• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/01197 MALAN - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che: la cosiddetta gronda autostradale di Genova è una necessità, non solo per il Nordovest, ma per l'Italia...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01197 presentata da LUCIO MALAN
martedì 22 ottobre 2019, seduta n.157

MALAN - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:

la cosiddetta gronda autostradale di Genova è una necessità, non solo per il Nordovest, ma per l'Italia intera; essa è infatti inserita, peraltro inutilmente, negli atti aggiuntivi della convenzione di Autostrade per l'Italia (ASPI) fin dal 2002;

nel 2018 si è appreso che, durante i governi precedenti, è emersa l'idea di costruire un'opera avente la stessa funzione, ma ben diversa da quella concepita nel 2002, per lunghezza, percorso e costo; anziché considerarla opera a sé e dunque indire una procedura competitiva per la sua costruzione che avrebbe da tempo dato il suo esito consentendo l'inizio dei lavori, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti aveva favorito, senza comunicarlo al Parlamento o all'opinione pubblica, la via della proroga dell'intera concessione ASPI; tale operazione era stata inserita, in un piano che comportava diverse altre proroghe, denominato "Tabella di marcia";

il codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo n. 50 del 2016, all'articolo 178, comma 1, vieta la proroga delle concessioni autostradali, in virtù del principio di concorrenza;

per la realizzazione della Gronda, la "Tabella di marcia" proponeva, tra l'altro: 1) la proroga di 4 anni (dal 2038 al 2042) della scadenza della concessione di Autostrade per l'Italia, con aumento dei pedaggi del 2,5 per cento all'anno fino alla scadenza e conferimento di un valore di subentro di oltre 5 miliardi di euro a favore di ASPI nel 2042, in cambio della realizzazione della gronda di Genova e altre opere; aspetto essenziale di tale ipotesi di proroga sarebbe stato l'incremento annuo dei pedaggi del 2,5 per cento, perché era prevista una remunerazione degli investimenti, o una parte di essi, ad un tasso di interesse del 7,95 per cento attraverso i pedaggi, a spese degli automobilisti e del sistema Paese, mentre la stessa società gode per l'identico investimento di un prestito da parte della Cassa depositi e prestiti ad un tasso inferiore al 2 per cento;

è peraltro evidente la convenienza che lo Stato avrebbe realizzando l'opera in proprio, visto che il tasso medio di collocazione dei BTP è ben inferiore al 3 per cento; in caso di attuazione di tale ipotesi, lo Stato regalerebbe due volte somme enormi di denaro a questa società privata: la prima, consentendole altissimi profitti per periodi lunghissimi sulla metà del sistema autostradale italiano, e oggi anche su questa nuova infrastruttura, senza che la società stessa abbia mai vinto una procedura competitiva, la seconda con un profitto di carattere finanziario dove lo Stato stesso presta a meno del 2 per cento enormi somme di denaro che poi remunera, a carico degli utenti, al 7,95 per cento, pur essendo lo Stato proprietario di tutta la rete autostradale;

la "Tabella di marcia" modificherebbe in modo sostanziale la convenzione tra Stato e ASPI, la cui approvazione è avvenuta per legge (decreto-legge n. 59 del 2008, art. 8-duodecies, comma 2, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 101 del 2008), e pertanto occorrerebbe non solo informare il Parlamento, ma chiedergli di modificare le norme;

nella primavera del 2018, si è appreso da alcuni mezzi di informazione, sia pure in modo impreciso, che il Ministero il 7 settembre 2017 ha approvato il progetto definitivo della gronda di Genova; sulla Gazzetta Ufficiale (5° Serie speciale, Contratti pubblici, n. 32 del 16 marzo 2018) fu pubblicato il bando di gara per i primi lavori del "Nodo stradale e autostradale di Genova, adeguamento del sistema A7-A10-A12-Lotto 5 - con terminazione opera mare", per l'importo di 136.519.853,43 euro, IVA esclusa; nell'interrogazione 3-00019 del 5 giugno 2018, il firmatario deplorava che: 1) l'operazione non avesse alcuna copertura finanziaria; 2) in mancanza di copertura non è possibile né l'approvazione del progetto definitivo né tanto meno l'avvio delle procedure di appalto dei lavori; 3) due giorni prima della citata approvazione, il 5 settembre 2017, il direttore generale per la Vigilanza sulle concessioni autostradali del Dipartimento per le infrastrutture, sistemi informativi e statistici del Ministero aveva inviato a tutte le concessionarie autostradali una lettera comunicando che, "in ottemperanza all'articolo 215, comma 3 del D. Lgs. 50/2016 ed all'articolo 127, comma 1 del D. Lgs. 56/2017, i progetti definitivi (esecutivi) di competenza" di quella direzione "vengono trasmessi per l'obbligatorio preventivo parere al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ed ai Provveditorati competenti"; eppure tale procedura non risulterebbe essere stata attuata per l'approvazione della gronda di Genova avvenuta subito dopo; 4) tale omissione non sarebbe certo un fatto solo procedurale, ma comporterebbe l'impossibilità di qualunque controllo, quale quello sulla congruità della cifra prevista per la realizzazione dell'opera; l'interrogazione è peraltro rimasta senza risposta;

dalla primavera del 2018 non è più dato sapere di alcun passo avanti nella realizzazione della Gronda, nonostante un'opera che ne svolga la funzione sia più che mai necessaria a seguito del tragico crollo del Ponte Morandi,

si chiede di sapere:

quali siano gli intendimenti del Ministro in indirizzo riguardo alla realizzazione della Gronda o di un'opera che ne svolga le funzioni a costi più contenuti;

quando sia prevedibile l'avvio della procedura competitiva per assegnare i lavori o le ragioni per cui si intenda seguire un'altra strada, tenendo presente che la proroga delle concessioni autostradali, oltre a non essere conveniente all'utenza, perché cancella ogni tipo di competizione, è esplicitamente vietata dalla legge italiana.

(3-01197)