• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/03145 (4-03145)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03145presentato daBURATTI Umbertotesto diVenerdì 21 giugno 2019, seduta n. 194

   BURATTI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il telemarketing è l'attività di marketing effettuata tramite telefonate che permette alle società di contattare i titolari di un'utenza telefonica fissa o mobile per proporre prodotti, forniture o servizi. L'atteggiamento dei call center negli anni è diventato sempre più aggressivo; così, al fine di tutelare i cittadini dalla chiamate pubblicitarie indesiderate, sono state introdotte nuove misure in materia di protezione di dati personali;

   secondo quanto previsto dal Gdpr (General data protection regulation) regolamento (Ue) 2016/679 l'esercizio dei diritti in materia di protezione dei dati personali dovrebbe consentire all'interessato di conoscere chi tratta i suoi dati, le finalità e le categorie di dati oggetto del trattamento e il periodo di conservazione. E soprattutto dovrebbe essere possibile revocare l'eventuale consenso fornito alla ricezione di chiamate pubblicitarie;

   in Italia con la legge n. 5 del 2018 sono state introdotte importanti novità a tutela della privacy, prima fra tutte l'annullamento dei consensi precedentemente prestati per finalità pubblicitarie. Nonostante ciò, numerosi cittadini continuano a ricevere telefonate pubblicitarie indesiderate, sia su numeri di utenza fissi sia su cellulari, anche se hanno già manifestato la loro contrarietà. Sono numerose anche le segnalazioni ricevute dal Garante per la protezione dei dati personali e le sanzioni dallo stesso erogate nei confronti dei maggiori operatori commerciali;

   stando a quanto riportato da Il Tirreno nell'articolo del 13 maggio 2019 firmato da Ilaria Bonuccelli, in un anno ci sarebbero state 1.480 mail all'Urp del Garante contro il telemarketing aggressivo. Il 44 per cento dei reclami del 2018 riguardano chiamate, sms, mail indesiderate: circa 3.300 segnalazioni in un anno, 9 al giorno di media. Tutto questo disagio è dato dal fatto che manca ancora il regolamento attuativo che consentirebbe a 100 milioni di utenze non inserite negli elenchi telefonici di iscriversi nel registro pubblico delle opposizioni e di azzerare tutti i consensi dati nel passato;

   il 3 aprile 2019 il Garante per la protezione dei dati personali ha dato il parere allo schema di regolamento in materia di iscrizione e funzionamento del registro pubblico delle opposizioni sottolineando delle criticità e indicando delle modifiche per evitare il perpetuarsi di danni a scapito dei cittadini. Come si legge nell'articolo de Il Tirreno del 13 maggio 2019 lo schema di regolamento non rispetta la legge ed è uno scudo inefficace. Vari pericoli riguardano il modo in cui gli utenti dovrebbero esercitare il diritto di opposizione alle chiamate moleste e hanno a che fare con l'allegato delle categorie merceologiche, di cui non c'è traccia nella legge che indica che per i vecchi consensi a usare i dati per scopi commerciali basta l'iscrizione al registro pubblico delle opposizioni. Il regolamento, invece, subordina la revoca del consenso a due condizioni: il cittadino deve precisare le categorie merceologiche per le quali non vuole ricevere telefonate moleste; la revoca del consenso non scatta per le numerazioni legittimamente raccolte dall'operatore –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per tutelare i cittadini italiani e il loro diritto alla privacy dall'abuso della pratica del telemarketing;

   se il Governo intenda adottare iniziative per recepire le indicazioni del Garante per la protezione dei dati personali relativamente allo schema di regolamento;

   entro quali tempi il Governo intenda completare l’iter di competenza per l'emanazione del regolamento attuativo.
(4-03145)