• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/00043 SACCONE - Al Ministro della giustizia - Premesso che: nelle scorse settimane un servizio della trasmissione "le Iene" ha riportato la vicenda dell'imprenditore Sergio Bramini e della...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-00043 presentata da ANTONIO SACCONE
martedì 17 aprile 2018, seduta n.005

SACCONE - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

nelle scorse settimane un servizio della trasmissione "le Iene" ha riportato la vicenda dell'imprenditore Sergio Bramini e della società di cui è stato titolare, la "Icom" di Monza, azienda specializzata nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti, fallita pur vantando 4 milioni di crediti verso la pubblica amministrazione nonché 300.000 euro verso privati;

secondo quanto si apprende dal servizio, infatti, la società, vincitrice di diversi appalti nel Sud Italia, in Sicilia e a Napoli per l'emergenza rifiuti, non avrebbe mai incassato i pagamenti per il servizio svolto e sarebbe entrata in crisi a causa dell'interruzione delle linee di credito da parte delle banche;

a fronte delle crescenti difficoltà finanziarie, l'imprenditore, invece di optare per la chiusura dell'azienda, licenziando tutti i dipendenti, decideva di salvaguardare il loro posto di lavoro, pensando alle 32 famiglie dei suoi dipendenti, giungendo fino ad ipotecare la propria abitazione, nelle more del pagamento dei crediti insoluti;

tuttavia, il Tribunale di Monza nel 2011 decretava il fallimento della Icom SpA, ed il curatore fallimentare nominato dal tribunale, in base al servizio mandato in onda, faceva ricadere sull'imprenditore tutta la responsabilità, con conseguente pignoramento dell'abitazione, due anni prima dell'entrata in vigore di una legge europea che obbliga lo stralcio di posizioni derivanti dal mancato pagamento da parte della pubblica amministrazione;

risulterebbe, inoltre, che il curatore fallimentare non avrebbe dato seguito alla procedura di certificazione dei crediti, presentando cioè, mediante la piattaforma elettronica, l'istanza di certificazione del credito alle pubbliche amministrazioni nei cui confronti Bramini vantava il credito certificabile, così come previsto dalla normativa vigente dal 2013, che avrebbe consentito non solo il pagamento dei debiti da parte della pubblica amministrazione ma persino l'integrazione di una quota di interessi;

nel luglio 2017 il Tribunale di Monza ordinava lo sfratto con provvedimento immediato per Bramini e la sua famiglia, nonostante il curatore fallimentare avesse 18 mesi di tempo per vendere l'immobile;

non solo, in una successiva udienza la richiesta per ottenere la sospensione dello sfratto esecutivo veniva rigettata per opposizione del curatore medesimo;

l'ordinanza di sfratto includeva anche l'ausilio della forza pubblica con la sostituzione della serratura, nonostante la legge non preveda l'anticipazione degli sfratti quando si tratta di prima abitazione del debitore,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia al corrente dei fatti esposti e se non ritenga opportuno accertare, anche attraverso l'eventuale esercizio del suo potere ispettivo, se tutta la vicenda sia stata correttamente gestita da parte del tribunale fallimentare, in particolare rispetto alla vigilanza sulla procedura di certificazione dei crediti vantati dal signor Bramini;

se non ritenga opportuno, qualora da tale accertamento dovessero emergere elementi di criticità, attivarsi, per quanto di competenza, al fine di segnalare la necessità di una una revisione dei provvedimenti adottati.

(4-00043)