• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
S.6/00072 esaminate la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2019 (Doc. LXXXVI, n. 2) e la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00072 presentata da LUCA CIRIANI
martedì 30 luglio 2019, seduta n.139

Il Senato,
esaminate la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2019 (Doc. LXXXVI, n. 2) e la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2018 (Doc. LXXXVII, n. 2),
premesso che:
la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, giusto quanto previsto dall'articolo 13 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, fornisce alle Camere gli elementi conoscitivi necessari a valutare la partecipazione dell'Italia alla formazione ed attuazione delle politiche dell'Unione europea;
detta Relazione illustra la linea politica di azione seguita dal Governo sulle principali aree di intervento esaminate nelle sedi decisionali europee, e ne evidenzia in diversi casi l'evoluzione a fronte di profili di criticità. La Relazione, inoltre, evocati gli atti di indirizzo adottati dalla Camera e dal Senato con riferimento a specifici progetti o questioni, si limita ad un generico richiamo alla coerenza della posizione del Governo con le posizioni espresse in sede parlamentare;
considerato che:
la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2019 (Doc. LXXXVI, n. 1) nella sua prima parte illustra lo sviluppo del processo di integrazione europea e le questioni istituzionali, riportando l'azione che il Governo intende assumere per un rilancio dell'integrazione politica europea e un rilancio dei rapporti con le istituzioni dell'Unione europea;
ogni anno con l'approvazione della legge europea, il Parlamento rinuncia alla propria prerogativa di analisi e vaglio dei contenuti delle norme, di fatto recependo passivamente, come fosse un atto dovuto, disposizioni che hanno - peraltro - un forte impatto sull'ordinamento interno, andando ad incidere sensibilmente sulla vita dei cittadini e sulle attività delle imprese italiane;
i parlamentari di Fratelli d'Italia hanno depositato un progetto di legge costituzionale volto a tutelare la sovranità del popolo italiano, sancita dall'articolo 1 della Costituzione, attraverso la previsione di una clausola di salvaguardia dell'interesse nazionale nell'applicazione del diritto europeo;
tale clausola di salvaguardia prevede che le norme dei Trattati e degli altri atti dell'Unione europea possano essere recepiti ed applicabili in Italia solo a condizione di parità e solo in quanto compatibili con i principi di sovranità, democrazia e sussidiarietà, nonché con gli altri principi della Costituzione italiana;
a tal proposito in sede di approvazione della legge europea, è stato approvato un emendamento di Fratelli d'Italia alla risoluzione di maggioranza, che ha impegnato il Governo "a riportare sul giusto piano il rapporto tra le fonti comunitarie e quelle nazionali, restituendo al Parlamento, che rappresenta il popolo sovrano, la titolarità del pieno potere legislativo, oggi sottomesso ai vincoli dell'ordinamento europeo, impropriamente ritenuto superiore e preminente rispetto alla Costituzione e inoltre a sottoporre l'introduzione delle norme europee ad un vaglio di compatibilità con la tutela dell'interesse nazionale, subordinandone il recepimento e l'adozione ad una preventiva valutazione di impatto sui principi e diritti fondamentali della Costituzione italiana",
impegna il Governo:
ad adottare con urgenza, ogni opportuna iniziativa di competenza, anche in sede europea, volta a:
- considerare la natalità e la drammatica crisi demografica che interessa la popolazione europea, come la priorità della politica dell'Unione, sostenendola quale principale voce di spesa del bilancio europeo e conseguentemente finanziando con adeguate risorse iniziative come l'introduzione del "reddito di maternità europeo", concepito come assegno mensile per ogni figlio a carico, e incentivi all'assunzione di neomamme e donne in età fertile;
- introdurre dei "dazi di civiltà" nei confronti dei prodotti di Stati terzi che non rispettano i nostri standard salariali, di sicurezza sul lavoro e di tutela ambientale, per evitare un pericoloso dumping sociale in Europa;
- prevedere misure compensative tra gli Stati avvantaggiati dall'euro e quelli, come l'Italia, penalizzati da questo, in particolare attraverso il finanziamento di opere infrastrutturali interamente a carico del bilancio europeo o attraverso strumenti finanziari della BCE;
dichiarare la non adesione dell'Unione europea al global compact ONU per l'immigrazione, strumento che favorisce un'immigrazione illegale e incontrollata;
impegnare l'Unione europea a prevedere che siano adeguatamente finanziati i programmi di contrasto all'immigrazione illegale nella zona del Mediterraneo centrale analogamente a quanto già previsto in sede di accordi con la Turchia per l'immigrazione sulla rotta balcanica, portando lo stanziamento a 6 miliardi di euro complessivi;
- contrastare ogni forma di neocolonialismo in Africa, causa di povertà e emigrazione; sostenere la fine del sistema del Franco CFA con il quale la Francia condiziona l'economia delle sue ex colonie e favorire la sostituzione transitoria di questo con una divisa garantita dalla BCE, nelle more di una piena sovranità monetaria delle ex colonie francofone, e avviare un piano europeo d'investimenti e sviluppo in Africa;
- inserire all'interno della Costituzione europea il riferimento esplicito alle radici classiche e cristiane della nostra civiltà europea.
(6-00072)
Ciriani, Fazzolari, Balboni, Bertacco, Calandrini, de Bertoldi, Garnero Santanchè, Iannone, La Pietra, La Russa, Maffoni, Nastri, Petrenga, Rauti, Ruspandini, Totaro, Urso, Zaffini.