• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00348 (7-00348) «Spena, Nevi».



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00348presentato daSPENA Mariatesto diLunedì 21 ottobre 2019, seduta n. 242

   La XIII Commissione,

   premesso che:

    in base ai dati Istat 2018, rielaborati dal Centro per la ricerca in agricoltura (Crea), la superficie coltivata ad agrumi si aggira intorno ai 144.970 ettari con una produzione di 2,63 milioni di tonnellate. L'Italia è il 13° esportatore ed il 10° importatore di agrumi al mondo. Le coltivazioni agrumicole incidono per il 9 per cento sulla produzione lorda vendibile e costituiscono circa il 12 per cento delle superfici coltivate a orto frutta. La Sicilia è la regione con la maggiore superficie coltivata, con il 62 per cento delle superfici nazionali. Seguono la Calabria con il 24 per cento, la Puglia con il 7 per cento e altre regioni con il 7 per cento. Questi dati evidenziano come questo comparto sia strategico da un punto di vista produttivo per il nostro Paese;

    nonostante le produzioni agrumicole nazionali rappresentino un'eccellenza dal punto di vista qualitativo, riconosciuta anche all'estero, e sebbene un recente incremento della superficie aziendale media, il sistema soffre di un'eccessiva polverizzazione dell'offerta e di una scarsa aggregazione che favorisce i competitor esteri, sia dell'Unione europea (Spagna) sia del bacino del Mediterraneo (Egitto, Marocco, Turchia). La bilancia commerciale 2017/2018 è negativa, con un disavanzo di 146 milioni di euro tra import ed export;

    gli operatori del settore agrumicolo partendo dai vivaisti fino agli agricoltori, una rete che occupa migliaia di addetti, sono oggi seriamente preoccupati per i problemi derivanti dalla presenza di diversi patogeni: negli ultimi anni il settore è stato colpito da diverse problematiche fitopatologiche;

    il Citrus Tristeza Virus (Ctv) è responsabile della patologia degli agrumi che viene denominata «tristeza», è esplosa a partire dal 2002 in Sicilia, Calabria e Puglia. La quantificazione delle aree infette, a oggi riguarda 36.000 ettari infetti su 90.000. Si parla di un danno nel biennio 2016-2017 di oltre 800.000 tonnellate di agrumi italiani. Il Crea ha chiarito che ci si trova di fronte alla necessità di impiantare un totale di oltre 15.000.000 di nuove piante resistenti al virus, al costo di 22-25.000 euro l'ettaro;

    il mal secco degli agrumi (Phoma tracheiphyla) è grave patologia fungina che colpisce gli agrumi e spesso non lascia scampo, soprattutto se non si interviene correttamente. La malattia attacca tutti gli agrumi, ma in modo particolare il limone, seguito da cedro e bergamotto. Tuttavia, può essere prevenuta con una corretta gestione degli innesti, delle potature, delle concimature;

    il Phyllosticta citricarpa o GuignardiacitricarpaKiely è fungo responsabile del black spot, le cui segnalazioni nei porti europei (anche italiani quindi) sono state superiori ai limiti di sicurezza in più occasioni, su partite provenienti dalla Tunisia, dal Sud-Africa e dai Paesi sudamericani aderenti al Mercosur, firmatari di un recente accordo commerciale con l'Unione europea. Questo è un patogeno al momento non presente nei nostri areali, ma che causa danni commerciali gravissimi. Nei Paesi dove è diffuso, la lotta è particolarmente gravosa per l'agrumicoltore. La sua presenza è stata rinvenuta anche su piante ospiti non appartenenti al genere Citrus, come il mandorlo o piante ornamentali come la camelia, la magnolia ed altre;

    altri agenti patogeni sono: il Xanthomonas axonopodis, batterio responsabile del Citrus canker, non presente nei nostri areali; il Candidatus liberibacter, agente batterico del Greening (Hanglongbin) degli agrumi, che dispiega la sua pericolosità tramite diversi ceppi e numerosi vettori; la Xylella fastidiosa, conosciuta per i danni causati all'olivo in Puglia, poco nota per i danni che potrebbe causare, con alcuni suoi ceppi, agli agrumi;

    il 21 febbraio 2019, a seguito delle concertazioni con le parti produttive intervenute nel corso del tavolo agrumicolo, è stato approvato in Conferenza Stato-regioni lo schema di decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per la ripartizione delle risorse del fondo nazionale agrumicolo, le cui risorse disponibili sono pari a 10 milioni di euro (6 milioni per il 2019 e 4 milioni per il 2020). La norma prevede tre aree di intervento, attribuendo risorse, in particolare, per 8 milioni di euro per la concessione di contributi per il sostegno al ricambio varietale delle aziende agrumicole danneggiate dal virus «Tristeza» (arance) e dal «Mal Secco» (limoni);

    il decreto-legge n. 27 del 2019, cosiddetto «decreto emergenze», prevede uno stanziamento di 5 milioni di euro per il sostegno del settore agrumicolo, riconoscendo un contributo destinato alla copertura, totale o parziale, dei costi sostenuti per gli interessi dovuti per il 2019 sui mutui bancari contratti, al fine di contribuire alla ristrutturazione di tale settore. Al momento, il decreto previsto dall'articolo 9 del decreto, che doveva reso operativo entro il 28 giugno 2018, risulta ancora non emanato;

    il settore agrumicolo nazionale da diversi anni subisce i contraccolpi delle importazioni più o meno regolamentate di prodotto dall'estero senza passaporto verde e con bassi costi di produzione. Gli agrumi coltivati nei Paesi emergenti, in particolare quelli della sponda Sud del Mediterraneo, con i quali l'Unione europea ha sottoscritto gli accordi euromediterranei, spuntano prezzi di mercato notevolmente più bassi rispetto a quelli italiani;

    ciò è possibile in forza dell'uso indiscriminato di pesticidi illegali nell'Unione europea e del costo di manodopera che è assolutamente inferiore a quello sostenuto dagli agricoltori italiani. Gli elevati standard richiesti per la sicurezza nei luoghi di lavoro, i notevoli costi dei fattori di produzione, la limitata disponibilità di agro-farmaci consentiti nelle coltivazioni, incidono in maniera determinante sulla redditività delle aziende agrumicole nazionali rendendole meno competitive. Ne è derivato un crollo dei prezzi, che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori;

    in questa legislatura, già ad ottobre 2018 era stata segnalata al Ministero dalle associazioni agricole la preoccupazione derivante dalla richiesta sui mercati agricoli di grandi quantità di arance bionde spagnole effettuata da parte di commercianti italiani. In passato, le stesse associazioni avevano più volte segnalato il fenomeno della vendita fraudolenta di agrumi esteri spacciati per italiani;

    i dazi che gli Stati uniti, dal 18 ottobre 2019, applicheranno alle produzioni agroalimentari europee colpiranno anche le esportazioni di agrumi italiani. Nella lista definitiva dei prodotti europei che saranno sottoposti ai dazi aggiuntivi del 25 per cento compaiono le clementine, i mandarini, i limoni e succhi, concentrati e non;

    stenta a decollare, essenzialmente per mancanza di risorse, il programma nazionale di certificazione volontaria degli agrumi gestito dal Crea-Ofa, voluto dal Ministero, volto a produrre il primo materiale di propagazione, con controlli fitosanitari e di corrispondenza varietale estremamente severi, al fine di assicurare al settore vivaistico di poter disporre di piante certificate e di elevata qualità,

impegna il Governo:

   a definire una rigorosa programmazione degli interventi per il rilancio del settore agrumicolo nazionale, mediante potenziamento del piano agrumicolo nazionale, al fine di individuare soluzioni di lungo periodo, avviando altresì l'annunciato tavolo partenariale con i soggetti della filiera agrumicola nazionale al fine di imprimere un nuovo impulso al settore;

   a rafforzare l'attività dei vari organi ispettivi nei punti di entrata nel territorio, quali porti, aeroporti, valichi di frontiera, sino ai magazzini di insilamento di prodotti alimentari provenienti da Paesi terzi, al fine di tutelare il comparto produttivo nazionale, evitando l'ingresso di prodotti di scarsa qualità o contenenti residui di sostanze pericolose per la salute umana;

   a richiedere la revisione, in sede Unionale, degli accordi in materia di liberalizzazione degli scambi con Paesi terzi dei prodotti agricoli, in considerazione del fatto che essi provocano gravi perturbazioni al mercato nazionale e segnatamente alle filiere produttive delle regioni meridionali del nostro Paese, in particolare degli accordi Euro mediterranei siglati con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo e dell'accordo con i Paesi del Mercosur sudamericano, al fine di introdurre in tali ambiti il rafforzamento del «principio di precauzione» e del «principio di reciprocità»;

   a delineare un piano di azione efficace per evitare o contenere i danni di un ingresso involontario di nuovi organismi rafforzando il controllo fitosanitario alle frontiere, implementando le misure di quarantena e adottando le iniziative di competenza per rafforzare i servizi fitosanitari che devono essere messi nelle condizioni di operare con tempestività direttamente nei punti di ingresso;

   in tale ambito a spostare l'attenzione anche su altre specie vegetali, comprese le piante ornamentali, in ingresso nel nostro Paese, che possono essere ospiti secondari di patogeni o dei loro vettori;

   ad adottare iniziative per rafforzare il sistema di «certificazione degli agrumi» con investimenti sulle strutture esistenti, al fine di renderle efficienti, prevedendo un piano di interventi nel quale i patogeni presenti, anche se non letali o tollerati, vengano gradualmente eliminati;

   ad avviare, secondo le modalità già sperimentate nel mese di gennaio 2018, una campagna di ritiro e distribuzione nelle mense scolastiche o agli indigenti delle eccedenze di produzione e degli agrumi rimasti invenduti a causa delle avverse condizioni di mercato, promuovendo anche azioni coordinate con la grande distribuzione organizzata per superare la crisi del settore agrumicolo italiano;

   ad adottare una specifica campagna di promozione dei prodotti agrumicoli italiani, anche in relazione al consumo consapevole e ai benefici per la salute, con il coinvolgimento delle scuole.
(7-00348) «Spena, Nevi».