• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00274 (7-00274) «Gribaudo, Cenni, Serracchiani, Carla Cantone, Lacarra, Lepri, Mura, Viscomi, Zan».



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00274presentato daGRIBAUDO Chiaratesto diVenerdì 12 luglio 2019, seduta n. 207

   Le Commissioni XI e XIII,

   premesso che:

    il distretto frutticolo di Saluzzo, in provincia di Cuneo, è il più importante del Piemonte e fra i più grandi d'Italia; ogni estate richiede l'afflusso di circa 10.000 lavoratori stagionali per consentire la raccolta della frutta su un territorio di oltre 30 comuni:

    il decreto flussi 2019 (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 marzo 2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 84 del 9 aprile 2019) ha previsto la possibilità di regolare ingresso in Italia per 30.850 lavoratori non comunitari, dei quali 12.850 per lavoro subordinato non stagionale, autonomo e conversioni; 18.000 per lavoro subordinato stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero;

    la quota di lavoratori stagionali assegnati con il «decreto flussi» alla provincia di Cuneo ad oggi risultata essere di circa 1200 unità;

    negli ultimi anni, alla tradizionale presenza di stagionali, residenti e non, si è affiancata e poi progressivamente sostituita quella di lavoratori originari dell'Africa Sub Sahariana: 2500 nel 2017, 3200 circa nel 2018; circa il 30 per cento di questi godeva del permesso di soggiorno per protezione umanitaria, recentemente abolito dal cosiddetto «decreto sicurezza»;

    la mancanza di un efficace sistema di incontro fra domanda e offerta fa sì che in molti si rechino a Saluzzo senza contratto, senza casa e senza risorse economiche, sperando di trovare un ingaggio anche solo per pochi giorni, accampandosi in modo improvvisato, con punte di criticità non sostenibili sotto il profilo della dignità, dell'accoglienza e dell'inclusione sociale;

    la maggior parte dei lavoratori è ospitata in azienda (circa il 75 per cento); qualcun altro è inserito in strutture del territorio grazie agli incentivi regionali della legge n. 12 del 2016 e al bando relativo al Programma di sviluppo rurale (Psr). Tuttavia, 500 persone rimangono accampate abusivamente e senza servizi in un viale cittadino;

    il comune di Saluzzo, con il progetto Prima accoglienza stagionali (P.a.s.) è intervenuto, realizzando un luogo di prima accoglienza riservato alle persone in cerca di lavoro, ma non inserite in modo continuativo e di conseguenza in grave fragilità economica. Sono stati ristrutturati parte dei locali di un'ex caserma, ottenuta grazie al federalismo demaniale, adottando gli accorgimenti necessari perché fosse in condizioni igieniche soddisfacenti per accogliere 370 persone;

    il P.a.s. è stato affidato a personale competente e retribuito, addetto alla registrazione degli ingressi e al controllo delle condizioni di vita nella struttura, alla manutenzione e al supporto delle richieste dei presenti. Il personale è affiancato da addetti di Cgil, Cisl e consorzio socio assistenziale Monviso Solidale, coordinato con il terzo settore cittadino e in particolare con il lavoro di volontari e operatori della Caritas, che svolgono le attività di supporto con gli sportelli legale, amministrativo e sanitario;

    le risorse per la realizzazione di tutto quanto sopra nel 2018 sono ammontate a circa euro 400.000, reperiti grazie a regione Piemonte, Fondazione Crc, compagnia di S. Paolo, Cgil, Confcooperative, Consorzio Monviso Solidale ed ai contributi volontari di lavoratori ospiti ed aziende agricole;

    nonostante tutto, almeno 200 lavoratori non hanno trovato accoglienza dignitosa e i comuni coinvolti sono stati solo 4; decine di altri comuni a vocazione agricola e frutticola non hanno inteso affrontare la questione;

    i lavoratori stagionali che si recano nel saluzzese sono in possesso di regolare permesso di soggiorno;

   ciò emerge anche dai continui controlli effettuati dai Carabinieri (da ultimo nei mesi di giugno e luglio 2019) sui braccianti arrivati per la nuova stagione di raccolta;

   la legge 29 ottobre 2016, n. 199 per il contrasto al fenomeno del caporalato, prevede all'articolo 9 che al fine di migliorare le condizioni di svolgimento dell'attività lavorativa stagionale di raccolta dei prodotti agricoli, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministero dell'interno predispongano congiuntamente un apposito piano di interventi che preveda misure per la sistemazione logistica e il supporto dei lavoratori, anche attraverso il coinvolgimento di regioni, province autonome e amministrazioni locali, delle rappresentanze dei datori di lavoro e dei lavoratori del settore e delle organizzazioni del terzo settore, nonché idonee forme di collaborazione con le sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità anche ai fini della realizzazione di modalità sperimentali di collocamento agricolo modulate a livello territoriale. Dell'attuazione di questo piano di intervento dovrebbero essere informate con specifica relazione annuale le commissioni parlamentari competenti;

   la legge n. 199 del 2016 per la lotta al caporalato in agricoltura ha consentito di colpire numerose organizzazioni criminali in tutta Italia; tuttavia, ad oggi, il piano previsto dall'articolo 9 della legge n. 199 del 2016 non risulta essere stato predisposto; gli interventi realizzati in varie parti d'Italia a favore dei lavoratori stagionali del comparto agricolo risultano essere rimessi alle istituzioni locali e alla loro volontà e capacità di coordinarsi con enti del terzo settore, prefetture, forze dell'ordine, sindacati;

   il fenomeno della migrazione dei braccianti alla ricerca di un ingaggio temporaneo, senza alcuna certezza di impiego e di un riparo per trascorrere la notte, può dar lungo alle infiltrazioni della criminalità organizzata in tale contesto lavorativo, al fenomeno del caporalato e a situazioni di degrado urbano che alimentano il conflitto sociale e la percezione di insicurezza da parte delle popolazioni residenti, diventando oggetto di strumentalizzazione politica;

   tale fenomeno è sempre più a carattere nazionale, considerando che migliaia di lavoratori si spostano di regione in regione in base alla stagione e ai prodotti da raccogliere: agrumi in inverno, frutta in estate, uva in agosto/settembre, olive in autunno e via di seguito;

   l'esperienza di Saluzzo mette in luce la necessità nel nostro Paese della creazione di un sistema di collocamento nazionale per il lavoro stagionale, attraverso il quale i lavoratori si spostino solo in base agli ingaggi effettivamente disponibili e con la certezza di un lavoro regolare e di un'adeguata soluzione alloggiativa,

impegnano il Governo:

   ad assumere iniziative, per quanto di competenza, per predisporre il piano di interventi di cui alla legge n. 199 del 2016, con la previsione di specifiche misure per la sistemazione logistica e il supporto dei lavoratori stagionali, attraverso il coordinamento di regioni, province autonome e amministrazioni locali, delle rappresentanze dei datori di lavoro e dei lavoratori del settore e delle organizzazioni del terzo settore;

   ad assumere iniziative di competenza per realizzare strutture di collocamento agricolo, anche esclusivamente telematiche, che consentano l'incrocio di domanda e offerta di lavoro stagionale e abbattano drasticamente i rischi di caporalato e di infiltrazione criminale fra i lavoratori stagionali, allo scopo anche adoperando le strutture di Inps e Anpal in collaborazione con le reti regionali dei centri per l'impiego;

   a favorire, nella realizzazione degli interventi di cui sopra, la positiva sinergia fra enti locali, enti del terzo settore, organizzazioni sindacali e forze dell'ordine, quale è avvenuta nell'esperienza di Saluzzo;

   ad assumere iniziative, anche normative, per responsabilizzare, in tema di condizioni di soggiorno dei lavoratori stagionali, i datori di lavoro interessati, anche attraverso la cabina di regia della Rete del lavoro agricolo di qualità, nonché prevedendo meccanismi di premialità;

   ad adottare iniziative per incentivare progetti di rete fra aziende e comuni interessati dalle migrazioni dei lavoratori stagionali e dai relativi fenomeni accampativi, anche attraverso fondi dedicati e semplificazione delle procedure amministrative;

   ad assumere iniziative per finanziare adeguatamente gli interventi di cui sopra.
(7-00274) «Gribaudo, Cenni, Serracchiani, Carla Cantone, Lacarra, Lepri, Mura, Viscomi, Zan».