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Atto a cui si riferisce:
C.1/00215    premesso che:     secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, «per abuso all'infanzia e maltrattamento debbono intendersi tutte le forme di maltrattamento fisico,...



Atto Camera

Mozione 1-00215presentato daSPENA Mariatesto diMartedì 2 luglio 2019, seduta n. 201

   La Camera,

   premesso che:

    secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, «per abuso all'infanzia e maltrattamento debbono intendersi tutte le forme di maltrattamento fisico, emozionale, abuso sessuale, trascuratezza o negligenza o sfruttamento commerciale o altro che comportino un pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, per la sua sopravvivenza, per il suo sviluppo o per la sua dignità nell'ambito di una relazione caratterizzata da responsabilità, fiducia o potere»;

    la normativa a tutela dei minori è ampia e comprende un'esaustiva descrizione dei loro diritti che sono enunciati in documenti nazionali, con una solida base nella Costituzione, nelle leggi ordinarie e nei codici;

    a livello internazionale, la Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Convention on the rights of the Child), approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia con la legge n. 176 del 1991, è il primo testo internazionale vincolante in materia e costituisce un enorme traguardo per la tutela e la promozione dei diritti delle persone minori di età, che fino al secolo precedente non trovavano alcuna protezione giuridica. Rappresenta il primo testo nel quale i bambini e gli adolescenti vengono riconosciuti esplicitamente quali titolari attivi dei propri diritti. I principi che guidano la Convenzione sono l'interesse superiore del minore e la non discriminazione di bambini e adolescenti che pongono le basi per garantire poi tutti gli altri diritti di cui sono titolari. Essa prevede anche un meccanismo di controllo sull'operato degli Stati, che devono presentare a un Comitato indipendente un rapporto periodico sull'attuazione dei diritti dei bambini sul proprio territorio;

    il testo suddetto riconosce ad ogni bambino e adolescente il diritto alla protezione da ogni tipo di abuso, sfruttamento e violenza;

    nello specifico, l'articolo 19 prevede che «Gli Stati parti adottano ogni misura legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per tutelare il fanciullo contro ogni forma di violenza, di oltraggio o di brutalità fisiche o mentali, di abbandono o di negligenza, di maltrattamenti o di sfruttamento, compresa la violenza sessuale, per tutto il tempo in cui è affidato all'uno o all'altro, o a entrambi, i genitori, al suo tutore legale (o tutori legali), oppure a ogni altra persona che abbia il suo affidamento. Le suddette misure di protezione comporteranno, in caso di necessità, procedure efficaci per la creazione di programmi sociali finalizzati a fornire l'appoggio necessario al fanciullo e a coloro ai quali egli è affidato, nonché per altre forme di prevenzione, e ai fini dell'individuazione, del rapporto, dell'arbitrato, dell'inchiesta, della trattazione e dei seguiti da dare ai casi di maltrattamento del fanciullo di cui sopra; esse dovranno altresì includere, se necessario, procedure di intervento giudiziario»;

    l'articolo 34 stabilisce che «Gli Stati parti si impegnano a proteggere il fanciullo contro ogni forma di sfruttamento sessuale e di violenza sessuale. A tal fine, gli Stati adottano in particolare ogni adeguata misura a livello nazionale, bilaterale e multilaterale per impedire: a) che dei fanciulli siano incitati o costretti a dedicarsi a una attività sessuale illegale; b) che dei fanciulli siano sfruttati a fini di prostituzione o di altre pratiche sessuali illegali; c) che dei fanciulli siano sfruttati ai fini della produzione di spettacoli o di materiale a carattere pornografico»;

    sempre a livello internazionale l'Italia ha sottoscritto la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre 2006 e ratificata ai sensi della legge 3 marzo 2009, n. 18, il cui scopo è quello di promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti e di tutte le libertà da parte delle persone con disabilità. In tal senso nelle premesse della Convenzione gli Stati Parte riconoscono che le donne e le minori con disabilità corrono spesso maggiori rischi nell'ambiente domestico ed all'esterno, di violenze, lesioni e abusi, di abbandono o mancanza di cure, maltrattamento e sfruttamento;

    la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità all'articolo 4, comma 3, si precisa che nell'elaborazione e nell'attuazione della legislazione e delle politiche da adottare per attuare la Convenzione, così come negli altri processi decisionali relativi a questioni concernenti le persone con disabilità, gli Stati Parte operano in stretta consultazione e coinvolgono attivamente le persone con disabilità, compresi i minori con disabilità, attraverso le loro organizzazioni rappresentative;

    all'articolo 7 che riguarda specificatamente i minori con disabilità, gli Stati parte si impegnano a garantire, in tutte le azioni concernenti i minori con disabilità, che il superiore interesse del minore costituisce la considerazione preminente;

    all'articolo 16, gli Stati Parti si impegnano ad adottare una legislazione e delle politiche efficaci, ivi comprese una legislazione e delle politiche specifiche per le donne ed i minori, per garantire che i casi di sfruttamento, di violenza e di abuso contro persone con disabilità siano identificati, indagati e, ove del caso, perseguiti;

    la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in Italia nota come anche Carta di Nizza, solennemente proclamata una prima volta il 7 dicembre 2000 a Nizza, prevede per i bambini il «diritto alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere»;

    il Trattato di Lisbona ha inserito la promozione e la tutela dei diritti dei minori tra gli obiettivi dell'Unione europea, che sono, peraltro, sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, la quale invita le autorità pubbliche e le istituzioni private a rendere il rispetto dell'interesse superiore del minore un elemento fondamentale per la definizione e l'attuazione di misure ad hoc;

    nella XVII legislatura è stato emanato il decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 39, con il quale è stata data attuazione nell'ordinamento alla direttiva 2011/93/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2011, relativa alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile. Essa si pone l'obiettivo di ravvicinare ulteriormente le legislazioni penali degli Stati membri in materia di abuso e sfruttamento sessuale dei minori, pornografia minorile e adescamento di minori per scopi sessuali;

    già nella XVI legislatura, il Parlamento aveva approvato la legge n. 172 del 2012, di ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa del 2007 per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale (Convenzione di Lanzarote);

    anche se, a seguito di questi due recenti interventi, la legislazione italiana di contrasto della pedofilia e dello sfruttamento sessuale dei minori ha raggiunto un livello avanzato di tutela, non può non rilevarsi purtroppo che un impressionante numero di bambini – a cominciare da neonati di pochi mesi – subiscono esperienze di violenza, spesso causate proprio da chi dovrebbe prendersi cura di loro;

    a trent'anni dalla citata Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, il problema del maltrattamento e dell'abuso sui minori è un dramma che continua ad affliggere non solo i Paesi del «Sud del mondo», ma anche quelli con un elevato sviluppo socio-economico come l'Italia: lo ricordano dati statistici raccolti da realtà nazionali e internazionali e le cronache quotidiane che negli ultimi mesi sono state fitte di notizie;

    una bambina di sei anni il 7 ottobre 2018 è stata lanciata dal balcone di un palazzo di Taranto dal padre ed è rimasta in coma per un mese e mezzo; a gennaio 2019, a Cardito, in provincia di Napoli, un bambino di 7 anni è stato picchiato fino alla morte dal compagno della madre, mentre la sorella di 8 anni è stata ricoverata urgentemente in gravissime condizioni in ospedale per le percosse ricevute; una bambina di 22 mesi a febbraio 2019 è stata picchiata selvaggiamente, quasi a morte, dal compagno della madre a Genzano di Roma, perché piangeva troppo; a Frosinone ad aprile 2019 un bambino di due anni e mezzo è stato assassinato dalla madre, in quanto mentre stavano facendo una passeggiata vicino casa il piccolo si lamentava troppo; a Padova un bimbo di 5 anni a maggio 2019 è stato narcotizzato con dosi importanti di benzodiazepine dalla mamma per ucciderlo e intercettata dai carabinieri mentre era in auto con lui e bloccata prima di ucciderlo; a Novara sempre a maggio 2019 un bambino di 20 mesi è stato ucciso da «una violenza inaudita, non degna di un essere umano», come l'ha definita il procuratore di Novara Marilinda Mineccia, che ha disposto il fermo della madre e del compagno di lei; a maggio 2019 a Milano un bambino di 2 anni è stato picchiato fino ad essere ucciso dal padre; a Varese una bambina di dieci anni ha subito violenze dal padre mentre la madre assisteva alla scena;

    ai drammatici episodi appena citati, si aggiunge il caso di Bibbiano (Reggio Emilia) in cui è stato ricostruito un giro d'affari di centinaia di migliaia di euro finalizzato ad allontanare i bambini dalle famiglie di origine per collocarli in affido retribuito ad amici e conoscenti e sottoporre i minori ad un programma psicoterapeutico. Si consideri che tra gli affidatari risultano anche persone con problematiche psichiche e con figli suicidi. A ciò si aggiungono anche due casi di abusi sessuali presso le famiglie affidatarie e nella comunità, successive all'illegittimo allontanamento;

    molto spesso, intorno a minori vittime di violenza, si creano delle vere e proprie barriere di omertà in cui parenti, vicini e compagni di classe, pur essendo a conoscenza degli episodi di violenza, maltrattamenti e abusi, decidono di non denunciare l'accaduto alle autorità competenti. Pare quanto mai opportuno diffondere una coscienza collettiva che, anche di fronte al solo sospetto del fenomeno di violenza, maltrattamenti e abusi, conduca tutti i soggetti coinvolti ad attenzionare le autorità competenti;

    si tratta di un problema non solo educativo bensì culturale, sul quale è necessario intervenire attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione a livello nazionale, anche mediatiche, promosse dal Governo da inserire nella programmazione delle reti della tv pubblica (spot tv) e prevedendone la diffusione sui mezzi tradizionali (radio e stampa) oltreché sul web e social media;

    con il comma 482 dell'articolo 1 della legge n. 145 del 2018 (legge di bilancio 2019), si è introdotto il comma 1251-bis alla legge all'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, disponendo che il Ministro per la famiglia e le disabilità provvede alla razionalizzazione dell'Osservatorio nazionale per il contrasto alla pedofilia e della pedopornografia minorile, dell'Osservatorio nazionale sull'infanzia e sull'adolescenza e dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia, anche mediante il riordino dell'organizzazione e del funzionamento degli stessi;

    in tal senso, nelle more del riordino del sistema degli osservatori, si ritiene fondamentale riattivare i lavori condotti dall'osservatorio nazionale per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, dall'osservatorio nazionale sull'infanzia e l'adolescenza e dall'Osservatorio nazionale sulla famiglia come supporto rispetto al programma di azioni positive per contrastare la violenza nei confronti dei minori;

    la violenza ai danni dei minori costituisce un fenomeno, purtroppo, in larga parte ancora sommerso, soprattutto quando si parla di maltrattamenti in ambito familiare, ed è stato per troppo tempo sottovalutato nel nostro Paese. L'emersione del fenomeno è possibile solo favorendo strategie volte a spingere bambini e adolescenti a denunciare gli abusi;

    Telefono Azzurro ha reso noti i dati ricavati dalle richieste di aiuto di bambini ed adolescenti pervenute all'associazione nell'ultimo anno: la relazione rileva quasi 2.800 casi (oltre un quinto sono relativi ad abusi e violenze) gestiti dal servizio di ascolto e consulenza 1.96.96 per via telefonica e chat dedicata, con una media di quattro episodi di violenza al giorno;

    emerge, in particolare, che bambini e adolescenti sono stati coinvolti in situazioni di abuso fisico per il 32,8 per cento dei casi, di abuso psicologico (23 per cento), abuso sessuale (8,7 per cento), patologia della cura (3,8 per cento), testimonianza di violenza domestica (5,5 per cento) e fuori casa (0,6 per cento), dating violence (0,6 per cento);

    a livello globale – secondo il rapporto 2017 del Fondo mondiale per l'infanzia delle Nazioni Unite – tre quarti dei bambini tra i 2 e i 4 anni – circa 300 milioni in tutto – subiscono in casa aggressioni psicologiche e/o fisiche da coloro che se ne dovrebbero prendere cura; circa il 60 per cento dei bambini di un anno di età, nei 30 Stati per i quali sono disponibili tali statistiche, sono regolarmente vittime di un'educazione violenta: 1 su 10 viene schiaffeggiato o colpito sul volto, alla testa o sulle orecchie. Il 25 per cento dei bambini sotto i 5 anni –176 milioni in tutto – vivono insieme a una madre vittima di un partner violento. Circa 15 milioni di ragazze tra i 15 e i 19 anni sono state costrette a rapporti sessuali o altri tipi di violenza di natura sessuale nel corso della loro vita e solo l'1 per cento delle adolescenti che hanno subito violenza sessuale ha dichiarato di aver chiesto l'aiuto di uno specialista; nei 28 Stati in cui questi dati sono disponibili, mediamente il 90 per cento delle adolescenti che hanno subito violenza sessuale ha dichiarato che a perpetrare il primo abuso era stata una persona che la vittima già conosceva; ogni 7 minuti un adolescente viene ucciso a seguito di un atto di violenza;

    la scuola riveste sicuramente un ambito importantissimo per prevenire i maltrattamenti verso i minori e per trattare le successive fasi di convalescenza e recupero: infatti, le vittime rischiano di non riuscire a trovare interlocutori preparati ed affidabili all'interno delle aule scolastiche, sia prima del verificarsi della fenomenologia violenta, sia dopo, a violenza avvenuta, dove è fondamentale l'intervento di personale altamente qualificato;

    in particolare, sarebbe opportuno prevedere centri di ascolto scolastico e forme di aiuto e assistenza psicologica da parte di specialisti e una formazione adeguata di tutto il personale scolastico, ritenuto che è ancora oggi insufficiente la propensione di dirigenti scolastici e personale docente a segnalare alle autorità preposte fatti o comportamenti che possano essere riconducibili ad episodi di violenza consumata in ambito intrafamiliare;

    occorre porre definitivamente fine alle violenze sui minori, supportando gli sforzi dei Governi per sviluppare politiche volte a prevenire la violenza, attraverso programmi concreti quali i corsi sulla genitorialità e le iniziative idonee a far emergere la violenza domestica;

    inoltre, secondo le informazioni raccolte dall'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza nel 2015, la violenza assistita costituisce la seconda forma di violenza più diffusa: circa un bambino su 5 tra quelli maltrattati è testimone di violenza domestica intrafamiliare; sulla violenza assistita c'è ancora molto da fare perché è particolarmente sottovalutata, nonostante obblighi il minore ad assistere ad atti di aggressività, abuso e violenza di vario tipo rivolti ad altri membri della famiglia, adulti o minori, segnando il resto della propria vita con gravissime ripercussioni a livello emotivo, cognitivo, fisico e relazionale;

    oltre al rafforzamento dell'attività repressiva è altrettanto fondamentale prevenire il fenomeno e dotare i soggetti che hanno regolari contatti con bambini e ragazzi (nei settori dell'istruzione, della sanità, della protezione sociale, della giustizia, della sicurezza e della cultura) di un'adeguata conoscenza dell'abuso sessuale in danno ai minori, nonché dei mezzi per individuarlo e segnalarlo, come previsto all'articolo 5 della Convenzione di Lanzarote;

    appare ugualmente fondamentale provvedere affinché i condannati in via definitiva per reati sessuali in danno a minori, o per adescamento, siano interdetti dallo svolgimento di qualunque tipo di attività tale da comportare contatti diretti e regolari con bambini e ragazzi, come previsto dall'articolo 10 della citata direttiva 2011/93/UE relativa alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile;

    l'indagine conoscitiva sulle forme di violenza fra i minori e ai danni di bambini e adolescenti, in corso presso la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, sta affrontando la questione connessa alla diffusione della violenza fra i minori. Il fine è proprio quello di analizzare il contesto di violenza nel quale vivono i minori, e del quale, anche se non formalmente, finiscono per essere vittima. Le forme di violenza possono essere le più varie, fra queste una prima tipologia è rappresentata dalla violenza di carattere sessuale. Sotto questo aspetto viene in rilievo, in primo luogo, il fenomeno della pornografia minorile. La pornografia è una realtà che interessa i minori sotto un duplice profilo: da un lato, come vittime dirette, e quindi come pedopornografia ovvero come diffusione e circolazione di materiale erotico con bambini come oggetto; dall'altro come fruitori di materiale pornografico, in quest'ultimo caso i minori, trasgredendo divieti previsti dalla legislazione vigente, accedono a materiali vietati, con evidenti effetti negativi sul loro sviluppo psicoemotivo. A ciò deve aggiungersi che la diffusione della rete e degli strumenti ad essa collegati fra i più giovani (dai social network alle varie piattaforme tipo youtube/youporn) ha modificato e amplificato tali fenomeni, aumentandone anche la pericolosità. La pornografia e la pedopornografia virtuale costituiscono, insieme al cyberbullismo (fenomeno in relazione al quale la Commissione si propone di svolgere un'ulteriore apposita indagine conoscitiva), i cybercrimes più diffusi a danno dei minori, con ripercussioni preoccupanti sulla formazione e sullo sviluppo degli stessi;

    la legge di conversione del decreto-legge «sblocca-cantieri» ha istituito un fondo con una dotazione complessiva fino al 2024 di 80 milioni di euro finalizzato all'erogazione a favore di ciascun comune delle risorse finanziarie occorrenti per l'installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso negli asili nido, nelle scuole dell'infanzia, nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali a carattere residenziale, semiresidenziale o diurno, a tutela dei minori, nonché per l'acquisto delle apparecchiature finalizzate alla conservazione delle immagini per un periodo temporale adeguato. I sistemi di videosorveglianza, infatti, possono rappresentare un deterrente nel momento in cui i bimbi piccoli non possono difendersi e non possono riferire quanto accaduto;

    c'è una crescente presa di coscienza da parte del mondo scientifico sul problema del maltrattamento sui minori e un'aumentata pressione sui governi affinché adottino misure di prevenzione e di analisi degli impatti a lungo termine sulla salute dei minori e sui costi dei servizi sanitari e sociosanitari,

impegna il Governo:

1) a promuovere ulteriori iniziative tese al rafforzamento della prevenzione e del contrasto della violenza contro le persone di età minore, con particolare attenzione alle persone di età minore con disabilità, prevedendo un approccio sistemico, interdisciplinare e multilivello, dando seguito agli impegni assunti in sede di adesione all'Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030, alla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne e alla violenza domestica, alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia, alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, fatta a New York il 13 dicembre 2006, ratificata con legge 3 marzo 2009, n. 18 e alla Convenzione del Consiglio d'Europa sottoscritta a Lanzarote il 25 ottobre 2007;

2) ad assumere iniziative per rafforzare il coordinamento delle competenze istituzionali in materia di infanzia, adolescenza nonché di minori con disabilità, anche mediante la costituzione di un tavolo tecnico interdisciplinare permanente, per l'approfondimento e l'analisi delle dinamiche e delle cause del fenomeno della violenza sui minori;

3) a promuovere politiche educative e di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, degli operatori delle comunità scolastiche, dei medici e psicologi di base e delle famiglie, al fine di formare in loro una piena coscienza e conoscenza dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, incrementando negli stessi la capacità di riconoscere gli indizi di condotte abusive e violente, con particolare riguardo a quelle perpetrate ai danni dei minori con disabilità;

4) ad incrementare gli strumenti investigativi in dotazione alle forze dell'ordine per il contrasto dell'abuso sessuale in danno delle persone di età minore, con particolare riguardo alla realizzazione di tali condotte tramite la rete internet e i social network;

5) ad assumere ogni iniziativa, per quanto di competenza, per potenziare le attività dei servizi sociali, anche d'intesa con i comuni, nella formazione degli operatori sociali, nonché prevedendo servizi di sostegno psicoterapeutici per i minori di età che hanno subito violenza, in modo da favorire una maggiore protezione e prevenzione dei minori maltrattati e agevolando l'accesso a tali servizi ai minori stranieri non accompagnati attraverso i mediatori culturali;

6) a promuovere iniziative volte alla sensibilizzazione e alla formazione specialistica dei dirigenti scolastici, del personale docente e scolastico in generale e dei medici e pediatri di famiglia, al fine di agevolare, nel contesto scolastico e dell'assistenza sanitaria primaria territoriale, l'emersione degli episodi di maltrattamento e violenza domestica, anche assistita, in danno delle persone di età minore, con particolare riguardo alle persone di età minore con disabilità;

7) a rafforzare la banca dati interforze istituita con la legge n. 121 del 1981, allo scopo di disporre di informazioni aggiornate e dettagliate sul fenomeno, utili per predisporre politiche adeguate di prevenzione e contrasto;

8) ad assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a rafforzare e potenziare i controlli, all'interno del percorso di affidamento, delle case famiglia e dei centri per l'infanzia, anche con l'impiego delle autorità competenti, per verificare la qualità dei servizi e il benessere dei minori;

9) a proseguire nelle campagne di informazione e sensibilizzazione a livello nazionale in merito alla violenza sulle persone di età minore, nonché in campagne specifiche per il personale scolastico e socio-sanitario, e altresì presso i medici e pediatri di famiglia, finalizzate a promuovere la cultura della prevenzione contro ogni forma di violenza, maltrattamento e abuso nei confronti delle persone di età minore, con particolare riguardo alle persone di età minore con disabilità;

10) a favorire, per quanto di competenza, un rapido iter del disegno di legge AS 1200, già approvato dalla Camera dei deputati, che prevede interventi sul codice di procedura penale, anche con la finalità di assicurare la tempestività degli interventi a tutela delle vittime dei reati di maltrattamenti, violenza sessuale e lesioni aggravate commessi nell'ambito domestico e familiare;

11) ad assumere iniziative per avviare, nelle more del riordino del sistema degli osservatori previsto dalla legge n. 145 del 2018 (legge di Bilancio 2019), l'attività dell'Osservatorio nazionale per il contrasto alla pedofilia e della pedopornografia minorile, dell'Osservatorio nazionale sull'infanzia e sull'adolescenza e dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia;

12) a promuovere specifiche campagne di informazione e sensibilizzazione a livello nazionale, anche mediatiche, promosse dal Governo da inserire nella programmazione delle reti della tv pubblica (spot tv) e prevedendone la diffusione sui mezzi tradizionali (radio e stampa) oltreché sul web e social media;

13) ad assumere iniziative normative al fine di prevedere che i condannati in via definitiva per reati sessuali e maltrattamento in danno a minori, o per adescamento, siano interdetti dallo svolgimento di qualunque tipo di attività tale da comportare contatti diretti e regolari con bambini e ragazzi;

14) a valutare di assumere iniziative normative per l'inasprimento delle pene edittali per reati commessi in danno di minori;

15) a promuovere indirizzi di formazione specifica nel curriculum di studi della facoltà di medicina, nelle scuole di specializzazione di pediatria, radiologia, ortopedia, dermatologia, neurochirurgia, ginecologia; negli operatori sanitari negli operatori dei servizi sociali, del Sert; negli operatori della scuola, negli operatori delle forze dell'ordine, per riconoscere i segni e sintomi che fanno sospettare l'abuso in danno dei minori e dei minori con disabilità, in modo da effettuare interventi di prevenzione mirata con i bambini e con i genitori;

16) a valutare l'adozione di iniziative per prevedere strumenti di prevenzione per il sostegno alle genitorialità a rischio, soprattutto nella fascia 0-3 anni, nella quale troppi bambini possono restare fuori dal «radar» dei servizi pubblici obbligatori, al fine di intercettare situazioni di fragilità e intervenire prontamente nei casi di rischio e forte disagio per i minori;

17) ad adottare con urgenza il regolamento di attuazione della legge n. 4 del 2018, al fine di consentire alle vittime l'effettivo accesso ai benefici economici riconosciuti dalla normativa introdotta.
(1-00215) «Spena, Ascari, Bisa, Siani, Emanuela Rossini, Rostan, Bellucci, Gelmini, Marrocco, Versace, Calabria, Aprea, Bagnasco, Bartolozzi, Battilocchio, Bergamini, Biancofiore, Casciello, Cassinelli, Fatuzzo, Ferraioli, Fitzgerald Nissoli, Gagliardi, Giacometto, Labriola, Marin, Milanato, Mulè, Musella, Napoli, Novelli, Orsini, Palmieri, Pella, Pettarin, Pittalis, Polidori, Rosso, Rotondi, Ruffino, Saccani Jotti, Sarro, Sandra Savino, Scoma, Sozzani, Tartaglione, Siracusano, Maria Tripodi, D'Orso, Boniardi, Palmisano, Cantalamessa, Dori, Di Muro, Piera Aiello, Marchetti, Barbuto, Paolini, Businarolo, Potenti, Cataldi, Tateo, Di Sarno, Turri, Di Stasio, Giuliano, Perantoni, Saitta, Salafia, Sarti, Scutellà, Bologna, Boldi, Casa, Cavandoli, Fogliani, Grippa, Gobbato, Macina, Sportiello, Volpi, D'Arrando, Spadoni, De Filippo, Campana, Carnevali, Ubaldo Pagano, Pini, Rizzo Nervo, Schirò, Annibali, Mura, Di Giorgi, Gribaudo, Lorenzin, Gebhard, Schullian, Plangger, Fornaro, Lollobrigida, Meloni, Deidda, Ferro, Acquaroli, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Luca De Carlo, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Foti, Frassinetti, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Zucconi».