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Atto a cui si riferisce:
C.4/00254 (4-00254)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 19 luglio 2019
nell'allegato B della seduta n. 211
4-00254
presentata da
LABRIOLA Vincenza

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Il Centro Oli Val d'Agri (COVA) di Eni è soggetto ad autorizzazione integrata ambientale di esclusiva competenza regionale, e la cui autorità di controllo è l'ARPA Basilicata la quale, da giugno 2011, effettua mensilmente il monitoraggio delle acque sotterranee dei piezometri ubicati sull'intero perimetro esterno dell'impianto.
  Il Cova, inoltre, in funzione delle tipologie e dei quantitativi di sostanze pericolose che detiene, risulta assoggettato al decreto legislativo n. 105 del 2015 ed è notificato nell'inventario nazionale degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante come stabilimento «di soglia superiore».
  Come previsto dall'art. 6 del citato decreto, per lo stabilimento in parola, il comitato tecnico regionale della Basilicata (CTR) rappresenta l'autorità di controllo competente ad effettuare le istruttorie sul rapporto di sicurezza predisposto dal gestore, nonché le ispezioni ordinarie e straordinarie sui sistemi di gestione della sicurezza.
  In conseguenza dell'evento verificatosi nel febbraio 2017, l'ARPA Basilicata è intervenuta a supporto del NOE nelle attività di indagine e campionamento, effettuando, in particolare, durante gli interventi di messa in sicurezza di emergenza (Mise), 17 sopralluoghi e 48 campionamenti delle matrici ambientali suolo/sottosuolo ed acque sotterranee, nonché 4 prelievi di acque reflue.
  Inoltre, al fine di intensificare l'attività di monitoraggio nell'area della Val D'Agri, successivamente allo sversamento di greggio, a partire da aprile 2017, sono stati individuati ulteriori punti di campionamento rispetto a quelli ricompresi nel piano regionale di tutela delle acque.
  Peraltro, sulla base dell'accordo di programma quadro tra Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, regione, Ispra e Arpab, siglato nel gennaio 2017, «per il potenziamento del monitoraggio ambientale nella Regione Basilicata, attraverso il supporto tecnico-scientifico dell'Ispra a favore di Arpab», Ispra è stata coinvolta nelle attività relative al Centro Oli Val D'Agri, pur trattandosi di un impianto non rientrante nelle proprie ordinarie competenze.
  Ispra ha, quindi, collaborato ad un tavolo nazionale istituito presso il Ministero, unitamente alla regione Basilicata e all'Arpab, per confronti tecnici e attività di sopralluogo finalizzate principalmente alla verifica del sistema di gestione ambientale implementato dal Cova.
  Le attività di Ispra hanno avuto come oggetto anche la valutazione degli interventi di Mise realizzati da Eni. In tale contesto, sono stati effettuati sopralluoghi con gli altri Enti coinvolti nel procedimento, è stata garantita la partecipazione a supporto della regione alle conferenze di servizi istruttorie, sono stati redatti pareri sui documenti presentati da Eni inerenti la Mise e su altre problematiche connesse con il piano di caratterizzazione dell'impianto Cova e delle aree limitrofe.
  La regione Basilicata, alla luce delle evidenze acquisite, ha avviato il riesame parziale dell'autorizzazione integrata ambientale, estendendolo anche al connesso oleodotto. Tale procedimento risulta tuttora in corso.
  Si segnala, peraltro, che a dicembre 2018 si è tenuta un'ulteriore conferenza di servizi decisoria relativa ai risultati della caratterizzazione delle aree interessate dalla fuoriuscita del greggio, nell'ambito della quale la Conferenza ha stabilito tra l'altro di effettuare il campionamento in contraddittorio con Arpab dei piezometri profondi: PPF001, PPF002, PPF003 e PPF010.
  La conferenza ha avuto, altresì, ad oggetto il piano di caratterizzazione dell'area interessata dallo spill del serbatoio V-560-TA-001 ed il piano di caratterizzazione dell'area interessata dalla perdita di acque semioleose in area M del Cova.
  È stata disposta la realizzazione di 2 piezometri profondi a sud delle condotte lungo l'oleodotto per Costa Molina e Taranto ed è stato stabilito che il modello concettuale definitivo finalizzato all'applicazione dell'analisi di rischio sia integrato ed aggiornato con tutti i risultati delle indagini in contraddittorio con Arpab, sia in fase di Mise che di caratterizzazione.
  Sempre per quanto concerne le attività di indagine, nei mesi di febbraio, marzo e aprile 2019, Arpab ha effettuato i campionamenti delle acque sotterranee previsti dal piano di caratterizzazione ed ha fatto presente che le attività richieste dalla conferenza di Servizi sono in fase di completamento.
  A quanto fin qui esposto, si aggiunga che, a partire da luglio 2018, data di scadenza dell'Accordo di programma quadro tra Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, regione Basilicata, Ispra e Arpab, si sono svolte numerose interlocuzioni tra i vari soggetti coinvolti al fine di giungere al rinnovo dello stesso, la cui bozza è stata già predisposta da Ispra e sarà sottoscritta a breve.
  Tale accordo ha ad oggetto, come già detto, la collaborazione tecnico-scientifica dell'Ispra a supporto della regione Basilicata e dell'Arpab per il monitoraggio e la salvaguardia dell'ambiente e del territorio e l'impiego sostenibile delle risorse naturali.
  Tra gli ambiti di collaborazione dell'accordo quadro si sta valutando l'opportunità di ricomprendere anche le attività autorizzative e di controllo dei procedimenti di AIA, VIA e VAS con particolare riferimento alle concessioni Val d'Agri e Gorgoglione e l'affiancamento in sopralluoghi e visite ispettive, oltre che la collaborazione nell'ambito dei procedimenti di «bonifica di siti contaminati» nei SIN e in altre aree contaminate o potenzialmente tali della regione Basilicata e sui pozzi petroliferi non più produttivi, presenti nel territorio della regione e che necessitano di chiusura mineraria, bonifica e ripristino.
  Si segnala, da ultimo che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si è costituito parte civile nel processo penale n. 4542/2010 RGNR pendente dinanzi al tribunale di Potenza per il risarcimento dei danni derivanti all'ambiente in relazione alle attività del Centro Oli. In particolare, in detto procedimento, ai responsabili della società sono stati contestati reati concernenti le emissioni in atmosfera (violazione delle prescrizioni AIA) e la gestione dei reflui, commessi tra il 2011 e il 2014.
  A tal proposito, si evidenzia, infine, che com'è noto, e come è stato confermato anche dalla procura della Repubblica di Potenza, sul COVA è in corso un ulteriore procedimento penale, nel cui ambito sono state emesse misure cautelari per i reati di disastro, abuso d'ufficio, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale ed altro.
  Le indagini hanno preso avvio nel gennaio 2017, in coincidenza con il rilevamento di un recapito di «idrocarburi» nel depuratore dell'area industriale di Viggiano, nei pressi del Centro Oli. Da un quadro investigativo ampio e complesso, relativo all'evento di dispersione del greggio nell'ambiente circostante – peraltro, poi, qualificato come incidente rilevante dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – secondo quanto argomentato dalla procura, è stato, inoltre, possibile ricavare i profili del delitto di disastro ambientale.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Sergio Costa.