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Atto a cui si riferisce:
C.1/00224    premesso che:     la valorizzazione del merito deve essere la leva fondamentale per sostenere un radicale cambiamento di prospettive e favorire una svolta sociale ed...



Atto Camera

Mozione 1-00224presentato daMELICCHIO Alessandrotesto diVenerdì 12 luglio 2019, seduta n. 207

   La Camera,

   premesso che:

    la valorizzazione del merito deve essere la leva fondamentale per sostenere un radicale cambiamento di prospettive e favorire una svolta sociale ed economica e per cercare di colmare quel gap che il sistema Italia presenta dal punto di vista della trasparenza e delle pari opportunità, anche e soprattutto nel mondo della ricerca e delle università;

    troppo spesso è venuta meno la trasparenza in diverse procedure concorsuali, aspetto che è diventato ancora più macroscopico alla luce delle recenti determinazioni giudiziarie su tutto il territorio nazionale; da diverse indagini, in diversi atenei sarebbero stati pilotati i bandi di concorso per l'assegnazione di borse, assegni e dottorati di ricerca, come pure i bandi indirizzati all'assunzione del personale tecnico-amministrativo, per la composizione degli organi statuari dell'ateneo e per l'assunzione e la progressione di carriera dei professori;

    in diversi casi è stato evidenziato che i docenti chiamati a fare parte delle commissioni esaminatrici si sarebbero sempre «preoccupati di non interferire sulla scelta del futuro vincitore compiuta preventivamente favorendo il candidato interno che risultava prevalere anche nei casi in cui non fosse meritevole»;

    la mancata valorizzazione del merito nei concorsi pubblici, unita all'assenza di trasparenza, mina la qualità della pubblica amministrazione e, nel caso delle università, della ricerca italiana. Non solo, il ripetersi di tali episodi contribuisce a restituire al cittadino una sensazione di sfiducia nella classe docente, nel sistema universitario e in generale in tutta la pubblica amministrazione;

    tali aspetti possono addirittura dare luogo a tragici epiloghi come accaduto a Norman Zarcone che il 13 settembre 2010 si suicidava, gettandosi dal settimo piano della facoltà di filosofia dell'Università di Palermo. Aveva 27 anni, si era laureato con 110 e lode in filosofia della conoscenza e della comunicazione, a dicembre avrebbe conseguito un dottorato di ricerca, svolto senza alcuna borsa di studio, e secondo i familiari i docenti gli avevano detto che per lui non c'era futuro all'Università. Norman era fidanzato, voleva sposarsi, ma non poteva farlo senza avere un lavoro. Per guadagnare 25 euro al giorno faceva ogni tanto il bagnino in un circolo nautico, ma è finito però vittima della mortificazione dello studio e dell'impegno. Così ha deciso di farla finita, e di farlo proprio dai locali in viale delle scienze, in segno di protesta contro il mancato riconoscimento del merito nel mondo accademico;

    come Norman, tanti giovani impegnati nel mondo della ricerca, eccellenti e preparati, sono demoralizzati e preoccupati per il proprio futuro e soffrono per una perdurante situazione di precarietà e per la mancanza di prospettive;

    è necessario ricordare a tutti il rispetto dei meriti e della persona umana, è necessario un momento di confronto tra tutti gli attori del mondo della ricerca, insieme alle istituzioni e ai cittadini, coinvolgendo un ampio pubblico che possa contribuire alla discussione sul merito nelle università e sull'etica dell'impegno; è necessario creare contesti in grado di valorizzare le persone e di enfatizzare le loro capacità coinvolgendo tutti nella costruzione di una campagna di affermazione del valore e del talento delle persone;

    bisogna coinvolgere soprattutto i giovani, in un momento che riscatti la dignità dello studio e il valore delle persone, alla ricerca di prospettive e nuove idee per lo sviluppo di un «ecosistema» meritocratico dove il talento e l'impegno possano trovare espressione e riconoscimento: soluzioni per una comunità dove ci siano eguaglianza delle opportunità, libero dispiego delle potenzialità dei singoli e riconoscimento dei meriti individuali e non più ruoli affidati in base all'appartenenza a una lobby o a conoscenze,

impegna il Governo:

1) a valutare l'opportunità di adottare iniziative per istituire una «Giornata nazionale del merito» da tenersi il 18 gennaio, data di nascita di Norman Zarcone, di ogni anno;

2) a promuovere, nell'ambito di questa giornata, iniziative nelle scuole e nelle università per sviluppare una vera e solida discussione pubblica su cosa sia il merito nella sua natura plurale, valorizzando i contesti che consentono alle doti e alla progettualità di ciascuno, indipendentemente dalle condizioni di partenza e di appartenenza, di arrivare a rendere al meglio grazie all'esclusiva preparazione e competenza;

3) a favorire un confronto e un dibattito aperto, nel mondo della ricerca, della pubblica amministrazione e tra i cittadini sugli strumenti di monitoraggio e misurazione del merito e del demerito, sulla ricerca degli indicatori che aiutino a capire quanto si è sulla strada giusta nel cercare di diventare un Paese più efficiente, più competitivo, più attrattivo, con meno diseguaglianze sociali;

4) a favorire un'analisi in grado di chiarire il perimetro di riferimento e i fattori di tipo culturale su cui agire per diffondere la cultura del merito come modalità per organizzare e far funzionare la società e come «bene collettivo»: pari opportunità, qualità del sistema educativo, attrattività per i talenti, regole e funzionamento dei meccanismi di selezione, trasparenza, mobilità sociale, diseguaglianze, meccanismi di accesso.
(1-00224) «Melicchio, Iovino, Carbonaro, Villani, Testamento, Tuzi, Nappi, Azzolina, Mariani, Grippa».