• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/02357 GINETTI, PARENTE, GRIMANI - Ai Ministri dello sviluppo economico e per la coesione territoriale e il Mezzogiorno. - Premesso che: con la delibera del Comune di Norcia n. 44 del 24 agosto...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02357 presentata da NADIA GINETTI
martedì 22 ottobre 2019, seduta n.157

GINETTI, PARENTE, GRIMANI - Ai Ministri dello sviluppo economico e per la coesione territoriale e il Mezzogiorno. - Premesso che:

con la delibera del Comune di Norcia n. 44 del 24 agosto 2019, avente ad oggetto "Iniziative promosse dall'ANCI di sensibilizzazione degli organismi istituzionali, politici e amministrativi, finalizzate a discutere dell'attuale governance del Sisma del Centro Italia", in seguito agli eventi sismici che hanno colpito il centro Italia a partire dal 24 agosto 2016, è stato dichiarato lo stato di emergenza, e di conseguenza la popolazione sta gradualmente abbandonando in forma definitiva i territori interessati dalla crisi sismica, con il rischio di una progressiva desertificazione e impoverimento del territorio, anche sotto il profilo socio-economico (nell'ultimo anno, nelle aree interne del cratere la popolazione è diminuita di 3.000 unità, con un calo del 12 per cento degli stranieri con permesso di soggiorno);

il complesso sistema della ricostruzione registra notevoli ritardi anche a causa di un quadro normativo in perenne evoluzione e alla normativa sisma con il decreto-legge n. 189 2016, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 229 del 2016, sono seguiti altri 7 decreti legge, cui si aggiungono oltre 80 ordinanze del vice commissario straordinario e 40 ordinanze di Protezione Civile, oltre a provvedimenti del vice commissario e alle circolari dei diversi Ministeri. A ciò si aggiungono le complesse procedure per le istanze di accesso al contributo e soprattutto la carenza di personale degli uffici speciali per la ricostruzione e nei Comuni, che secondo l'attuale assetto in Umbria impiegherebbero oltre 10 anni per esaminare tutte le pratiche attese;

considerato che:

l'ANCI nazionale attraverso le Anci regionali di riferimento ha costituito un coordinamento permanente dei sindaci e avviato il gruppo di lavoro che negli anni ha operato per elaborare le proposte di intervento sui provvedimenti di legge, presentate nel corso dei lavori parlamentari relativi a tutte le disposizioni di legge e governative intervenute sul sisma centro Italia;

a tre anni dagli eventi sismici, la complessità della governance e del quadro delle norme richiedono pertanto interventi capaci di creare le condizioni di lavoro indispensabili per addivenire a risultati, accelerare i tempi per ripartire al più presto con la ricostruzione;

nei territori colpiti risultano oltre 41.000 sfollati, 388 feriti e 303 morti, devastata una vasta porzione di territorio, circa 8.000 chilometri quadrati, nel quale ricadono 140 comuni (87 nelle Marche, 23 in Abruzzo, 15 nel Lazio e 15 in Umbria). La maggior parte dei quali di piccole e piccolissime dimensioni, dove risiedono 60.000 persone, ma dove gravitano moltissimi non più residenti o dimoranti abitualmente, cui si aggiungono numerosissimi altri comuni fuori dal cratere, che, comunque, hanno subito danni ingenti rilevati dalle attività di censimento svolte dalle strutture commissariali;

secondo i dati più recenti disponibili (relazione presentata dal commissario uscente nell'ottobre 2018 al Parlamento) a seguito delle 220.000 verifiche di agibilità sono risultate inagibili 77.000 abitazioni, delle quali 43.000 nelle Marche, la maggior parte delle quali ha riportato danni pesanti;

secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili, le istanze presentate per il contributo alla ricostruzione sono solamente 7.500, quelle approvate 1.400 comprese quelle per la delocalizzazione delle attività produttive;

preso atto che:

anche per la ricostruzione pubblica risultano gravi ritardi, che stanno facendo sì che dei 15 miliardi di euro di fondi disponibili ne siano stati spesi appena 2; alla data del 30 giugno 2019 la situazione della Regione Umbria è la seguente: previsioni pratiche attese numero 10.510, di cui 4.856 per danni lievi, 5.654 per danni gravi, 372 delocalizzazioni;

in particolare la situazione della ricostruzione privata Umbria: progetti ricevuti: 1.410, di cui 1.172 danni lievi, 238 danni gravi, 356 delocalizzazioni; lavori autorizzati: 550, di cui 509 danni lievi, 41 danni gravi, 243 delocalizzazioni; lavori ultimati: 125, di cui 119 danni lievi, 6 danni gravi, 220 delocalizzazioni;

visto che la struttura commissariale per la gestione straordinaria finalizzata alla ricostruzione al 31 dicembre 2020 è stata prorogata, mentre è in attesa di un'eventuale proroga lo Stato d'emergenza che scadrà il 31 dicembre 2019,

si chiede di sapere:

quali provvedimenti il Ministro in indirizzo intenda adottare per il rilancio della competitività dei territori, vista la necessità di promuovere ogni utile iniziativa al fine di portare sul Tavolo di confronto con l'Unione europea, la possibilità che nelle politiche di coesione, le aree del cratere possano essere ricomprese tra quelle delle regioni meno sviluppate per accedere alle misure di sostegno promosse dall'Unione europea;

quali provvedimenti intenda adottare per garantire la necessaria dotazione di personale ai comuni e agli uffici speciali per la ricostruzione stimata in ulteriori 300 risorse. Le risorse oggi impiegate nei comuni sono solo in parte utilizzabili per la ricostruzione in quanto ancora assorbite dalla gestione dell'emergenza;

come intenda procedere, al fine di produrre semplificazioni delle procedure per la determinazione del contributo ai privati (pagamento professionisti e imprese), semplificazioni delle procedure per l'avvio delle opere pubbliche, potenziamento delle dotazioni organiche della Soprintendenza, nonché per garantire strumenti di supporto al rilancio economico delle imprese dei soggetti economici e di supporto alla fiscalità locale e nazionale (zona speciale);

infine, quali atti ritenga di assumere al fine di risolvere le difficoltà di smaltimento delle macerie private del sisma, che rischia di paralizzare ulteriormente la ricostruzione, anche a che causa della differenziazione dei codici tra pubbliche e private.

(4-02357)