• Testo della risposta

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.4/01202 (4-01202)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 1 agosto 2019
nell'allegato B della seduta n. 220
4-01202
presentata da
FERRO Wanda

  Risposta. – Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Com'è noto, in data 2 dicembre 2014, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha pronunciato la sentenza nella causa C-196/13, non avendo l'Italia adottato le misure necessarie a dare esecuzione alla prima sentenza (C-135/2005). Con la predetta sentenza del 2 dicembre 2014, l'Italia veniva quindi condannata a versare una penalità semestrale iniziale di euro 42.800.000,00.
  Nello specifico la sentenza di condanna riguardava 200 siti da bonificare, di cui 80 affidate al commissario governativo Gen. B. CC. Giuseppe Vadalà.
  Al fine di agevolare la conclusione dei procedimenti di bonifica e messa in sicurezza, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha avviato una intensa attività di supporto ai comuni e alle regioni interessate dalla procedura di infrazione, generando una consistente riduzione del numero di discariche oggetto di condanna con conseguente diminuzione della sanzione semestrale.
  Più precisamente, alla scadenza del 2 giugno 2018, le discariche abusive in procedura di infrazione erano 68, di cui 21 nel territorio calabrese. Grazie alla positiva interlocuzione con la Commissione europea, nel corso di due anni e mezzo circa, la Repubblica italiana ha diminuito le discariche in infrazione. Infatti, in data 1° giugno 2018, le autorità italiane hanno trasmesso alla Commissione elementi informativi volti a dimostrare l'avvenuta bonifica/messa in sicurezza di 13 discariche. La Commissione europea ha ritenuto la documentazione idonea e, pertanto, ad oggi le discariche in infrazione sono 55 di cui 52 affidate al Commissario, passando da una sanzione iniziale di 42,8 milioni a 11,6 milioni di euro.
  Si evidenzia che l'attività di messa in sicurezza/bonifica è in atto su tutti i siti nazionali.
  A ciò si aggiunga che il 2 dicembre 2018 sono stati inviati alla Commissione europea 8 dossier relativi a discariche messe in sicurezza e/o bonificate per le quali è stato chiesto lo stralcio dal pagamento della sanzione semestrale.
  Per quanto concerne, nello specifico, le discariche affidate al commissario governativo, si sottolinea che dall'inizio del mandato ad oggi, lo stesso ha fatto presente di aver svolto la propria azione secondo due direttrici principali: 1) promozione e coordinamento degli iter amministrativi dei lavori da svolgere con le regioni e i comuni attraverso le stazioni appaltanti; 2) analisi dei contesti operativi per la prevenzione degli illeciti. Lo stesso Commissario ha evidenziato di aver incentrato la propria attività sul «recupero dei luoghi manomessi» in modo tale da avviare le operazioni di bonifica secondo uno schema organizzato, articolato e sviluppato ad hoc.
  In un anno e mezzo circa di attività, la struttura commissariale, grazie anche al supporto del Ministero dell'ambiente, ha rappresentato di aver messo in sicurezza/bonificato 28 siti.
  Per quanto attiene la situazione della regione Calabria si rappresenta che, a valle della seconda sentenza di condanna del 2 dicembre 2014, 43 dei 200 siti in infrazione erano localizzati nel territorio calabrese. Dei predetti 43 siti, 24 sono stati messi in sicurezza/bonificati e pertanto stralciati dalla procedura di infrazione e dal pagamento della sanzione semestrale.
  Alla data del 31 gennaio 2019 permangono in procedura di infrazione ancora 19 siti sui quali i lavori di bonifica/messa in sicurezza risultano avviati e in alcuni casi prossimi alla conclusione.
  Di seguito, si elencano i siti calabresi presso i quali sono in corso le attività di messa in sicurezza/bonifica:

   1. discarica comune di Acquaro, località Carrà; 2. discarica comune di Amantea, località Grasullo; 3. discarica comune di Belmonte calabro, località Manche; 4. discarica comune di Colosimi, località Colle Fratantonio; 5. discarica comune di Longobardi, località Tremoli tosto; 6. discarica comune di Mormanno, località Ombrele; 7. discarica comune di Sangineto, località Timpa di Civita; 8. discarica comune di Verbicaro, località Acqua dei bagni; 9. discarica comune di Badolato, località S. Marini; 10. discarica comune di Davoli, località Vasi; 11. discarica comune Magisano, località Finoieri; 12. discarica comune di Martirano, località Ponte del soldato; 13. discarica comune di Reggio Calabria, località Calderiti; 14. discarica comune di Petronà, località Pantano grande; 15. discarica comune di Sellia, località Aria; 16. discarica comune di Taverna, località Terrazzo; 17. discarica comune di Joppolo, località Colantoni; 18. discarica comune di Pizzo, località Marinella; 19. discarica comune di Sana Calogero, località Papaleo.

  In relazione all'azione di rivalsa, si specifica che ad aprile 2016 il Ministero dell'economia e delle finanze, coinvolgendo lo stesso Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e gli enti territoriali interessati, ha avviato il procedimento per l'acquisizione dell'intesa prevista dall'articolo 43, comma 7, della legge 23 dicembre 2012, n. 234, in ordine ai criteri di rivalsa da adottare ai fini del reintegro delle anticipazioni effettuate dal Ministero stesso per il pagamento delle sanzioni comminate dalla Corte di Giustizia dell'Unione europea con la sentenza del 2 dicembre 2014. A tal riguardo, si evidenzia che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha risposto alla richiesta di avvio delle attività istruttorie menzionate programmando una serie di riunioni con le regioni coinvolte. Tali riunioni si sono svolte congiuntamente ai referenti del Ministero dell'economia e delle finanze-RGS nei mesi di maggio e giugno scorsi. Sono in via di definizione i criteri di valutazione da utilizzare per l'eventuale riparto degli oneri e pervenire quindi all'intesa richiesta dalla legge con tutti i soggetti a vario titolo interessati.
  Alla luce delle informazioni esposte, è evidente che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha seguito con costante attenzione le problematiche in argomento e rassicura che continuerà a svolgere le proprie attività di monitoraggio e sollecito senza ridurre in alcun modo il proprio impegno su tale tematica.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Sergio Costa.