• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/03032 (5-03032)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03032presentato daSOZZANI Diegotesto diGiovedì 31 ottobre 2019, seduta n. 250

   SOZZANI, BALDELLI, BERGAMINI, GERMANÀ, MULÈ, PENTANGELO, ROSSO e ZANELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007), all'articolo 1, comma 252, ha esteso ai porti turistici le nuove modalità di calcolo dei canoni demaniali equiparando tali strutture a quelle degli stabilimenti balneari. Tale modifica ha comportato per i porti turistici un aumento di quasi 5 volte dei canoni demaniali;

   come riportato da un articolo del Sole24ore del 27 ottobre 2019, l'applicazione del nuovo calcolo dei canoni demaniali, producendo un notevole aumento dei costi per i gestori dei porti turistici, rischia di portare alla chiusura di molte di queste strutture, circa 24, con rilevanti ricadute in termini occupazionali poiché, come dichiarato dal presidente di Ucina-Confindustria nautica, sarebbero a rischio circa 2.225 posti di lavoro;

   la normativa vigente, infatti, non tiene conto dei costi di investimento richiesti per la creazione di un porto turistico, pari circa 80 milioni di euro, ai quali si aggiungono i costi dei servizi che il porto turistico deve mettere a disposizione dei propri utenti;

   la sezione centrale di controllo delle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti, con un parere del 2 dicembre 2008, aveva evidenziato che «l'aumento dei canoni sia sproporzionato rispetto all'ipotizzato vantaggio per l'erario, sia in termini di contenzioso sia in termini di risultati economici»;

   oltre al rischio occupazionale e della chiusura di aziende del settore, l'altro rischio paventato sempre da Ucina è quello di un abbandono da parte dei naviganti da diporto delle marine turistiche italiane a tutto vantaggio di quelle di altri paesi limitrofi;

   Ucina, al fine di sensibilizzare il Governo in ordine alla grave situazione in cui versano le imprese che gestiscono porti turistici, ha minacciato un'iniziativa di protesta volta a bloccare gli ingressi nel porto di Genova –:

   quali iniziative urgenti, anche di carattere normativo, intenda assumere il Governo al fine di evitare lo stato di crisi denunciato da Ucina che potrebbe portare alla chiusura di 24 imprese e alla perdita di 2.225 posti di lavoro.
(5-03032)