• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/03654 (4-03654)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03654presentato daD'ATTIS Maurotesto diVenerdì 27 settembre 2019, seduta n. 228

   D'ATTIS, SISTO, LABRIOLA e ELVIRA SAVINO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nell'indagine conoscitiva «Nascere Sicuri», approvata dalla Commissione Igiene e sanità del Senato nel 2012, si afferma che «per molte donne comunque il dolore del parto è un grosso scoglio da superare, un passaggio che assorbe molte energie, limitando le possibilità di una partecipazione più concentrata e serena all'evento, partecipazione che costituisce l’optimum da realizzare per le vie più varie»;

   l'analgesia per realizzare al meglio questo fine dovrebbe, però far parte di un programma di assistenza alla gravidanza che si propone una visione globale del nascere e non porsi come un evento isolato, caratterizzato da scarsa informazione, che viene proposto in sala parto;

   le nuove linee guida dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità), divulgate a febbraio 2018, riconoscono l'adozione dell'epidurale come diritto per la donna che dovrà partorire, evitando il dolore;

   in Italia, la partoanalgesia è stata inserita nei livelli essenziali di assistenza (Lea) già con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 aprile 2008, n. 23, che, al comma 3 dell'articolo 37, stabiliva che «il Servizio sanitario nazionale garantisce le procedure analgesiche nel corso del travaglio e del parto vaginale nelle strutture individuate dalle regioni e all'interno di appositi programmi volti a diffondere l'utilizzo delle procedure stesse. Le regioni adottano adeguate misure per disincentivare il ricorso al parto cesareo in un numero di casi superiore a un valore percentuale/soglia sul totale dei parti, fissato dalle stesse regioni»;

   il medesimo principio veniva confermato nel dispositivo del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 18 marzo 2017 con l'aggiornamento dei Lea;

   la deliberazione della giunta regionale della regione Puglia del 29 maggio 2017, n. 796, ha approvato il «Modello organizzativo di implementazione della partoanalgesia nei punti nascita con numero di parti superiore a 1000/anno»; tale delibera recita testualmente: «nel rispetto del diritto di libera scelta della donna sulle modalità di svolgimento del parto, la Regione Puglia, nel promuovere l'appropriatezza degli interventi assistenziali con conseguente riduzione dei parti cesarei, riconosce ad ogni donna in stato di gravidanza il diritto ad un parto fisiologico con la possibilità di usufruire gratuitamente di tecniche antalgiche efficaci e sicure, in particolare della partoanalgesia epidurale»; nel territorio della provincia di Brindisi, insistono tre punti nascita: uno presso il nosocomio di Francavilla Fontana, un altro presso l'Ospedale Perrino del capoluogo, classificato come punto nascita con numero di parti superiore a mille annui, e l'ultimo situato presso la struttura privata Casa di Cura Clinica Salus, che secondo gli ultimi dati disponibili ha effettuato 787 parti annui, circa la metà di quelli avvenuti presso l'unità ospedaliera Perrino;

   nessuna delle strutture pubbliche, ad oggi, ha mai erogato il servizio di partoanalgesia (neanche nel punto nascita del capoluogo >1000 parti/anno), mentre l'unica struttura a garantire tale prestazione a pagamento è stata la Clinica Salus;

   notizie sempre più insistenti e diffuse riportano della chiusura del reparto di ostetricia presso la suddetta struttura privata a partire da gennaio 2020, con l'evidente e logica conseguenza della sospensione del servizio di partoanalgesia su tutto il territorio del brindisino;

   sarebbe necessario che la regione Puglia adottasse misure di potenziamento del reparto di maternità e ginecologia dell'unità ospedaliera Perrino di Brindisi nella prevedibile ipotesi che, alla chiusura dell'omologo reparto presso la casa di cura Salus, vi sia un vero e proprio congestionamento della struttura pubblica –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della vicenda e quali iniziative di competenza intenda assumere per assicurare l'implementazione della partoanalgesia, anche nell'ottica della riduzione del numero di parti cesarei, garantendo il rispetto dei livelli essenziali di assistenza in Puglia come nelle altre realtà regionali.
(4-03654)