• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/02390 BARBARO - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che: la legge n. 124 del 2007 esclude tassativamente che il segreto di Stato possa riguardare informazioni relative a fatti...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02390 presentata da CLAUDIO BARBARO
testo presentato
Martedì 29 ottobre 2019
modificato
domenica 20 ottobre 2019, seduta n.159

BARBARO - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:

la legge n. 124 del 2007 esclude tassativamente che il segreto di Stato possa riguardare informazioni relative a fatti eversivi dell'ordine costituzionale o concernenti terrorismo, delitti di strage, associazione a delinquere di stampo mafioso, scambio elettorale di tipo politico-mafioso;

limita la durata del vincolo a 15 anni, ulteriormente prorogabili dal Presidente del Consiglio dei ministri per un periodo che non può complessivamente superare i 30 anni;

fa obbligo al Presidente del Consiglio dei ministri di motivare l'opposizione e la conferma dell'opposizione del segreto di Stato. Avverso tali atti può essere sollevato un conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale, cui il segreto non può in alcun caso essere opposto;

tenuto conto che a quanto risulta all'interrogante:

il 5 marzo 2019, quale difensore di Gilberto Cavallini, l'avvocato Gabriele Bordoni, unitamente al collega Alessandro Pellegrini, nel processo n. 1/2018 RG, in corso avanti alla Corte d'Assise di Bologna, relativo alla strage alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto 1980, per motivi di giustizia ed indagine difensiva, visti gli articoli 204 del codice procedura penale, 39 e 42 e la menzionata legge n. 124 del 2007, richiedeva l'accesso a tutti gli atti, già secretati e ora classificati, relativi a quel fatto; in particolare, richiedeva, altresì, l'accesso ad alcuni documenti che fanno parte degli atti del procedimento penale sulla scomparsa in Libano di Italo Toni e Graziella de Palo;

con missiva del 14 maggio 2019, la Presidenza del Consiglio dei ministri, esprimeva il proprio diniego alla richiesta dell'avvocato Bordoni;

considerato che:

in merito alle indagini sulla strage di Bologna, invero, non fu mai opposto il segreto di Stato, proprio perché legalmente non opponibile per fatti di strage e terrorismo; tuttavia sussiste un segreto di Stato su di un accadimento storicamente collaterale al contesto dell'indagine bolognese e che porta proprio verso una "pista palestinese" e riguarda la vicenda della scomparsa, in Libano, il 2 settembre del 1980, dei giornalisti Italo Toni e Graziella De Palo, inviati dal loro giornale a prendere informazioni su un eventuale ed ipotetico patto di reciproca desistenza tra lo Stato italiano e le organizzazioni terroriste palestinesi, che lasciava il primo indenne dagli attentati dei secondi e i secondi liberi di usare l'Italia come base e luogo di transito di uomini, armi e esplosivi;

la sussistenza della cosiddetta "pista palestinese" afferente al tragico episodio della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, pur essendo stata approfondita da larga letteratura di inchiesta giornalistica ed investigativa, non è stata mai affrontata propriamente dall'Autorità giudiziaria, che invece ha sentenziato la sussistenza di responsabilità di matrice neofascista, laddove è opinione dell'interrogante che sarebbe quanto mai opportuno verificare la possibile relazione e la ipotetica correlazione fra la devastante esplosione e la presenza in Italia di soggetti operanti nelle organizzazioni paramilitari e terroristiche palestinesi, che coperta da un segreto di Stato, ha impedito l'acquisizione di informazioni e documenti da parte degli inquirenti e concretamente pregiudicato l'attività di indagine;

assunto che è notizia recente che la perizia del Dna disposta nel processo a Gilberto Cavallini avrebbe escluso che i resti che sono stati attribuiti a Maria Fresu appartengano effettivamente alla donna rimasta uccisa dalla bomba alla stazione e conseguentemente confermerebbe l'esistenza di un'altra vittima, che si aggiungerebbe alle 85 del bilancio ufficiale, di cui fino a oggi nessuno ha reclamato il corpo e che pare sia deceduta in prossimità con l'ordigno,

si chiede di sapere se il Presidente del Consiglio dei Ministri non ritenga opportuno riconsiderare il segreto di Stato su tutti i documenti riguardanti, direttamente o indirettamente, le gravi stragi che hanno caratterizzato il periodo dei cosiddetti "anni di piombo" della storia del Paese, ed in particolare quanto ancora classificato e secretato sulla vicenda della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980.

(4-02390)