• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/01068 ALFIERI, MARCUCCI, GIACOBBE, PINOTTI, RENZI, MALPEZZI, MIRABELLI, STEFANO, COLLINA, FERRARI, BINI, CIRINNA', VALENTE - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01068 presentata da ALESSANDRO ALFIERI
mercoledì 24 luglio 2019, seduta n.137

ALFIERI, MARCUCCI, GIACOBBE, PINOTTI, RENZI, MALPEZZI, MIRABELLI, STEFANO, COLLINA, FERRARI, BINI, CIRINNA', VALENTE - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:

come riportato da diversi organi di stampa, è stato assegnato ad Alessandro Amadori, consulente del vice presidente del Consiglio dei ministri e Ministro dell'interno, Matteo Salvini, l'incarico di curare un dossier sul "piano Africa", al quale sono stati destinati 500 milioni di euro. Tutto "partirà", come affermato dallo stesso Amadori durante un'intervista a "Vitat", "nel 2020". Nell'intervista, inoltre, è stato chiarito che non si tratterebbe di un "piano Africa", "quanto piuttosto di un fondo sovrano italiano per l'Africa";

la legge 11 agosto 2014, n. 125, attribuisce la responsabilità politica della cooperazione allo sviluppo al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che ne stabilisce gli indirizzi e assicura l'unitarietà e il coordinamento di tutte le iniziative nazionali di cooperazione, nell'ambito delle deliberazioni assunte dal Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (CICS);

la legge all'articolo 15 istituisce il citato Comitato interministeriale con il compito di assicurare la programmazione ed il coordinamento di tutte le attività di cooperazione pubblica, nonché la coerenza delle politiche nazionali con i fini della cooperazione allo sviluppo. Il CICS è presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri ed è composto dal Ministro degli affari esteri, che ne è vice presidente, dal vice ministro della cooperazione allo sviluppo, cui il Ministro degli affari esteri può delegare le proprie funzioni, e dai Ministri dell'interno, della difesa, dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico, delle politiche agricole alimentari e forestali, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, delle infrastrutture e dei trasporti, del lavoro e delle politiche sociali, della salute e dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Il CICS verifica, inoltre, la coerenza delle politiche governative poste in essere e il coordinamento delle stesse con il documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo;

le somme assegnate al Ministero dell'interno destinate all'accoglienza dei rifugiati sono già contabilizzate come aiuto pubblico allo sviluppo e il rispetto delle disposizioni di cui alla legge n. 125 del 2014 esclude un diverso utilizzo di tali stanziamenti, anche in presenza di un loro mancato impegno;

considerato che:

il fondo sovrano, così come delineato da Alessandro Amadori, appare di difficile configurazione. Alcuni Paesi, in genere produttori di petrolio, usano questo mezzo per fare investimenti finanziari con i surplus fiscali oppure con le entrate in divisa estera, ricavate dalla vendita di materie prime. Tuttavia, non è questo il caso dell'Italia. Infatti, se si intende il fondo quale strumento generalista, per investire strutturalmente i soldi dei cittadini in progetti di sviluppo, come già evidenziato, lo strumento utilizzabile ai sensi della citata legge n. 125 del 2014 è l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS) con la Cassa depositi e prestiti nel ruolo di banca italiana per lo sviluppo;

come di tutta evidenza, con il fondo si verrebbe a creare un doppione o un ulteriore attore, fuori dallo schema istituzionale di disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo e, pertanto, privo di coordinamento e di coerenza con le altre politiche, con una regia diversa, meno expertise, nonché di minore impatto. A giudizio degli interroganti si tratterebbe di una sorta di "cooperazione del Ministero dell'interno", dunque, operante senza alcun passaggio presso il Comitato interministeriale, sede istituzionale di confronto dei diversi Ministri sulle diverse politiche internazionali del Governo,

si chiede di sapere:

quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo sui fatti esposti, anche alla luce delle disposizioni di cui alla legge n. 125 del 2014 che attribuiscono la responsabilità politica della cooperazione allo sviluppo al Ministro degli affari esteri e non già al Ministro dell'interno;

se non ritenga che la creazione del fondo sovrano per l'Africa sia in aperto contrasto con le sue responsabilità politiche in materia di cooperazione allo sviluppo e quali iniziative necessarie e urgenti intenda intraprendere al fine di garantire il rispetto del riparto delle competenze ministeriali in una materia di così rilevante interesse, anche alla luce del ruolo dell'Italia nei processi di pacificazione e sviluppo in Libia, nel Corno d'Africa e in generale nell'area dei Paesi dell'Africa occidentale.

(3-01068)