• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/02108 PAPATHEU - Al Ministro della salute. - Premesso che: il Servizio sanitario nazionale, nell'ordinamento giuridico italiano, identifica il complesso delle funzioni, delle attività e dei...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02108 presentata da URANIA GIULIA ROSINA PAPATHEU
mercoledì 7 agosto 2019, seduta n.144

PAPATHEU - Al Ministro della salute. - Premesso che:

il Servizio sanitario nazionale, nell'ordinamento giuridico italiano, identifica il complesso delle funzioni, delle attività e dei servizi assistenziali gestiti ed erogati dallo Stato italiano. Il SSN è costituito sostanzialmente dai vari servizi sanitari regionali, dagli enti e dalle istituzioni di rilievo nazionale e dallo Stato, volti a garantire l'assistenza sanitaria, ovvero la tutela o la salvaguardia della salute dei cittadini, qualificato dalla Costituzione italiana come diritto fondamentale dell'individuo ed interesse della collettività, nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana;

le risultanze di un apposito studio elaborato dalla Federazione medici di medicina generale (Fimmg) e dal sindacato dei medici dirigenti Anaao hanno evidenziato di recente la grave problematica della perdita di 45.000 medici che rischia di determinarsi in Italia entro i prossimi 5 anni;

desta preoccupazione il quadro che si prospetta per effetto dei pensionamenti, che riguarderà sia i medici di famiglia sia i medici del Servizio sanitario nazionale. Una condizione di emergenza destinata ad acuirsi in termini ancora più ampi nell'arco di 10 anni se si pensa che al 2028 saranno andati in pensione 33.392 medici di base e 47.284 medici ospedalieri, per un totale di 80.676 unità;

il dato grave, rilevato dalle organizzazioni sindacali di categoria, concerne inoltre le uscite stimate per effetto dei pensionamenti che non saranno comunque bilanciate dalle presumibili nuove assunzioni. Per i medici di base, infatti, le borse per il corso di formazione in medicina generale messe a disposizione sono oggi circa 1.100 all'anno e se il numero rimarrà costante, secondo la Fimmg, ad essere sostituiti al 2028 saranno non più di 11.000 medici, mantenendo un saldo in negativo a quella data di oltre 22.000 unità;

per i medici del SSN invece, stando a quanto rilevato dall'Anaao, è molto difficile fare un calcolo di quanti potranno essere i nuovi medici assunti a fronte delle uscite per pensionamento: da un lato, infatti, non si conoscono tempi e modalità in cui saranno banditi i concorsi da parte delle Regioni e per quali numeri, e dall'altro va ricordato che in varie regioni è ancora in atto il blocco del turnover parziale o totale;

si ravvisa la necessità ineludibile di coprire con urgenza le carenze che si determineranno. Nel 2028, dunque, verranno a mancare 33.392 medici di famiglia, mentre 14.908 in totale sono invece i pensionamenti da qui al 2022;

nel 2022 andranno in pensione 3.902 medici di base. Sicilia, Lombardia, Campania e Lazio sono le regioni che registreranno, sia nel breve sia nel lungo periodo, le maggiori sofferenze. Quanto ai medici del SSN nei prossimi 10 anni ne verranno a mancare per pensionamento 47.284;

si evince una situazione di assoluta gravità senza precedenti. Un Paese senza medici è un Paese senza sanità, ed appare anche opportuno ricordare che l'attuale sistema delle scuole di specializzazione in medicina non potrà garantire un numero sufficiente di specialisti per il prossimo futuro. Oggi, infatti, i posti resi disponibili per le scuole di specializzazione sono complessivamente circa 6.500 all'anno, ma secondo le stime di categoria ne sarebbero necessari almeno 8.500. A mancare nelle corsie, quindi, saranno a breve soprattutto pediatri, chirurghi, ginecologi e cardiologi,

si chiede di sapere se ed in quali termini il Ministro in indirizzo intenda affrontare la grave emergenza che si prospetta nel Servizio sanitario nazionale, con particolare riferimento all'esigenza di misure risolutive urgenti per affrontare il previsto pensionamento di medici di famiglia che nei prossimi 5-8 anni priveranno 14 milioni di cittadini italiani di questa essenziale figura professionale.

(4-02108)