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Atto a cui si riferisce:
C.5/02643 (5-02643)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 31 luglio 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-02643

Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
  mi preme innanzitutto ribadire che la gestione della fauna selvatica è un tema da tempo all'attenzione delle Amministrazioni centrali e regionali, una problematica che richiede l'individuazione di soluzioni condivise e di opzioni, utili a trovare risposte ad una serie di criticità di vario ordine, in primo luogo volte a garantire la sicurezza delle persone.
  È necessario agire in maniera coordinata su tutto il territorio e impostare interventi di gestione che risultino efficaci quanto prima possibile che consentano di stabilizzare la situazione nel lungo periodo al fine di salvaguardare le nostre produzioni agricole e agroalimentari e riuscire a trovare – ove possibile – soluzioni che vedano una serena convivenza del lupo con le comunità antropiche.
  Nello specifico evidenzio che la specie lupo (Canis lupus) è tutelata in modo rigoroso dalla normativa nazionale in virtù della legge 11 febbraio 1992 n. 157 «Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio» e, a livello comunitario, dalla Direttiva 92/43/CEE (Habitat), recepita con decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997 n. 357.
  Peraltro, come noto, a livello nazionale sono stati avviati alcuni progetti cofinanziati dalla Commissione Europea nell'ambito del programma LIFE + quali i progetti « Life Medwolf» e « Life Wolfaps», con la finalità di individuare strategie funzionali atte a consentire la convivenza tra il lupo e le attività antropiche, la cui competenza è incardinata in capo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (MAATM).
  Quest'ultimo ha infatti incaricato l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), organo scientifico e tecnico di ricerca e consulenza dello Stato – con la collaborazione dell'Unione Zoologica Italiana (UZI) – di redigere un «Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia», trasmesso alla Conferenza Stato-regioni, discendente da ampi confronti con le regioni, gli esperti e i portatori di interesse.
  Il piano prevede azioni da modulare e combinare in forma appropriata alle esigenze specifiche del territorio.
  È sì necessario tutelare la fauna, ma devono esserci anche delle limitazioni, perché dobbiamo garantire la sicurezza delle persone, nelle campagne e nei centri abitati, oltre ovviamente ai campi e ai raccolti, frutto del lavoro di chi vive ogni giorno di questo.
  Va inoltre evidenziato che la problematica dei danni al settore zootecnico provocati dagli animali carnivori è stata portata più volte all'attenzione del Consiglio dei Ministri dell'Agricoltura a livello Ue e, in tale contesto, è stato chiesto alla Commissione di avviare specifiche iniziative volte alla realizzazione di un monitoraggio oggettivo, aggiornato ed omogeneo a livello Ue, anche per disporre di informazioni attendibili sulla reale consistenza e diffusione della popolazione di lupi e, conseguentemente, condividere le modalità di gestione delle problematiche segnalate.
  Pertanto, confermo l'impegno già in atto da parte del Ministero ad approfondire le varie problematiche connesse alla tematica della fauna selvatica, congiuntamente alle altre competenti Amministrazioni centrali e periferiche, in modo da poter poi individuare soluzioni utili, da attivare sia a livello strettamente normativo – dimensione su cui già ci si sta adoperando – sia a livello operativo sul territorio.
  A questo riguardo voglio anche qui ricordare l'esito positivo dell'azione che è stata condotta a Bruxelles per il riconoscimento dei danni da lupi, e dopo il passaggio in conferenza Stato regioni, il decreto è pronto per la sua adozione.