• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/02783 (5-02783)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02783presentato daMURELLI Elenatesto diLunedì 30 settembre 2019, seduta n. 229

   MURELLI, DURIGON, MOLINARI, LORENZO FONTANA, CAFFARATTO, CAPARVI, IEZZI, LEGNAIOLI, EVA LORENZONI, MOSCHIONI e SASSO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   è notizia che ha destato non poco sconcerto ed indignazione nell'opinione pubblica, ed in particolare tra i parenti di vittime del terrorismo, quella dell'ex brigatista Saraceni beneficiaria del reddito di cittadinanza;

   Federica Saraceni, figlia di un ex giudice fondatore di Magistratura Democratica, poi parlamentare con Pds e Verdi, è stata condannata a 21 anni e sei mesi per l'omicidio del giuslavorista Massimo D'Antona, sulla via Salaria il 20 maggio 1999; dal 2005 è agli arresti domiciliari e dallo scorso agosto percepisce la somma di 623 euro al mese;

   a norma di legge (decreto-legge n. 4 del 2019; legge n. 26 del 2019) condicio sine qua non per beneficiare del reddito di cittadinanza è che il richiedente non sia sottoposto «a misure cautelari personali» e non sia stato condannato in via definitiva nei dieci anni precedenti la richiesta per reati gravissimi;

   dopo il caso Saraceni, sono emersi altri due nomi di ex terroristi beneficiari del sussidio: Massimiliano Gaeta, esponente del cosiddetto Partito Comunista politico militare, condannato per attentati di stampo terroristico, e Raimondo Etro, condannato per concorso nel sequestro di Aldo Moro e per l'omicidio del giudice Riccardo Palma a 20 anni e sei mesi: il primo incassa 500 euro al mese, il secondo la cifra massima pari a 780 euro mensili;

   la notizia è, a parere degli interroganti, di una gravità inaudita, sia per l'inopportunità che ex terroristi possano ricevere da quello stesso Stato che con stragi e omicidi volevano colpire un sussidio riservato, invece, a chi si trova in condizioni di povertà con la finalità di reinserirsi nel mondo del lavoro, sia perché denota le falle del sistema di erogazione del reddito di cittadinanza, non corrispondente, nei fatti, alla ratio della disciplina –:

   se e quali iniziative di propria competenza il Ministro interrogato intenda adottare con urgenza con riguardo ai fatti esposti in premessa relativamente all'erogazione del reddito di cittadinanza a chi si è macchiato dei più gravi reati contro lo Stato e, come tale, non titolato, a parere degli interroganti, a beneficiare di provvidenze economiche a spese della collettività.
(5-02783)