• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00441 (2-00441) «Lattanzio, Gallo, Acunzo, Azzolina, Bella, Carbonaro, Casa, Frate, Mariani, Marzana, Melicchio, Nitti, Testamento, Torto, Tuzi, Villani, Adelizzi, Davide Aiello, Piera Aiello, Alaimo,...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00441presentato daLATTANZIO Paolotesto diMartedì 2 luglio 2019, seduta n. 201

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:

   il 28 giugno 2019 è stata resa pubblica l'indagine «Università bandita», portata avanti dalla Digos di Catania nei confronti di alcuni membri di spicco dell'Ateneo della città a seguito di presunti concorsi truccati;

   le indagini sono state eseguite dalla Digos su di un arco temporale che parte da giugno 2016 fino a marzo 2018, periodo in cui sarebbero stati pilotati i bandi di concorso per l'assegnazione di borse, assegni e dottorati di ricerca, come pure i bandi indirizzati all'assunzione del personale tecnico-amministrativo, per la composizione degli organi statuari dell'ateneo e per l'assunzione e la progressione di carriera dei professori;

   dalle dichiarazioni del procuratore Carmelo Zuccaro, a guida dell'inchiesta, emerge che in 21 mesi di indagini non è stato trovato un solo concorso che non fosse truccato. Complessivamente gli indagati risultano essere 66, di cui 40 professori appartenenti all'Ateneo di Catania, mentre i restanti afferenti alle università di Bologna, Cagliari, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona. Questi ultimi erano stati chiamati a fare parte delle commissioni esaminatrici ed è stato evidenziato che essi si sarebbero sempre «preoccupati di non interferire sulla scelta del futuro vincitore compiuta preventivamente favorendo il candidato interno che risultava prevalere anche nei Casi in cui non fosse meritevole»;

   il rettore dell'università di Catania, Francesco Basile, è stato sospeso da servizio, come pure l'ex rettore, Giacomo Pignataro, nonché numerosi docenti dell'ateneo. L'accusa è di associazione a delinquere, di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, corruzione per l'esercizio della funzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, abuso d'ufficio e truffa aggravata;

   le intercettazioni hanno permesso di inquadrare un vero e proprio codice sommerso dei concorsi, che veniva applicato nell'ambito universitario per cui gli esiti dei concorsi dovevano essere determinati in precedenza dal docenti interessati senza lasciare spazio a selezioni meritocratiche e senza dare possibilità di presentare alcun ricorso amministrativo contro le decisioni degli organi statutari. Si tratta di una modalità, a giudizio degli interpellanti, in tutto e per tutto «paramafiosa», che prova l'esistenza – e la persistenza – di ampie sacche di baronato e soggetti capaci di adattare le attuali norme sul reclutamento ai propri interessi personali;

   risulta sempre più urgente e non più rinviabile una efficace riforma del sistema di reclutamento universitario –:

   se, con quali tempistiche e con quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intervenire al fine di sostenere un adeguato processo di riforma del sistema di reclutamento nelle università a garanzia di procedure improntate alla trasparenza e alla meritocrazia, in modo da tutelare e adeguatamente valorizzare le eccellenze presenti negli atenei italiani.
(2-00441) «Lattanzio, Gallo, Acunzo, Azzolina, Bella, Carbonaro, Casa, Frate, Mariani, Marzana, Melicchio, Nitti, Testamento, Torto, Tuzi, Villani, Adelizzi, Davide Aiello, Piera Aiello, Alaimo, Alemanno, Amitrano, Angiola, Aprile, Aresta, Ascari, Baldino, Barbuto, Massimo Enrico Baroni, Berardini».