• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/02789 (5-02789)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02789presentato daBUCALO Carmelatesto diMercoledì 2 ottobre 2019, seduta n. 231

   BUCALO e VARCHI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto, nata nel 1925 come manicomio criminale, trasformata poi in ospedale psichiatrico giudiziario, con la nascita delle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), destinate ai condannati con problemi psichiatrici, dal 2018 è una casa circondariale con annessa sezione di reclusione, ma anche casa di lavoro aperta e sezione articolazione per la tutela della salute mentale (Atsm), maschile e femminile. Proprio la gestione dell'articolazione per la salute mentale è la principale problematica dell'istituto;

   il reparto «psichiatrico» (seppur modificato il nome in Atsm) è rimasto tale e quale, con le sue criticità e la peculiarità di reparto «ospedaliero» inefficiente ed inefficace come struttura sanitaria; tale sezione è stata istituita senza una vera o corretta organizzazione sanitaria, a causa della mancanza di un protocollo tra amministrazione penitenziaria, Asp e assessorato alla salute della regione siciliana (come già avvenuto in altre regioni);

   la mancanza di interventi edilizi di ristrutturazione e di ampliamento fa sì che la sezione risulti essere inadeguata; mancano spazi adeguati, il più possibile accoglienti, in modo da favorire la comunicazione tra operatori e paziente;

   non esistono attività riabilitative, così come percorsi terapeutici personalizzati per favorire l'integrazione dei malati mentali e dei portatori di disagio sociale nell'ambiente intramurario. Proprio questi avrebbero bisogno di un'assistenza diversa, non solo di un'osservazione sterile. Per loro è fondamentale favorire la socializzazione e il reinserimento, poiché, troppo spesso, la convivenza nello stesso reparto non fa che esasperare le singole patologie, ed in queste condizioni, il loro stato di salute mentale, anziché migliorare, regredisce;

   la gestione dell'Atsm, a causa dell'esiguo numero di personale sanitario presente, è quasi totalmente affidata al già insufficiente personale di polizia penitenziaria, che quindi si trova costretto ad operare in ambienti inidonei e con detenuti o internati pericolosi. I rischi per la loro incolumità sono quindi diventati altissimi: a questi servitori dello Stato, pertanto non si può più chiedere di svolgere un compito che non è proprio;

   le condizioni ambientali descritte hanno portato e continuano a portare a innumerevoli e quasi sistematici eventi critici che spesso si tramutano in tentativi di suicidio, aggressioni tra detenuti, atti di autolesionismo. Violenze che, purtroppo hanno interessato anche gli agenti presenti, costretti a ricorrere alle cure del vicino ospedale. Ancora più grave è comunque l'ultimo episodio di cronaca: il suicidio di un ragazzo ventenne che si trovava da qualche settimana in osservazione proprio nella nota VIII sezione Atsm. È il sesto suicidio dal gennaio 2015 ad oggi;

   dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari nel 2015, ai sensi del decreto-legge n. 211 del 2011, convertito dalla legge n. 9 del 2012, questi sono stati sostituiti dalle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) idonee ad assicurare adeguate cure dell'infermo di mente e a far fronte alla sua pericolosità sociale –:

   se e quali iniziative intenda adottare per superare le gravi criticità presenti nella VIII Sezione Atsm della casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto che allo stato attuale non è nelle condizioni di poter garantire le finalità riabilitative e la sicurezza ai detenuti e al personale di polizia penitenziaria;

   se si intenda, in un quadro riorganizzativo nazionale, adottare le iniziative di competenza per provvedere alla chiusura dell'Atsm e alla conversione in reparto ordinario.
(5-02789)