• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/02322 DE BONIS - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che: il quadro che emerge dalla nota diramata il 12 ottobre 2019 da "Agricolae.eu" sulle indagini...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02322 presentata da SAVERIO DE BONIS
mercoledì 16 ottobre 2019, seduta n.156

DE BONIS - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:

il quadro che emerge dalla nota diramata il 12 ottobre 2019 da "Agricolae.eu" sulle indagini condotte dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) in ordine alla gestione del seme riguardante il grano "Senatore Cappelli", è inquietante;

l'interrogante si è già occupato della questione attraverso l'interrogazione 4-00861 del 15 novembre 2018, sottoscritta dal altri 11 colleghi, alla quale rispose il ministro pro tempore Centinaio l'11 febbraio 2019;

considerato che:

molti agricoltori sono sottoposti a pratiche non del tutto trasparenti circa la gestione della licenza di riproduzione e commercializzazione del grano Cappelli, concessa per quindici anni dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea) alla Società italiana sementi SpA (Sis);

la licenza in esclusiva prevedeva la moltiplicazione e lo sfruttamento commerciale della varietà Cappelli, ovvero la sua diffusione e non una restrizione commerciale;

dalla nota diffusa emerge un sistema monopolistico basato sullo sfruttamento di una posizione di forza, su un diniego ingiustificato della fornitura delle sementi a coltivatori non aderenti alla Coldiretti e su altrettanto ingiustificati aumenti di prezzo pari al 60 per cento rispetto al prezzo precedentemente applicato;

l'Agcm, nella relazione redatta a termine dell'istruttoria, mette in discussione il contratto e la gestione del seme Cappelli da parte di Sis-Coldiretti, il cui presidente Mauro Tonello è un esponente di primo piano della Coldiretti;

secondo l'Agcm "le evidenze agli atti mostrano come SIS abbia subordinato la fornitura delle Sementi all'accettazione del vincolo di filiera chiusa, facendosi forte dell'esclusiva ottenuta in base alla Licenza-CREA, ciò che per di più è avvenuto a valle di una fase di notevole sviluppo della varietà Cappelli e la conseguente crescita della richiesta commerciale di prodotti alimentari a base della stessa";

sulla base di quanto accertato in corso d'istruttoria "Risulta - si legge - che SIS abbia ritardato o addirittura del tutto denegato la fornitura di Sementi in maniera ingiustificata, in svariati casi senza neppure fornire riscontro alle reiterate richieste di coltivatori interessati a ottenere le Sementi, oppure facendolo con ritardi incompatibili a consentire la debita programmazione delle semine da parte degli stessi; a tale fine, SIS ha scientemente fatto ricorso a false giustificazioni". E non solo, numerose evidenze agli atti consentono in effetti d'intendere come, "a fronte dell'impegno dei coltivatori a stipulare il Contratto-SIS, l'impresa sementiera abbia slealmente selezionato le proprie controparti commerciali sulla base di valutazioni discriminatorie di tipo soggettivo, quali, in maniera pervasiva, l'appartenenza o meno dei richiedenti a determinate organizzazioni di rappresentanza, ovvero la preesistenza di relazioni commerciali diverse con soggetti terzi, i consorzi agrari";

al punto 109, l'Agcm parla di "sistematico trattamento discriminatorio operato da SIS rispetto alle proprie controparti commerciali";

si legge ancora nella relazione dell'Antitrust che: "Dato un siffatto squilibrio contrattuale, dalle risultanze istruttorie è emerso che SIS ha fatto leva su di esso - in particolare per l'esclusiva legale detenuta sulle Sementi in base alla licenza Crea - per imporre ai coltivatori la stipula del Contratto-SIS, ai sensi del quale gli stessi s'impegnano a conferire il Raccolto. SIS, inoltre, ha ritardato o definitivamente denegato la fornitura di Sementi in maniera ingiustificata, discriminando tra i coltivatori richiedenti sulla base di considerazioni del tutto sconnesse da motivazioni obiettive e leali. SIS, infine, non appena ottenuta l'esclusiva sulle Sementi ha praticato un incremento di prezzo assai significativo rispetto a quelli registrati in precedenza, risultato ingiustificato rispetto agli impegni e spese sostenuti da SIS in quel momento, procedendo a ulteriori aumenti di prezzo anche negli anni successivi.". Prosegue l'Agcm "Le condotte descritte per le motivazioni esposte appaiono conclusivamente integrare sfruttamenti abusivi della propria posizione di forza commerciale da parte di SIS, a danno dei coltivatori interessati alla semina al raccolto di grano Cappelli. Esse appaiono quindi configurare pratiche commerciali sleali, determinando perciò violazioni dell'art. 62, commi 1 e 2" del citato decreto-legge;

in definitiva, la società sementiera Sis e Coldiretti, con queste pratiche commerciali sleali restringevano il mercato anziché allargarlo. La relazione dell'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato, letta sulla stampa specializzata, mette in luce le contraddizioni del mondo agricolo facendo emergere la promiscuità tra le attività di business e quelle sindacali. La Coldiretti, con questo raccapricciante legame, da quanto per ora si evince, sembra, secondo l'interrogante, dimostrare di non aver saputo gestire in maniera leale e corretta la riproduzione del seme Cappelli previsto dalla licenza esclusiva avuta dal Crea, né di essere stata leale con chi apparteneva ad altri sindacati (punto 66 del Doc Agcm);

infine, l'interrogante intende evidenziare che nel mercato vi è una quantità di pasta prodotta con grano Cappelli che non corrisponde ai volumi del grano prodotto in Italia,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo, alla luce di tali violazioni, non ritenga, innanzitutto, di dover fare chiarezza sulla vicenda, che vede protagonista un sindacato agricolo intento a reclutare aziende "targate e targabili";

se non ritenga vi sia un evidente conflitto di interessi per un sindacato che, in quanto tale dovrebbe tutelare tutti gli agricoltori e, quindi, non partecipare, direttamente o indirettamente, ad attività di profitto;

se non intenda revocare immediatamente la licenza concessa alla Società italiana sementi SpA, nonché prevedere un nuovo avviso pubblico per acquisire manifestazioni d'interesse anche da parte di altre aziende sementiere, cui affidare la riproduzione del seme per la moltiplicazione, ai fini della successiva diffusione e commercializzazione, evitando pregiudizi alla nostra sovranità alimentare;

se non ritenga, infine, di incaricare l'Ispettorato centrale repressioni frodi (ICQRF), affinché esegua le analisi molecolari sulla pasta di grano Cappelli in commercio per verificare se la sequenza genetica del prodotto finito (pasta e semola) sia identica a quella della materia prima (grano) e se vi sia congruenza tra volumi di grano nazionale e pasta prodotta.

(in allegato alla presente interrogazione è stata trasmessa documentazione, che resta acquisita agli atti del Senato)

(4-02322)