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Atto a cui si riferisce:
C.4/02373 (4-02373)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 19 luglio 2019
nell'allegato B della seduta n. 211
4-02373
presentata da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia

  Risposta. — Le domande di visto per studio ricevute dall'Ambasciata d'Italia in Ghana nel 2018 sono state in totale 1.668, di cui 1.481 per visti di lunga durata (D) e 187 per visti di breve durata (C. I visti di studio concessi dalla Sede nel 2018 sono stati 263 (C+D), che corrispondono a una percentuale generale di dinieghi dell'84,23 per cento. Tra questi, i visti di studio di lunga durata (D) concessi sono stati 98, con una percentuale di diniego del 93,38 per cento. Si tratta di un dato significativo, ma derivante da circostanze ben determinate che giustificano pienamente l'operato dell'Ambasciata.
  Inoltre, occorre precisare che in Ghana – Paese da cui è giunto l'81 per cento delle domande di visti D per studio (ossia visti nazionali, per soggiorni di durata superiore ai tre mesi) presentate alla Rappresentanza italiana ad Accra – purtroppo non esistono scuole di lingua italiana. I cittadini ghanesi sono di madrelingua inglese e tutte le domande di visto in questione sono state presentate in relazione alla frequenza di corsi di studio – organizzati presso Università italiane – che si tengono esclusivamente in lingua inglese. Al contrario, i cittadini togolesi (264 domande, pari al 19 per cento di quelle trattate dall'Ambasciata), di madrelingua francese, hanno effettivamente studiato l'italiano in scuole attive nel loro Paese d'origine.
  Pertanto, solo una minima parte dei visti negati ha riguardato studenti di lingua italiana (254 su 1383, pari al 18,36 per cento), tutti provenienti da cittadini togolesi.
  Si rileva, inoltre, come proprio nel 2018 l'Ambasciata ad Accra abbia registrato un numero anormalmente elevato di domande di visti D per studio. Tale valutazione si fonda sul confronto con il dato relativo alle annualità precedenti, nonché con il volume di domande di visto ricevute dalle altre Ambasciate italiane in Africa Occidentale.
  La serie storica del numero di domande di visti D per studio presentate alla nostra Rappresentanza in Ghana è la seguente: 327 nel 2016, 715 nel 2017 (+118 per cento), 1.481 (+ 10,7 per cento) nel 2018. È evidente che tale massiccio e repentino incremento derivi da dinamiche anomale, che non appaiono giustificate da un proporzionale aumento di interesse per il sistema formativo italiano nei due Paesi in questione.
  L'anomalia appare ancor più evidente ad una comparazione con il volume di domande, della stessa tipologia di visti, ricevute dalle altre Rappresentanze italiane nei Paesi dell'area (Senegal: 181; Costa d'Avorio: 60; Nigeria: 364; Camerun: 380). Per questi Paesi (ad eccezione della Costa d'Avorio), la consistenza della diaspora in Italia e dei legami economici, sociali e culturali con il nostro Paese sono notevolmente superiori rispetto al Ghana. Eppure, in quest'ultimo Paese, il dato relativo alle domande di visti per studio è enormemente superiore. A ciò si aggiunge la circostanza per cui in Ghana il numero di domande di visti per studio risulta assolutamente sproporzionato rispetto al volume generale delle domande di visti d'ingresso.
  Già sul finire del 2017 l'ambasciata ad Accra era venuta a conoscenza di una pratica scorretta posta in atto da centinaia di studenti ghanesi e togolesi i quali, dopo aver ottenuto il visto presentando documentazione attestante il possesso dei mezzi economici di sussistenza minimi previsti dalla normativa in materia nella misura di 5.889 euro l'anno, una volta giunti in Italia si dichiaravano nullatenenti e riuscivano ad ottenere dagli enti regionali per il diritto allo studio borse di studio e altri benefici (vitto, alloggio, esenzione dalle tasse universitarie). Tale comportamento, dal quale deriva un evidente danno all'erario, veniva peraltro realizzato presentando documentazione falsa e contraffatta.
  Grazie ad una serie di verifiche e alle rivelazioni di uno studente collaborativo, l'Ambasciata ha scoperto che dietro alle anomalie riscontrate si celavano alcuni individui che reclutavano giovani ghanesi in tutto il Paese promettendo loro un visto e una borsa di studio in Italia dietro il pagamento di cifre che oscillavano dai 1.000 ai 3.500 euro a persona. L'ambasciata ha peraltro tempestivamente e circostanziatamente denunciato l'azione fraudolenta di queste organizzazioni all'Autorità giudiziaria italiana, la quale a sua volta ha aperto delle indagini.
  A queste vicende i media ghanesi hanno dato nei mesi scorsi un certo risalto, attraverso articolate inchieste avviate a seguito delle proteste degli studenti e delle perplessità suscitate da tassi di diniego così alti. Detti media hanno investigato sul fenomeno in modo approfondito, effettuando numerose verifiche con la collaborazione della stessa ambasciata d'Italia in Ghana, fino a concludere che l'operato di quest'ultima sia stato del tutto corretto e motivato.
  In relazione, specificamente, al rapporto tra l'Ambasciata in Ghana e «La Casa Italiana» a Lomé, si fa presente come la Rappresentanza italiana abbia fornito tutta l'assistenza necessaria e ne abbia sin dagli inizi promosso le attività, compatibilmente con quanto possibile e corretto nei confronti di un ente con fini di lucro che opera in un Paese di secondario accreditamento e in regime di concorrenza con altre due scuole di Italiano.
  Quanto, infine, al caso individuale menzionato dall'interrogante, occorre segnalare che l'ambasciatore d'Italia aveva fornito tempestivamente e per iscritto a «La Casa Italiana» spiegazione delle ragioni del diniego del visto, confermandole che nessuna delle dichiarazioni sul possesso di adeguati mezzi di sussistenza risultava comprovata dalla documentazione presentata dal giovane a supporto dalla sua domanda di visto, bensì il contrario. Peraltro, l'ambasciatore concludeva esprimendo la disponibilità della sede ad esaminare una domanda di riesame del diniego o una seconda domanda di visto del giovane, purché accompagnate da nuova e più completa e accurata documentazione. Ciononostante, ad oggi risulta che l'interessato non abbia mai avanzato una seconda domanda.
  Fornite le opportune precisazioni quanto al caso specifico di Ghana e Togo, si intende qui ribadire che la promozione del sistema italiano di formazione superiore e la sua internazionalizzazione sono una priorità del Governo, della Farnesina e della rete diplomatico-consolare italiana. Il nostro sistema universitario si contraddistingue per un eccellente rapporto qualità-prezzo e quindi costituisce un'opzione molto interessante per quegli studenti africani che dispongono di mezzi sufficienti per provvedere a vitto, alloggio, assicurazione sanitaria e tasse d'iscrizione.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Ricardo Antonio Merlo.