• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/00593 (4-00593)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00593presentato daPALAZZOTTO Erasmotesto diMercoledì 4 luglio 2018, seduta n. 21

   PALAZZOTTO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   un summit tra i capi di Stato e di Governo di Francia, Germania, Italia e i cinque Paesi del Sahel (Burkina Faso, Chad, Mali, Mauritania, Niger), tenutosi il 13 dicembre 2017, ha dato il via alla nascita della «coalizione Sahel», con l'obiettivo dichiarato di contrastare il terrorismo nella regione. Un'organizzazione operativa effettiva e reale, con un comando unico a livello regionale, per sostenere sul campo la forza G5 Sahel e l'Alleanza per il Sahel;

   il 17 gennaio 2018 la Camera dei deputati, riunita in seduta straordinaria dopo lo scioglimento, ha votato a giudizio dell'interrogante in fretta e furia, su proposta del Governo pro tempore, una risoluzione su una missione militare italiana in Niger. Sono trascorsi cinque mesi e ancora non è chiaro quale sarà il destino di questa missione;

   l'Italia avrebbe dovuto addestrare le forze nigerine che partecipano alla forza congiunta del G5 Sahel con un contingente di 470 uomini, 130 mezzi, 2 aerei, per un totale di poco meno di 50 milioni di euro di spesa prevista, così come hanno riferito il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale pro tempore Alfano e la Ministra della difesa pro tempore Pinotti alle commissioni parlamentari Difesa ed Esteri;

   la missione in Niger, che ha un interesse specifico pure per quello che riguarda i flussi migratori verso la Libia e verso il Mediterraneo, sarebbe dovuta servire anche per impegnarsi nel contrasto al traffico di esseri umani;

   nonostante la Ministra pro tempore Pinotti nel corso di un'audizione in Parlamento avesse dichiarato che fosse stato il Niger a chiedere all'Italia di essere presente con una propria missione, il 26 gennaio 2018 la stampa estera riportava la notizia secondo cui fonti interne al Governo del Niger confermavano che le autorità di Niamey non sarebbero state né consultate né informate. E il Governo nigerino avrebbe comunicato agli italiani di non condividere la missione italiana. Nel marzo e poi in aprile del 2018 il Ministro dell'interno nigerino Mohamed Bazoum e il Primo Ministro Mahamadou Issoufou hanno definito «inconcepibile» la missione militare italiana, ribadendo di aver appreso la notizia soltanto dai media e non da contatti ufficiali con le autorità italiane e chiesto un rallentamento nelle procedure di invio del contingente;

   risulta all'interrogante in questo contesto incomprensibile il ruolo dei 40 militari italiani già inviati in Niger con compiti di ricognizione. I militari italiani infatti sono accampati in una base statunitense, sprovvisti di armi e senza aver ottenuto reciprocità dall'esercito nigerino, che si sarebbe persino rifiutato di concedere il terreno per costruire l'annunciato campo base;

   l'intervento militare italiano in Niger si profila quindi come una missione «fantasma», partita male, proseguita peggio e finita in uno stallo diplomatico e politico. Un fallimento passato in sordina, che rischia di pregiudicare le relazioni diplomatiche tra i due Stati oltre a compromettere la reputazione internazionale del nostro Paese;

   preoccupa, inoltre, la condizione dei 40 militari italiani bloccati in Niger senza alcuna ragione, relegati in un aeroporto senza alcun accordo sullo status giuridico e operativo. Formalmente non possono neanche uscire dalla base (americana). Si tratta di una situazione che rappresenta una grave lesione della loro dignità –:

   se il Governo intenda rendere pubblico il contenuto di tutti i documenti e degli eventuali accordi relativi alla missione italiana in Niger;

   se non ritenga opportuno, alla luce della situazione attuale, richiamare al più presto i militari italiani dal Niger, vista la situazione di stallo in cui di fatto si trova la missione, a maggior ragione considerate le ripetute manifestazioni di contrarietà da parte del Governo nigerino.
(4-00593)