• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00526 (2-00526) «Locatelli, Molinari, Panizzut, De Martini, Foscolo, Lazzarini, Sutto, Ziello, Murelli, Giaccone, Caffaratto, Caparvi, Durigon, Legnaioli, Eva Lorenzoni, Moschioni, Cavandoli, Cestari,...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00526presentato daLOCATELLI Alessandratesto diMartedì 15 ottobre 2019, seduta n. 239

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   sono più di quattro milioni le persone con disabilità che vivono nel nostro Paese. Il dato è stato confermato dall'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane in occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità;

   come tutti sanno, il processo di inclusione di queste persone nel tessuto sociale, economico, lavorativo e scolastico è ancora oggi incompleto. Gli individui con disabilità riscontrano gravi difficoltà nell'accesso alle cure e ai trattamenti essenziali, nell'inserimento nel mondo del lavoro e, in generale, nell'espletamento delle normali attività quotidiane, con un rischio accentuato di vulnerabilità che influenza inevitabilmente anche la loro sfera relazionale ed emotiva;

   la situazione è molto delicata anche dal punto di vista economico. Le persone con disabilità, in effetti, devono affrontare maggiori spese con redditi inferiori rispetto a quelli a disposizione del resto della popolazione. Lo svantaggio è, quindi, duplice: incide sul versante delle uscite e delle entrate economiche di questi soggetti e compromette, conseguentemente, il loro potere di acquisto e la possibilità stessa di convertire il reddito in benessere;

   secondo gli esperti, lo scenario attuale non potrà che aggravarsi nel prossimo futuro a causa del progressivo invecchiamento della popolazione e del contemporaneo calo demografico che sta attraversando il nostro Paese;

   allo stato attuale, infatti, sono le famiglie a farsi carico della maggior parte dei trattamenti necessari alla cura dei loro componenti che si trovano in stato di disabilità, sopperendo nei limiti del possibile alle mancanze della rete assistenziale dei servizi locali. Tuttavia, con la dinamica socio-demografica che si è andata consolidando negli ultimi anni, caratterizzata da un forte calo della natalità, la dimensione delle famiglie finirà inevitabilmente per restringersi, il sistema di assistenza informale che caratterizza la realtà italiana potrebbe entrare in crisi e le persone con disabilità potrebbero ritrovarsi più sole e vulnerabili di quanto oggi già non siano;

   a fronte di questo quadro, il precedente Governo aveva annunciato una serie di importanti provvedimenti finalizzati ad aumentare il livello di autosufficienza delle persone con disabilità e a migliorare le loro condizioni di vita, di salute e di reddito, nel rispetto dei principi sanciti dall'articolo 38 della Costituzione e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità sottoscritta dall'Italia in data 30 marzo 2007;

   in particolare, tra le misure in questione vi era quella relativa all'aumento della pensione di inabilità civile e dell'assegno di invalidità civile istituiti dagli articoli 12 e 13 della legge 30 marzo 1971, n. 118. L'importo di queste prestazioni, tuttora inferiore alla soglia dei 300 euro, è infatti assolutamente insufficiente ad adempiere in concreto alla funzione assistenziale ad esse attribuita dal legislatore;

   un intervento in questa direzione risulta indispensabile se si vuole assicurare un'adeguata tutela dei diritti delle persone con disabilità. È un atto di giustizia sociale che dovrebbe comparire ai primi posti di qualsiasi programma di governo;

   proprio in relazione a questo tema fondamentale, tuttavia, non si hanno notizie certe in merito alle intenzioni dell'attuale Esecutivo;

   tale situazione di incertezza è fonte di grave preoccupazione per tutte le persone con disabilità e per le rispettive famiglie che da anni sono costrette a fare da sole e ad arrangiarsi, senza neppure poter contare su un contributo economico sufficiente ad assicurare loro un'esistenza dignitosa;

   è chiaro che si debba procedere ad una rivalutazione consistente di queste misure di sostegno che sia compatibile con la funzione assistenziale loro propria e con i principi affermati dalla Costituzione e dalla predetta Convenzione delle Nazioni Unite –:

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda celermente adottare al fine di aumentare gli importi della pensione di inabilità civile e dell'assegno di invalidità civile e restituire agli strumenti in questione un'utilità concreta ed effettiva, in grado di tutelare adeguatamente le esigenze e i diritti delle persone con disabilità;

   se il Governo stia già studiando la ridefinizione dell'importo dell'assegno di invalidità e della pensione di inabilità civile e la misura dell'aumento e l'individuazione delle eventuali risorse da utilizzare a copertura.
(2-00526) «Locatelli, Molinari, Panizzut, De Martini, Foscolo, Lazzarini, Sutto, Ziello, Murelli, Giaccone, Caffaratto, Caparvi, Durigon, Legnaioli, Eva Lorenzoni, Moschioni, Cavandoli, Cestari, Golinelli, Morrone, Piastra, Raffaelli, Tomasi, Tombolato, Tonelli, Vinci, Boldi».