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Atto a cui si riferisce:
C.4/00039 (4-00039)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 1 agosto 2019
nell'allegato B della seduta n. 220
4-00039
presentata da
BIGNAMI Galeazzo

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare, si precisa che la discarica Tre Monti di Imola non è inserita in alcuna procedura d'infrazione di competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
  Le autorizzazioni degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti attengono alle competenze delle singole regioni (articolo 196 del decreto legislativo n. 152 del 2006) e in presenza di superamenti delle CSC, è sempre la regione ad avere la titolarità della messa in sicurezza/bonifica ai sensi del titolo del testo unico ambientale.
  Per quanto riguarda il caso di specie la regione Emilia Romagna, anche sulla base dell'agenzia regionale di prevenzione ambiente ed energia (ARPAE) e dell'assessorato politiche per la salute, ha rappresentato quanto segue.
  Sotto il profilo dell'impatto sanitario nei confronti della popolazione residente, la discarica Tre Monti è già stata oggetto di valutazione preliminare nel periodo 2012-13, nell'ambito del progetto «Sorveglianza epidemiologica sullo stato di salute della popolazione residente intorno agli impianti di trattamento dei rifiuti (SESPIR)», promosso dal Ministero della salute.
  Lo studio in questione, realizzato dalle regioni Emilia-Romagna, Piemonte, Lazio, Campania e Sicilia e dall'istituto superiore di sanità, ha inteso valutare l'impatto sulla salute della popolazione residente in prossimità degli impianti di smaltimento di rifiuti solidi urbani delle cinque regioni, oltre che fornire metodologie e strumenti operativi per la realizzazione di sistemi di sorveglianza in materia di rifiuti e salute nel territorio nazionale.
  Per quanto concerne, in particolare le discariche, secondo lo studio in questione, l'effetto di tali impianti è limitato, almeno in riferimento agli esiti sanitari più rilevanti, essendo essenzialmente riconducibile a disturbi e disagi conseguenti agli odori percepiti in stretta prossimità dell'impianto e ciò in linea con la letteratura internazionale.
  In merito al progetto di ampliamento e sopraelevazione della discarica Tre Monti si precisa che il dipartimento di sanità pubblica dell'azienda Usl di Imola, fin dall'inizio del suo iter di valutazione, ha posto particolare attenzione agli aspetti dell'impatto sulla salute della popolazione.
  A tal riguardo la regione ha evidenziato che, nell'ambito del provvedimento di VIA del progetto, tenendo conto dell'evoluzione più recente della letteratura scientifica, è stata inserita, tra le prescrizioni, la realizzazione di un programma di sorveglianza sanitaria a lungo termine dell'impatto sanitario esercitato dalla discarica, del quale si riportano di seguito i primi risultati.
  Il programma in particolare è complessivamente riferito a due periodi:

   il periodo 2013-2016, finalizzato a stabilire l'attuale livello di rischio sanitario associabile alle residenze in prossimità della discarica;

   il periodo 2017-2020, finalizzato ad individuare eventuali scostamenti del rischio sanitario sperimentati dalla popolazione residente in prossimità della discarica.

  L'analisi effettuata, con riferimento al primo periodo sopra indicato, anni 2013-16, avente ad oggetto i quattro esiti sanitari richiesti dal programma di sorveglianza sanitaria e ritenuti di interesse sulla base della letteratura scientifica, ovvero le malformazioni congenite e il basso peso alla nascita, la prevalenza di asma bronchiale, e di neoplasia pancreatica, non ha mostrato incrementi significativi del rischio, evidenziando tassi di prevalenza di tali eventi sanitari nella popolazione considerata come potenzialmente «esposta», in quanto residente in prossimità della discarica, simili o spesso inferiori a quelli caratterizzanti la popolazione di riferimento.
  Tali risultati, pur con la cautela dovuta alle ridotte dimensioni della popolazione residente in prossimità della discarica, alla possibilità – mai del tutto esclusa negli studi epidemiologici non sperimentali — di interferenze da parte di fattori confondenti non misurati, ed infine alla tipologia degli indicatori sanitari utilizzati, non consentono di associare il verificarsi di effetti nocivi in ambito sanitario alla residenza in prossimità del sito di trattamento rifiuti preso in esame.
  Per quanto riguarda invece il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) nelle acque dei piezometri di controllo della discarica, la regione riferisce che, in ottemperanza alla determinazione della struttura autorizzazioni e concessioni di Arpae Bologna (DET-AMB-2016-2529 del 26 luglio 2016), è stata completata la rimozione totale delle vasche di stoccaggio del percolato VI e V2 e di tutto il materiale di riporto presente, eliminando così la sorgente primaria di contaminazione. Sono stati effettuati campioni di controllo del fondo scavo che hanno rilevato l'assenza di contaminazione residua del suolo.
  L'ultima campagna di monitoraggio Arpae, di novembre 2017, sui piezometri sia interni che esterni alla discarica, rileva ancora superamenti per i solfati e il manganese, con una leggera riduzione dei solfati rispetto alla campagna precedente.
  La regione evidenzia inoltre un aumento della concentrazione di ferro, per tutti i piezometri ma anche per quelli di controllo (bianchi) esterni alla discarica. L'aumento può essere correlato alle attività di cantiere che si sono svolte per tutto il 2017 per la sistemazione dell'area e la rimozione delle citate vasche.
  Sempre la regione precisa che non si è riscontrata la presenza di fenoli, indici di possibile contaminazione da percolato, né di metilfenol, né il superamento per il boro, a differenza di quanto rilevato nelle precedenti campagne.
  In un unico piezometro, in occasione dell'ultimo campionamento, si è riscontrato un leggero superamento dell'arsenico e su un altro una concentrazione anomala di nitriti ma essendo gli unici valori leggermente al di sopra della norma a fronte di altri precedenti campionamenti sotto soglia, si ritiene di attendere gli esiti di ulteriori campionamenti prima di poterli considerare statisticamente significativi per le valutazioni.
  Inoltre la regione evidenzia come non si sia riscontrato neanche in passato, il superamento del cromo VI né di cianuri liberi.
  Si evidenzia, in conclusione che solo il completamento del monitoraggio delle acque sotterranee, che durerà due anni oltre la fine dei lavori, come previsto dalla citata DET-AMB-2016-2529 del 26 luglio 2016, permetterà di verificare l'efficacia degli interventi di sistemazione dell'area delle vasche V1/V2, nonché la necessità di predisposizione di ulteriori interventi.
  Si rassicura comunque che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non ridurrà in alcun modo lo stato di attenzione sulla tematica.
  
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Sergio Costa.