere previste forme di incentivi e sostegno per accompagnare la necessaria transizione industriale della filiera.
  I vantaggi da considerare nella trasformazione verso un'economia sostenibile sono preponderanti; una trasformazione verso un'economia a impatto zero offre una reale opportunità per modernizzare il Paese e, al tempo stesso, ci consente di divenire leader globali in un'economia verde.
  Vi sono poi in numerosi vantaggi per la salute. I principi dell'economia circolare offrono un percorso privilegiato per una crescita sostenibile, per un'accettabile situazione sanitaria e per lavori che siano soddisfacenti. Si migliora l'ambiente e riduce il consumo delle risorse con conseguenti benèfici effetti sulla mitigazione dei cambiamenti climatici e sulla qualità dell'aria.
  Non tenere in considerazione adeguatamente gli impatti relativi alla quantità di rifiuti e all'utilizzo dei materiali dannosi ha ripercussioni sulla salute, sia per i lavoratori della filiera del riuso, sia per i consumatori.
  Occorre comprendere l'impatto sulla salute del passaggio verso un'economia circolare, in particolare in relazione all'utilizzo di sostanze chimiche pericolose, riuso delle acque, produzione di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Da questo punto di vista il Governo sta mettendo in atto grandi sforzi, a partire dalla legge di delegazione europea 2018, approvata dal Parlamento lo scorso 1o ottobre e recentemente entrata in vigore (legge 4 ottobre 2019, n. 117) nella quale è contenuta la delega per l'attuazione delle quattro direttive del cosiddetto «pacchetto economia circolare» che modificano 6 precedenti direttive su rifiuti (2008/98/CE), imballaggi (1994/62/CE), discariche (1999/31/CE), rifiuti elettrici ed elettronici (2012/19/UE), veicoli fuori uso (2000/53/CE) e pile (2006/66/CE).
  Tra gli obiettivi delle nuove direttive vi è il riciclo entro il 2025 per almeno il 55 per cento dei rifiuti urbani e parallelamente si vincola lo smaltimento in discarica (fino ad un massimo del 10 per cento entro il 2035). Il 65 per cento degli imballaggi dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70 per cento entro il 2030. I rifiuti tessili e i rifiuti pericolosi delle famiglie (come vernici, pesticidi, oli e solventi) dovranno essere raccolti separatamente dal 2025 e, sempre a partire dal 2025, i rifiuti biodegradabili dovranno essere obbligatoriamente raccolti separatamente o riciclati a casa attraverso il compostaggio.
  La strategia a lungo termine che si pone alla base dell'azione del Governo è, dunque, quella di coinvolgere le aziende nel realizzare prodotti con materiali nuovi, interamente riutilizzabili e che quindi non generino scarti, mentre quella a breve e medio termine è gestire gli scarti prodotti in modo più responsabile, attraverso il riutilizzo ed il riciclo.