• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/02975 (5-02975)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02975presentato daGAGLIARDI Manuelatesto diMercoledì 23 ottobre 2019, seduta n. 244

   GAGLIARDI, BENIGNI, PEDRAZZINI, SILLI e SORTE. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   i cittadini di La Spezia dagli anni ’60, a causa della presenza della centrale Enel a carbone – industria classificata come insalubre – soffrono di gravi patologie causate dall'inquinamento;

   il progetto della nuova centrale a gas è da alcuni mesi sul sito del Ministero;

   la planimetria del nuovo impianto depositata addirittura dalla fine del 2018, significa solo una cosa: il comune e gli spezzini non sono stati messi a conoscenza della sorpresa, alla quale invece presumibilmente si stava lavorando da almeno un paio di anni. Gli spezzini erano rimasti fermi alle promesse del 2015, quando l'Enel aveva annunciato la chiusura della centrale e la restituzione delle aree, per il 2021;

   si scopre soltanto ora che non sarà così, che non ci sarà la restituzione delle aree e che il profilo della città – per chi arriva – rimarrà sempre lo stesso;

   il rendering del futuro aspetto della Montale, a lavori fatti, è più o meno quello di oggi, ciminiera compresa. L'operazione prevede due fasi costruttive: prima si inserirà l'unità turbogas, con funzionamento a ciclo aperto, poi il completamento a ciclo chiuso, con l'aggiunta della caldaia a recupero e della turbina a vapore. Si parla di 54 mesi in tutto, senza nemmeno chiarire quando sarà dismesso l'uso del carbone. Non più nel 2021, probabilmente, visto che Enel ha datato la riconversione ad un periodo «da qui al 2025»;

   il progetto insiste sul fatto che il gas inquinerà meno del carbone. Gli spezzini sanno bene che il gas inquina meno; infatti avevano votato negli anni ’90, al famoso referendum, proprio nel senso di prevedere il gas al posto del carbone, ma di fatto erano poi stati «traditi»;

   questo ritorno al passato è una beffa: i cittadini sulla carta avevano ottenuto nel 1997 lavori di adeguamento ambientale, con la chiusura di una delle quattro unità e la trasformazione di due gruppi dal carbone al ciclo combinato, alimentati a gas. Era stata però solo una illusione;

   le nuove unità erano entrate in servizio fra il 1999 e il 2000, ma erano state usate pochissimo e smantellate dopo anni, nel 2016. L'unica che ha continuato a produrre senza tregua è stata la sezione 3, a carbone, ancora in esercizio, con potenza termica pari a 1540 megawatt termici, pari a 600 megawatt elettrici;

   appena eletto sindaco Pierluigi Peracchini, il consiglio comunale aveva approvato un atto di indirizzo per la riconversione della centrale: ora il progetto depositato prevede un lungo cantiere, con una modesta parte di demolizioni, movimentazione di terre pari a 18.900 metri cubi e una profondità di scavo di 5 metri. I lavori interesseranno 25 mila metri quadrati. Si prevede l'allestimento di aree logistiche necessarie per lo stoccaggio dei materiali, fuori dal perimetro di centrale;

   il criterio guida del progetto è quello di «preservare il più possibile la struttura impiantistica ed utilizzare gli impianti ausiliari, migliorando le prestazioni e incrementando l'efficienza energetica». Il nuovo ciclo combinato avrà un rendimento elettrico netto superiore al 60 per cento e consentirà di ridurre la potenza termica attuale da circa 1.540 megawatt a 1.350 megawatt, aumentando quella elettrica di produzione da 600 a 840 megawatt;

   Enel si è affidata a tecnici importanti, per sostenere che non sarà peggio di oggi e che l'impatto sullo stato di salute della città sarà «trascurabile»;

   si sperava di più; il fatto che non sarà peggio non basta a chi confidava in una svolta e in un futuro legato allo sviluppo delle energie rinnovabili –:

   se i Ministri interrogati, anche alla luce della ipotetica svolta ecologica prospettata dal Governo in carica, non ritengano di rassicurare gli spezzini sia sulla tempistica di riconversione sia sull'utilizzo delle energie rinnovabili.
(5-02975)