• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/03590 (4-03590)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03590presentato daMURONI Rossellatesto diMartedì 17 settembre 2019, seduta n. 224

   MURONI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   il nostro Paese è fra i maggiori consumatori di pesticidi a livello europeo (5,7 kg/ha contro i 3,8 kg/ha europei). Nel 2016 in Italia sono stati venduti 125 milioni di chilogrammi di prodotti fitosanitari;

   le persone possono venire in contatto con il glifosato per esposizione occupazionale, residenziale o attraverso l'acqua e l'alimentazione. Residui dell'erbicida sono stati ritrovati in pane, cereali e legumi, prodotti derivati animali ma anche nel plasma, nelle urine e nel latte materno;

   il glifosato è un'ammina individuata una prima volta negli anni ’50 da una multinazionale chimica e farmaceutica svizzera e poi negli anni ’70, risintetizzata per caso dal colosso statunitense Monsanto, di recente acquisito dalla tedesca Bayer;

   il glifosato è un noto interferente endocrino: specie nella formulazione commerciale interferisce con la sintesi di progesterone, estrogeni e testosterone a concentrazioni ritenute non tossiche e inferiori alle dosi raccomandate e può influenzare l'apoptosi in cellule placentari umane;

   nel mese di maggio del 2015 lo Iarc ha valutato il glifosato come «cancerogeno probabile», in particolare per l'insorgenza di linfomi non Hodgkin;

   nell'ottobre 2018 il tribunale di San Francisco ha condannato la Monsanto a versare 289 milioni di risarcimento danni, di cui 250 a titolo di «danni punitivi» (ridotti in appello a 39, per un risarcimento finale di 78 milioni), a Dewayne Johnson, il giardiniere di una scuola di una cittadina vicino la stessa San Francisco, ammalatosi di un linfoma non-Hodgkin anche a causa dell'esposizione al Roundup;

   nel mese di marzo 2019 la Corte di San Francisco, in California, ha concluso all'unanimità che «il signor Andrew Hardeman ha provato con evidenza preponderante che la sua esposizione al glifosato è un fattore sostanziale nella causazione del linfoma non-Hodgkin»;

   il 27 novembre 2017 l'Italia ha votato a favore del divieto della sostanza glifosato a livello di Unione europea;

   nonostante sia ormai acclarato che il glifosato sia una sostanza pericolosa, in quanto cancerogena e comunque nociva, la Commissione europea, con regolamento di esecuzione (UE) 2017/2324 della Commissione, del 12 dicembre 2017, ha ritenuto di rinnovare per ulteriori 5 anni, fino al 2022, l'autorizzazione all'immissione del glifosato nell'ambito territoriale dell'Unione europea;

   la legislazione dell'Unione europea prevede che le sostanze attive (ad esempio, il glifosato) siano autorizzate a livello di Unione europea. Tuttavia, i prodotti (ad esempio RoundUp) basati su queste sostanze attive sono autorizzati a livello di Stato membro. Le autorità nazionali sono responsabili dell'autorizzazione dei prodotti. In Italia, il Ministero della salute è responsabile dell'autorizzazione;

   mentre il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo italiano blocca la presentazione del nuovo Pan pesticidi il Parlamento della vicina Austria ha approvato un divieto totale di utilizzo dei pesticidi a base di glifosato sul proprio territorio. Vietare il glifosato come da tempo chiede la Coalizione «StopGlifosato» è quindi possibile, senza dover attendere il termine dell'autorizzazione concessa dall'Unione europea al contestato diserbante reso legale fino a dicembre del 2022 –:

   se il Governo intenda adottare, e in che tempi, le opportune iniziative normative atte a vietare il glifosato attuando il principio di precauzione in modo da proteggere la salute dei cittadini e tutelare l'ambiente;

   nel caso in cui il Governo non intendesse adottare iniziative per vietare il glifosato, se intenda indicare i motivi di questa decisione non in linea con il voto espresso nel mese di novembre 2017 a livello europeo.
(4-03590)