Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA
Atto a cui si riferisce:
C.9/02203/178 premesso che:
presso il Ministero dello sviluppo economico sono aperti oltre 150 tavoli di crisi aziendali, tra cui quello relativo alla vertenza della Novolegno...
Atto Camera
Ordine del Giorno 9/02203/178presentato daPATERNOSTER Paolotesto presentato Mercoledì 30 ottobre 2019 modificato Giovedì 31 ottobre 2019, seduta n. 250
La Camera,
premesso che:
presso il Ministero dello sviluppo economico sono aperti oltre 150 tavoli di crisi aziendali, tra cui quello relativo alla vertenza della Novolegno SpA.;
la Novolegno, azienda del gruppo Fantoni con sede a Montefredane in provincia di Avellino, è interamente dedicata alla produzione di pannelli MDF. Fondata nel 1980, si estende su una superficie di 140 mila metri quadri e vanta tre linee di produzione per un volume totale annuo che raggiunge i 220 mila mc;
lo stabilimento è interamente dedicato alla produzione di pannelli mdf che vengono utilizzati in una vasta gamma di settori. In particolare l'azienda produce dei pannelli sottili, idrofughi per il settore delle porte esterne ed ignifughi per le porte taglia fuoco;
già da tempo la linea produttiva Novolegno è stata fermata, lasciando in funzione solo il secondo impianto; a febbraio 2019 la proprietà ha comunicato la chiusura definitiva dello stabilimento, con conseguente messa in mobilità di 117 dipendenti;
la previsione di perdita per l'anno 2019 comunicata al Ministero dello sviluppo economico nella misura di 4 milioni di euro aggraverebbe lo stato di crisi già conclamato della Novolegno, «causato dalla contrazione del proprio mercato di riferimento, la produzione di imballaggi da legno riciclato, che ha determinato negli ultimi anni notevoli riduzioni di fatturato». Di qui, l'intenzione di procedere alla chiusura dello stabilimento campano e di proseguire con la procedura di licenziamento collettivo già avviata. La chiusura del sito produttivo coinvolge 117 lavoratori più l'indotto. Da tempo era in corso un contratto di solidarietà per evitare il licenziamento di 55 unità. La proprietà ha affermato che lo stabilimento non ha più un futuro per i mancato successo di tutte le soluzioni sperimentate. Proseguire il riciclo del legno in mancanza di alcune condizioni fondamentali, per gli analisti del Gruppo non avrebbe basi economiche sostenibili. Tra gli ostacoli indicati, gli oneri del trasporto per un sito industriale nato ad Avellino in una fase in cui non era possibile rifornirsi di materia prima all'estero, mentre nell'attuale contesto, fermo restando la carenza di una offerta forestale competitiva in termini di quantità e costi, l'azienda considera poco conveniente realizzare a mille chilometri di distanza un processo industriale che può risultare più conveniente altrove;
il Sindacato ha auspicato una riconversione industriale degli stabilimenti, ma il Governo non ha ancora confermato la praticabilità di tale ipotesi,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare ogni utile iniziativa volta a favorire i processi di riconversione industriale dello stabilimento citato in premessa.
9/2203/178. (Testo modificato nel corso della seduta) Paternoster, Andreuzza, Binelli, Colla, Dara, Galli, Patassini, Pettazzi, Piastra, Latini, Paolini, Sasso, Tateo, Alessandro Pagano, De Martini, Furgiuele, Claudio Borghi, Legnaioli, Lolini, Picchi, Potenti, Ziello, Bellachioma, D'Eramo, Cantalamessa, Castiello, Caparvi, Marchetti, Basini, De Angelis, Durigon, Gerardi, Zicchieri.