• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/03412 (4-03412)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03412presentato daSILVESTRI Racheletesto diGiovedì 25 luglio 2019, seduta n. 215

   RACHELE SILVESTRI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 107 del 2015 ha operato la riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione anche attraverso l'introduzione di percorsi di alternanza scuola-lavoro (Asl), rinominati «percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento» (Pcto) dall'articolo 1, commi 784-787, della legge n. 145 del 2018 (legge di bilancio 2019);

   a decorrere dall'anno scolastico già in corso, la suddetta legge ha ridotto il numero di ore minimo complessivo da svolgere. In particolare, le disposizioni in commento stabiliscono che, a partire dall'anno scolastico 2018/2019, i nuovi percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento sono svolti per una durata complessiva minima di 90 ore nel secondo biennio degli istituti professionali e nel quinto anno dei percorsi liceali;

   lo scopo della legge in questione è quello di affiancare alla formazione scolastica, prettamente teorica, un periodo di esperienza pratica presso un ente pubblico o privato, al fine di avvicinare i giovani, fin da subito, al mondo del lavoro, coerentemente con il percorso di studi scelto;

   gli istituti scolastici, sulla base di apposite convenzioni stipulate con le imprese, sono tenuti a organizzare per i propri studenti periodi di formazione professionale in azienda o altre attività che favoriscano l'integrazione con il mondo del lavoro;

   per garantire una continuità tra l'attività di formazione compiuta a scuola e quella svolta in azienda, è prevista la designazione di un tutor didattico, generalmente un docente, che offre assistenza agli studenti e verifica il corretto svolgimento del percorso in alternanza scuola-lavoro, e un tutor aziendale, che favorisce l'inserimento dello studente in azienda e collabora con la scuola per permettere la verifica delle attività;

   tuttavia, nonostante i buoni propositi del legislatore, l'applicazione della normativa è risultata spesso carente rispetto alla sua ratio originaria;

   purtroppo, si è ancora lontani dal raggiungere quanto la legge prevede. Vi è infatti un forte divario tra la domanda di occupazione specializzata, richiesta dalle attività produttive territoriali, e i diplomati che il sistema scolastico forma;

   inoltre, diverse inchieste hanno portato alla luce episodi anomali: nel marzo 2017 l'Unione degli studenti della Puglia ha denunciato la trasformazione del (Pcto) in uno strumento di sfruttamento, rilevando come sulla carta dovrebbe essere «un'esperienza formativa innovativa per unire sapere e saper fare» ma, nella realtà, spesso gli studenti sono usati come manovalanza gratuita;

   si ricorda uno tra i casi più significativi: quello degli studenti dell'istituto alberghiero di Sannazzaro de Burgondi che sono stati impiegati per pulire bagni e tavoli;

   proprio a seguito di queste ultime criticità, il decreto interministeriale n. 195 del 2017 ha introdotto la cosiddetta «Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola-lavoro» nella quale trova riconoscimento il principio della coerenza tra percorso in alternanza e percorso di studio seguito dagli studenti, dando inoltre, allo studente la possibilità di esprimere una valutazione sull'efficacia dei percorsi effettuati, sia durante il periodo di Pcto sia al termine –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza abbia intrapreso o intenda intraprendere al fine di:

    a) assicurare, nel minor tempo possibile, un reale inserimento delle nuove generazioni nel mondo del lavoro avvicinando la formazione alle competenze professionali richieste dalla realtà economico-produttiva territoriale, nel pieno rispetto del principio della coerenza tra percorso in alternanza e percorso di studio;

    b) avviare un controllo sulle convenzioni e sull'ambiente di apprendimento professionale affinché risultino idonei ad acquisire una formazione qualificata, evitando un uso distorto del percorso formativo, come quello sommariamente descritto sopra;

    c) qualificare gli operatori economici che si rendono disponibili a partecipare al progetto di alternanza, anche attraverso la creazione di albi sottoposti a vigilanza e controllo costante del Ministero stesso.
(4-03412)