• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/01161 NUGNES, DE PETRIS, NATURALE, RUSSO, PARAGONE, ASTORRE, LONARDO, ROMANO, CIRINNA' - Ai Ministri dell'interno e per le pari opportunità e la famiglia. - Premesso che: in questi ultimi...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01161 presentata da PAOLA NUGNES
mercoledì 9 ottobre 2019, seduta n.153

NUGNES, DE PETRIS, NATURALE, RUSSO, PARAGONE, ASTORRE, LONARDO, ROMANO, CIRINNA' - Ai Ministri dell'interno e per le pari opportunità e la famiglia. - Premesso che:

in questi ultimi anni l'assenza di canali legali per l'immigrazione e il prevalere di criteri securitari nelle politiche governative hanno rappresentato un fattore di crescita del traffico di esseri umani, nonché di criminalizzazione della stessa solidarietà verso i migranti e i profughi;

in questo contesto si è perduta ogni capacità di contrasto verso la peggiore attività criminale nei confronti delle donne migranti, rappresentata dagli stupri quotidiani nei lager, dalla riduzione in schiavitù e dalla costrizione alla prostituzione;

il fenomeno della tratta è ancora oggi invisibile e poco conosciuto, nonostante i dati dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni stimino che l'80 per cento delle 11.009 donne nigeriane registrate lo scorso anno in Italia sia stata ed è vittima di tratta;

emerge, seppure da rilevazioni ancora parziali, come non vi siano state incriminazioni dei trafficanti di uomini, ai sensi della legge n. 228 del 2003, recante "Misure contro la tratta di persone";

per il passato, con l'art. 18 del decreto legislativo n. 286 del 1998, le norme italiane hanno rappresentato per altri Paesi un punto di riferimento legislativo ed una buona pratica da seguire, ma oggi, alla luce dei "pacchetti sicurezza" che hanno peggiorato gravemente tutta la materia dell'accoglienza, le normative antitratta risultano svuotate di efficacia;

lo stesso art. 18 del citato decreto legislativo resta in vigore solo formalmente, mentre tutto il sistema di asilo e di protezione internazionale, svilito l'impianto di tutela e inclusione, di fatto non protegge i soggetti deboli;

con il decreto-legge n. 113 del 2018, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 132 del 2018 (cosiddetto decreto immigrazione-sicurezza), all'art. 12 è stato previsto l'esclusione dei richiedenti protezione internazionale nel sistema di accoglienza SPRAR;

il decreto, pur permettendo ancora l'accoglienza delle vittime di tratta, escludendo i richiedenti asilo, svuota di fatto anche la norma di cui all'art. 18 del decreto legislativo citato; le donne, gli uomini e i minori vittime di tratta sono soggetti particolarmente fragili e gli abusi fisici e psicologici cui sono sottoposti prima di arrivare in Italia vengono rilevati solo attraverso percorsi di accompagnamento o in sede di audizione davanti alle commissioni territoriali, quindi prevalentemente negli SPRAR, nella fase in cui sono in attesa di riconoscimento della protezione;

impedendo l'accoglienza dei richiedenti asilo nel sistema SPRAR, ma abbandonandoli in meri centri di dimora, privi del supporto di personale specializzato (CAS), è di fatto impossibile intercettare le persone vittime di tratta; di conseguenza, questi non riescono a denunciare la loro condizione, diventando facili prede dei trafficanti di uomini che li attendono sui nostri territori per immetterli nel mondo della prostituzione e, più in generale, della malavita organizzata;

considerato che, come risulta agli interroganti:

oggi non vengono più identificate come tali molte donne vittime di tratta, le quali, abbandonate a loro stesse, versano in condizione di disperazione nei vari centri di raccolta, fino a quando non vengono sequestrate dai loro aguzzini;

la domanda autoctona di prostituzione, anche minorile, che alimenta questo infernale mercato non accenna a diminuire sul nostro territorio,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di questa gravissima situazione di abuso nei confronti delle donne e dei minori che arrivano sul territorio italiano;

se abbiano intenzione, attraverso azioni mirate, innanzitutto, di fare emergere questo fenomeno sempre più grave, sottoponendo a stringente verifica il piano nazionale antitratta;

se, nell'ambito delle proprie competenze, vogliano mettere in campo tutte le metodologie di intervento necessarie, sia nell'ambito della sinergia necessaria a garantire la convergenza funzionale delle competenze istituzionalmente assegnate dal nostro ordinamento alle amministrazioni centrali dello Stato, alle Regioni, al sistema delle autonomie locali (in particolare i Comuni) che rispetto alla doverosa integrazione tra risorse pubbliche nazionali (statali, regionali, comunali), fondi strutturali e comunitari (anch'essi articolati sui diversi livelli funzionali), rete della solidarietà religiosa e laica e del volontariato sociale, al fine di convocare un tavolo di lavoro specifico e partecipato dalle organizzazioni, associazioni e personalità che si impegnano nel contrasto, nella prevenzione e solidarietà alle vittime di tratta;

se vogliano impegnarsi a rivedere i criteri e le norme introdotte dai decreti sicurezza ed in particolare ripristinare la disciplina del diritto di asilo per motivi umanitari, che apre le porte attraverso il riconoscimento di identità a percorsi di inclusione lavorativa e sociale;

se vogliano farsi portavoce di un progetto di accoglienza diffuso sul territorio, che garantisca coinvolgimento delle comunità locali e accesso a programmi e servizi di inclusione sociale.

(3-01161)