• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/02082 DE POLI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. - Premesso che: l'articolo 10 del decreto-legge n. 34 del 2019 (cosiddetto decreto crescita), convertito,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02082 presentata da ANTONIO DE POLI
lunedì 5 agosto 2019, seduta n.142

DE POLI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. - Premesso che:

l'articolo 10 del decreto-legge n. 34 del 2019 (cosiddetto decreto crescita), convertito, con modificazioni, dalla legge n. 58 del 2019, che reca misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi, introduce la possibilità per il soggetto che sostiene le spese per gli interventi di efficienza energetica e di riduzione del rischio sismico, di cui agli articoli 14 e 16 del decreto-legge n. 63 del 2013, di ricevere, in luogo dell'utilizzo diretto della detrazione, un contributo anticipato dal fornitore che ha effettuato l'intervento, sotto forma di sconto sul corrispettivo spettante. Tale contributo è recuperato dal fornitore sotto forma di credito di imposta, di pari ammontare, da utilizzare in compensazione, in 5 quote annuali di pari importo, senza l'applicazione dei limiti di compensazione;

i fornitori che hanno effettuato le due tipologie di intervento, a loro volta, hanno la facoltà di cedere il credito di imposta ai propri fornitori di beni e servizi. Analoga facoltà è stata concessa ai beneficiari di detrazioni per interventi di opere finalizzate al conseguimento di risparmi energetici, con installazioni di impianti basati sull'impiego di fonti rinnovabili di energia, nonché ai relativi fornitori, con esclusione della possibilità di ulteriori cessioni da parte di questi ultimi, escludendo in ogni caso la possibilità di cessione ad istituti di credito e a intermediari finanziari;

le conseguenze dell'attuazione di questo provvedimento saranno disastrose per le piccole e medie imprese e le imprese artigiane, che saranno costrette ad anticipare liquidità senza, nella maggior parte dei casi, poter vantare ingenti crediti di imposta nei confronti del fisco tali da consentire la compensazione. L'articolo 10 sembra, quindi, sostenere la crescita dei grandi operatori, unici ad avere capienza fiscale consistente, e affossare le piccole imprese che, non vantando alcun credito di imposta e spesso con problemi di liquidità o accesso al credito, non sarebbero competitive sul mercato;

le imprese artigiane (edili, installazione di impianti e serramentisti), 52.000 solo in Veneto, pari al 42 per cento dell'artigianato regionale, da sempre vicine al cliente, sia nella realizzazione delle opere, che nella loro manutenzione, potrebbero dover aumentare i costi degli interventi, ampliando ancora di più il divario esistente con le grandi imprese,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non reputino opportuno apportare urgentemente modifiche ad un provvedimento che avvantaggerà soprattutto le imprese ben strutturate, penalizzando i piccoli artigiani e le tante realtà del nostro Paese, in cui il "saper fare" continua a rappresentare un ingrediente essenziale di qualità e di innovazione.

(4-02082)