• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/01913-A/035    premesso che:     il decreto-legge 14 giugno 2019, n. 53, reca disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica principalmente nel contrasto e repressione...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01913-A/035presentato daSERRACCHIANI Deboratesto presentato Mercoledì 24 luglio 2019 modificato Giovedì 25 luglio 2019, seduta n. 215

   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 14 giugno 2019, n. 53, reca disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica principalmente nel contrasto e repressione dell'immigrazione irregolare;
    gli immigrati irregolari, divenuti tali anche per effetto del primo decreto sicurezza (di 113 del 2018), sono spesso vittime di organizzazioni criminali e di sfruttamento;
    in particolare, il fenomeno dell'intermediazione illegale e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura – secondo stime sindacali e delle associazioni di volontariato – coinvolge circa 400.000 lavoratori in Italia, sia italiani che stranieri, ed è diffuso in tutte le aree del Paese e in settori dell'agricoltura molto diversi dal punto di vista della redditività, abbracciando un arco di produzioni che vanno dal pomodoro ai prodotti della viticoltura;
    il quadro che emerge è inoltre estremamente variegato e interessa una vasta area grigia che va dal lavoro irregolare fino ai confini della tratta e riduzione in schiavitù di esseri umani; da forme di organizzazione elementare costituite da un solo caporale che procura qualche bracciante per sottoporlo a condizioni di estremo sfruttamento, a veri e propri sistemi criminosi che gestiscono la somministrazione di manodopera a bassissimo costo ricorrendo anche all'uso della minaccia o della violenza. Tutto ciò avviene in palese contrasto con i principi costituzionali che tutelano la sicurezza, la libertà e la dignità umana dei lavoratori;
    nella scorsa legislatura, la XVII, i Governi a guida PD hanno approvato un'importante legge (legge 199 del 2016) che mira a garantire una maggior efficacia all'azione di contrasto del caporalato, introducendo significative modifiche al quadro normativo penale e prevedendo specifiche misure di supporto dei lavoratori stagionali in agricoltura;
    su circa un milione di lavoratori agricoli, i migranti si confermano una risorsa fondamentale. Secondo i dati INPS nel 2017 sono stati registrati con contratto regolare in 286.940, circa il 28 per cento del totale, di cui 151.706 comunitari (53 per cento) e 135.234 provenienti da paesi non UE (47 per cento). Secondo il Crea i lavoratori stranieri in agricoltura (tra regolari e irregolari) sarebbero 405.000, di cui il 16,5 per cento ha un rapporto di lavoro informale (67.000 unità) e il 38,7 per cento ha una retribuzione non sindacale (157.000 unità);
    il Quarto rapporto agromafie e caporalato – Osservatorio Placido Rizzotto Flai Cgil tratta, attraverso una serie di interviste, sette casi di studio, storie di lavoro sfruttato nei territori di sette regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia. In ogni regione sono stati studiati territori particolari in cui si registrano forme di lavoro indecenti e al limite dello sfruttamento para-schiavistico;
    le condizioni dei lavoratori sottoposti a grave sfruttamento in agricoltura: nessuna tutela e nessun diritto garantito dai contratti e dalla legge; una paga media tra i 20 e i 30 euro al giorno; lavoro a cottimo per un compenso di 3/4 euro per un cassone da 375 Kg; un salario inferiore di circa il 50 per cento di quanto previsto dai CCNL e CPL;
    i lavoratori sotto caporale devono pagare a questi: il trasporto a seconda della distanza (mediamente 5 euro); beni di prima necessità (mediamente 1,50 euro l'acqua, 3 euro panino, etc.). L'orario medio va da 8 a 12 ore di lavoro al giorno. Le donne sotto caporale percepiscono un salario inferiore del 20 per cento rispetto ai loro colleghi. Nei gravi casi di sfruttamento analizzati, alcuni lavoratori migranti percepivano un salario di 1 euro l'ora. Aziende;
    dalle informazioni acquisite è stata realizzata una stima che quantifica in 30.000 il numero di aziende che ricorrono all'intermediazione tramite caporale, circa il 25 per cento del totale delle aziende del territorio nazionale che impiegano manodopera dipendente. Il 60 per cento di tali aziende ingaggiano quelli che nel Rapporto sono definiti «caporali capi-squadra», che si differenziano per rapporti di lavoro comunque decenti (seppur irregolari), da quelli indecenti e gestiti dai caporali collusi con le organizzazioni criminali, se non addirittura mafiose,

impegna il Governo

nell'ambito delle sue competenze, a garantire su tutto il territorio nazionale la piena applicazione della legge n. 199 del 2016, il rafforzamento dei servizi ispettivi e maggior tutela e protezione sociale dei lavoratori vittime di sfruttamento.
9/1913-A/35. Serracchiani.