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Atto a cui si riferisce:
C.1/00229    premesso che:     le fratture da fragilità ossea rappresentano un'emergenza di salute pubblica in Italia, superiore alla media europea e sono espressione diretta, nonché...



Atto Camera

Mozione 1-00229presentato daBOLDI Rossanatesto diVenerdì 19 luglio 2019, seduta n. 211

   La Camera,

   premesso che:

    le fratture da fragilità ossea rappresentano un'emergenza di salute pubblica in Italia, superiore alla media europea e sono espressione diretta, nonché conseguenza più grave della riduzione della capacità meccanica dell'osso conseguente all'osteoporosi;

    l'osteoporosi costituisce la predisposizione alle fratture da fragilità ossea. Si tratta di una malattia multifattoriale caratterizzata da riduzione della massa ossea e da alterazioni dell'architettura scheletrica, che viene distinta in primitiva, ossia non attribuibile a una causa specifica, come per esempio quella post-menopausale e senile, e osteoporosi secondaria, legata ad altre patologie o a farmaci che promuovono demineralizzazione ossea (per esempio, i corticosteroidi, che notoriamente favoriscono il riassorbimento osseo);

    la frattura da fragilità ossea può essere l'epilogo della storia naturale dell'osteoporosi, ma spesso si inserisce anche in un quadro di fragilità complessiva del paziente, meglio nota come frailty syndrome, ovvero una condizione caratterizzata dalla compresenza di varie patologie con andamento evolutivo che interessano il distretto muscolare: per esempio, oltre alla compromissione qualitativa e quantitativa del tessuto osseo, spesso si instaura anche una sarcopenia (riduzione della massa muscolare);

    la stretta interdipendenza strutturale e biomeccanica dei due sistemi, scheletrico e muscolare, fa sì che l'alterazione dell'uno si ripercuota negativamente sull'altro. Parallelamente al declino della densità minerale ossea e dell'integrità funzionale del tessuto scheletrico, infatti, la massa muscolare si riduce del 40 per cento dai 20 ai 70 anni e dopo i 60 anni la sua perdita raggiunge l'1,4-2,5 per cento/annuo, con una conseguente perdita di forza muscolare pari al 3 per cento/annuo;

    la complessità e l'insidiosità di questo tipo di fratture possono essere ulteriormente amplificate quando concomitanti con altre patologie croniche e trattamenti farmacologici, responsabili di indurre fragilità ossea;

    le fratture da fragilità ossea causano disabilità complessa, riduzione della qualità di vita e limitazione funzionale, oltre ad aumentare il rischio relativo di mortalità;

    i dati pubblicati nel 2017 in merito alle fratture da fragilità ossea da parte della International Osteoporosis Foundation rispecchiano una vera e propria emergenza di salute pubblica e confermano che:

     4 milioni di italiani, con età superiore ai 50 anni, sono colpiti da osteoporosi (3,2 milioni le donne e 0,8 milioni gli uomini);

     il rischio di subire una frattura da fragilità nelle donne italiane, con età superiore ai 50 anni, è del 34 per cento (31 per cento media dell'Unione europea), negli uomini del 16 per cento (18 per cento media dell'Unione europea);

     in seguito alla prima frattura da fragilità il rischio di subire una successiva frattura, entro il primo anno, è cinque volte superiore;

     si stima che in Italia, nel corso del 2017, si siano verificate 560.000 fratture da fragilità, senza contare le numerose fratture vertebrali che solo in piccola parte vengono diagnosticate o registrate;

     l'incidenza di fratture da fragilità nei prossimi 10 anni crescerà del +22,4 per cento in Italia (2030: 690.000 fratture);

     i costi sanitari generati dalle fratture da fragilità in Italia sono calcolati in 9,4 miliardi di euro, con un aumento stimato del +26,2 per cento nei prossimi 10 anni (2030: 11,9 miliardi di euro);

     882 ore di assistenza ogni 1.000 pazienti colpiti da fratture da fragilità (media dell'Unione europea: 443 ore ogni 1.000 pazienti);

     717.316 giorni di lavoro persi per malattia a seguito di fratture da fragilità;

     il 75 per cento dei pazienti non riceve un trattamento farmacologico, a seguito di una frattura da fragilità;

    anche i dati rilevati in Italia dall'indagine Istat «La salute e il ricorso ai servizi sanitari, anno 2013» evidenziano e confermano la stessa tendenza di quanto elaborato dalla International Osteoporosis Foundation. Alla domanda se «è affetto o è stato affetto in passato da una o più delle seguenti malattie o condizioni patologiche di lunga durata» il 25,1 per cento degli italiani ultra sessantacinquenni ha dichiarato di aver ricevuto una diagnosi di osteoporosi. Le percentuali sono più alte in Sardegna (32,8 per cento), Campania (31,3 per cento) e Sicilia (30,1 per cento), più basse in Trentino Alto Adige (16,6 per cento), Valle d'Aosta (18 per cento) e Friuli Venezia Giulia (18,9 per cento). Per le donne di età 45-79 anni la percentuale è del 19,5 per cento, mentre considerando solo le donne di età superiore ai 70 anni si arriva al 43 per cento. L'analisi delle serie storiche dei dati raccolti dall'indagine multiscopo Istat «Aspetti della vita quotidiana» tra il 2001 e il 2016, conferma che le donne sono più colpite degli uomini dall'osteoporosi con un rapporto che nella popolazione generale è di circa 7:1 e che la prevalenza dell'osteoporosi presenta un trend in crescita, in particolare nelle donne;

    l'aumento della popolazione anziana, previsto nel prossimo futuro, non potrà che aggravare ulteriormente lo scenario attuale, rendendo quanto mai indispensabili azioni concrete per la prevenzione e la riduzione dell'impatto sociale ed economico delle fratture da fragilità ossea;

    l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha più volte richiamato l'attenzione sulle fratture da fragilità e sull'osteoporosi, che costituiscono una delle principali sfide per i Paesi occidentali per i rilevanti costi sociali ed economici in crescita simultanea con l'aumento dell'aspettativa media di vita della popolazione;

    la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, nella seduta del 10 maggio 2018, ha sancito un accordo sul documento di indirizzo concernente «Una strategia di intervento per l'osteoporosi», al fine di sviluppare una strategia complessiva di intervento sul territorio nazionale che accompagni il miglioramento delle possibilità di diagnosi precoce e terapia realizzato negli ultimi decenni. Obiettivo del documento è di definire un approccio sistematico complessivo, che consenta il raccordo e il coordinamento programmatico degli interventi di prevenzione, diagnosi e cura dell'osteoporosi e delle sue complicanze, in un'ottica di integrazione e valorizzazione delle competenze e professionalità coinvolte, tenendo conto delle modalità organizzative proprie di ciascuna regione;

    per alzare il livello di attenzione sul tema della fragilità ossea 6 società medico-scientifiche e 15 associazioni di pazienti hanno dato vita a Frame®, un'alleanza che ha prodotto un manifesto sociale, con il quale viene sollecitata l'adozione di scelte di politica sanitaria e adeguate iniziative che consentano, attraverso nuovi modelli gestionali, di prevenire e contrastare efficacemente le fratture da fragilità;

    per limitare l'impatto sanitario e socioeconomico delle fratture da fragilità ossea, è necessario elaborare una strategia globale di prevenzione e gestione della patologia e delle sue complicanze, prendendo in considerazione tutti i determinanti della patologia, da quelli genetici a quelli ambientali, culturali, socio-economici che influenzano le abitudini alimentari e lo stile di vita, individuando sia azioni efficaci di promozione della salute e prevenzione, che interventi per la presa in carico e l'assistenza del paziente nei suoi molteplici bisogni clinici e terapeutici, in un'ottica intersettoriale di approccio integrato;

    l'assenza di una linea guida ministeriale e di un protocollo diagnostico-terapeutico-assistenziale, specifici per la gestione della persona con fratture da fragilità, unitamente alla complessità delle regole per l'accesso alle terapie e ai bassi livelli di conoscenza e consapevolezza, rappresentano elementi preoccupanti per la tutela del diritto alla cura e l'equità dei servizi;

    diventa irrinunciabile la definizione e l'applicazione di un adeguato paradigma gestionale, possibile solo attraverso l'adozione di urgenti scelte di politica sanitaria, capaci di generare risposte efficaci in grado di ridurre il peso sociale ed economico delle fratture da fragilità,

impegna il Governo:

1) a promuovere campagne di sensibilizzazione e coinvolgimento rivolte ai medici di medicina generale, in considerazione del loro ruolo fondamentale nella gestione della fragilità ossea e nel favorire l'accesso al medico specialista, nonché iniziative di sensibilizzazione che ottimizzino il coordinamento tra le diverse figure specialistiche coinvolte nella gestione della persona con fratture da fragilità, dall'ortopedico, all'endocrinologo, al reumatologo, allo specialista in medicina interna, al geriatra e al fisiatra;

2) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, per istituire unità di gestione secondo le linee guida riconosciute a livello nazionale ed internazionale e sviluppare percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali interdisciplinari dedicati alle persone con fratture da fragilità ossea secondo la classificazione ICD International Classification of Diseases, con l'obiettivo di ridurre la frammentazione nella fornitura di servizi sanitari e migliorare la qualità e l'efficacia dell'assistenza ai pazienti;

3) ad adottare iniziative per prevedere che nello sviluppo dei percorsi nazionali diagnostico-terapeutico-assistenziali integrati, specificamente progettati, sia garantita la totale presa in carico del paziente da équipe multidisciplinari attraverso vie di accesso diverse (pediatra di libera scelta, medico di medicina generale, internista, geriatra, endocrinologo, ginecologo, ortopedico, reumatologo e altro) garantendo la continuità assistenziale anche attraverso l'implementazione di protocolli condivisi che garantiscano l'integrazione tra ospedale e territorio;

4) ad adottare iniziative per garantire la definizione di un approccio sistematico complessivo, che preveda il coordinamento programmatico degli interventi di prevenzione, diagnosi e cura delle fratture da fragilità ossea e delle sue complicanze, tenendo conto delle modalità organizzative proprie di ciascuna regione o provincia autonoma.
(1-00229) «Boldi, Panizzut, De Martini, Foscolo, Lazzarini, Tiramani, Sutto, Ziello, Mandelli, De Filippo, Rostan».