• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
S.2/00045 LANNUTTI, CORRADO, LEONE, PRESUTTO, GIANNUZZI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per lo sport. - Premesso che: un articolo di Gianfrancesco Turano sul settimanale...



Atto Senato

Interpellanza 2-00045 presentata da ELIO LANNUTTI
martedì 17 settembre 2019, seduta n.149

LANNUTTI, CORRADO, LEONE, PRESUTTO, GIANNUZZI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per lo sport. - Premesso che:

un articolo di Gianfrancesco Turano sul settimanale "L'Espresso", in data 11 ottobre 2016 dal titolo "Malagòpoli, l'incredibile rete di potere di Giovanni Malagò. Un groviglio di relazioni formidabile, nato in un circolo romano. È la base del potere del presidente del Coni", mette in luce i numerosi scandali del Coni e del 'sistema Aniene'. Si legge, tra l'altro: "Molto prima che Malagò diventasse presidente del Comitato olimpico nazionale, il suo circolo era diventato una Hall of fame che ha surclassato club di tradizione come l'Antico tiro a volo. Finanzieri, banchieri, imprenditori, politici desiderosi di stare insieme fra uguali chiacchierano di quisquilie o di affari sotto l'egida dello "spirito Aniene". Intra moenia, nei locali della clubhouse, nella chiatta inaugurata questa estate per le cene sul fiume, nel prato vigilato dalle oche capitoline, ci si dà del tu come ai tempi degli antichi romani, in una sorta di egualitarismo fra ottimati. Lo sfottò è di prammatica";

come riportato da un articolo de "la Repubblica" del 13 settembre 2019 a firma Marco Mensurati, "la lettera con la quale, bocciando la riforma dello sport, il Comitato olimpico internazionale (Cio) il 6 agosto 2019 ha minacciato l'esclusione dell'Italia dalle Olimpiadi di Tokyo 2020 e, peggio ancora, la revoca dell'assegnazione di Milano-Cortina 2026, sarebbe stata voluta, richiesta e letteralmente dettata dal Coni, nella persona del suo presidente Giovanni Malagò. Il quale dunque, mentre con la mano sinistra "avvertiva" il Senato (audizione del 29 luglio 2019) del «serissimo problema con il Cio» causato dalla riforma, e del «relativo rischio di pesanti sanzioni»; con la mano destra quello stesso problema e quelle stesse sanzioni invocava, per iscritto; a documentare il ruolo, quantomeno irrituale, giocato da Malagò in questa partita ci sarebbero due lettere inviate a Losanna, il 30 e il 31 luglio scorso. Entrambe sono a sua firma. La prima è la più formale ed è indirizzata direttamente al presidente del Cio Thomas Bach. «Dear president, dear Thomas - si legge nel documento - vorrei informarla che il governo italiano approverà nei prossimi giorni un decreto legge non in linea con la Carta olimpica » Malagò spiega, poi, in che modo, secondo il Coni, "Sport e Salute" (la società creata dal precedente governo nella quale è confluita la cassa dello sport italiano) interferisca con l'attività del Coni e con la sua autonomia; «Prima di tutto - si legge - il decreto legge definisce il ruolo del Coni come limitato alla gestione delle attività olimpiche () e questa definizione è contraria all' articolo 27 della carta olimpica che parla invece di sviluppo e promozione sia dello sport di alto livello sia dello sport per tutti». In secondo luogo, sempre secondo Malagò, la riforma contrasta anche con il paragrafo 5 dei principi fondamentali della carta olimpica, secondo cui «le organizzazioni sportive aderenti al movimento olimpico devono essere politicamente neutrali». Vi è, però, come seconda lettera: «Dear James, oltre a quanto scritto al presidente ieri, vorrei sottolineare alcuni altri aspetti», è l'incipit. Tra questi aspetti, Malagò sottolinea un punto preciso dell'articolo 27, il nove. Ovvero quello che «stabilisce che il comitato esecutivo del Cio può assumere le decisioni più appropriate per proteggere il movimento olimpico () tra cui la sospensione o il ritiro del riconoscimento del Noc (comitato olimpico nazionale) nel caso in cui una legge o anche ogni altro atto del governo sia di ostacolo all'attività o alla libera espressione del Noc stesso»; sanzione che avrebbe come conseguenza proprio quella catastrofe sportiva paventata da Malagò due giorni prima in Senato. Insomma, invece di cercare una soluzione soft (magari modificando appunto la legge delega) Malagò indica al Cio la soluzione finale, scegliendo di prendere in ostaggio la partecipazione olimpica dell'Italia a Tokyo 2020, nonché l'organizzazione delle Olimpiadi del 2026, pur di ostacolare la riforma Giorgetti-Valente, che prevede la necessità di rimettere mano al numero dei mandati del presidente del Coni (potenzialmente rendendo Malagò ineleggibile per il prossimo mandato). Nei giorni successivi a quelle due lettere, e comunque ben prima del 6 agosto, giorno in cui il Cio manderà la sua lettera, parte una massiccia campagna stampa proprio sui punti in questione, alla quale parteciperanno molti degli atleti più vicini ai vertici del Coni, culminata l'8 agosto con la campionessa del circolo Aniene Federica Pellegrini. La lettera riservata di Malagò a Macleod rischia adesso di avere importanti riflessi. Sia in Italia (entro il 30 settembre deve essere firmato il contratto di servizio tra Coni e Sport e Salute, partita nella quale sarà decisivo il nuovo ministro Vincenzo Spadafora) sia a Losanna, visto che difficilmente Bach sarà contento di passare come uno che si fa dettare le lettere da Malagò";

è stato espresso imbarazzo sia dal mondo del tennis che da quello del nuoto di fronte alle due lettere, scritte dal presidente del Coni, Giovanni Malagò al Cio, "Sconvolgente anche se lo avevo capito. Veder scritte le lettere fa un altro effetto". Hanno affermato all'Adn Kronos il presidente di Federtennis, Angelo Binaghi e di Federnuoto Paolo Barelli, gli unici che hanno preso le distanze da Malagò,

si chiede di sapere:

se risulti la lettera al Comitato olimpico internazionale (Cio), col quale il 6 agosto 2019 Malagò ha minacciato l'esclusione dell'Italia dalle Olimpiadi di Tokyo 2020 e la revoca dell'assegnazione di Milano-Cortina 2026;

se il Governo non ritenga che le richieste al numero uno del Cio Thomas Bach ed a James Macleod responsabile del Cio per le relazioni con i Comitati nazionali, non integrino un danno agli interessi dell'Italia e delle federazioni sportive, con la finalità esclusiva di perpetuare quello che gli interpellanti ritengono un personalistico potere;

quali misure urgenti il Governo intenda attivare, per ripristinare la leale collaborazione tra il Coni, le federazioni sportive e l'Esecutivo, e se non si ritenga urgente destituire Malagò dal Coni, con l'immediato commissariamento a tutela delle comunità sportive dell'interesse generale e del bene comune.

(2-00045)