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Atto a cui si riferisce:
C.5/02289 (5-02289)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 13 giugno 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-02289

  La società oggetto dell'interrogazione è attiva nella produzione e vendita di cemento ed occupa presso il sito di Spoleto 75 lavoratori. Nel corso degli ultimi anni, tuttavia, ha attraversato una serie di problematiche.
  In particolare, nel settembre 2016, la società ha aperto una procedura di mobilità per 21 lavoratori nello stabilimento di Spoleto. La vicenda è stata seguita dall'unità di crisi della regione Umbria unitamente al comune di Spoleto e si è conclusa con un accordo che prevedeva l'esternalizzazione di alcune delle attività ed il trasferimento di una parte dei lavoratori.
  Nel gennaio 2018, invece, si è conclusa l'operazione di acquisto di Cementir da parte di Italcementi (già dal 2016 parte del gruppo Heidelberg), determinando con ciò un nuovo scenario rispetto agli assetti europei nella produzione del cemento. In particolare sono stati acquisiti i cinque stabilimenti fra cui Spoleto oltre due centri macinazione ed un terminale per la movimentazione. L'operazione è stata accompagnata da un patto di non concorrenza ed un obbligo di non sollecitazione all'allontanamento delle maestranze per i tre anni successivi al closing.
  I vantaggi industriali che si sarebbero conseguentemente determinati furono illustrati, come comunicato dalla regione Umbria interpellata sulla vicenda, dall'AD di Italcementi in un incontro svoltosi al Mise il 10 ottobre 2017. Inoltre, come dichiarato dalla Regione, nel corso dei successivi incontri, svoltisi al Mise, l'azienda, pur in un quadro di criticità complessiva del settore, non ha mai rappresentato volontà specifiche sul sito di Spoleto.
  In questo contesto, il 28 febbraio 2019, l'azienda ha comunicato alle organizzazioni sindacali «l'intenzione di realizzare il trasferimento, alla società Spoleto Cementi s.r.l., del ramo di azienda costituito dalle attività di produzione e vendita cementi svolte presso lo stabilimento di Spoleto».
  Alla luce di questi eventi, anche in considerazione del fatto che nel frattempo l'azienda ha proceduto allo spegnimento del forno situato presso il sito di Spoleto, lo scenario industriale è completamente cambiato.
  Tutto ciò, inoltre, richiede un'attenta considerazione e una rivalutazione circa le prospettive dello stabilimento, anche alla luce degli impegni assunti da Italcementi negli anni scorsi.
  In questo contesto la regione Umbria ha avviato contatti con l'azienda e le organizzazioni sindacali convocando per il 22 Marzo, attraverso l'unità tecnica per la gestione delle crisi, un tavolo regionale.
  Tale unità di crisi regionale si è riunita nuovamente lo scorso 3 giugno. All'incontro hanno partecipato oltre ai dirigenti della Regione, rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria ed RSU aziendali, il Sindaco del Comune di Spoleto e la dirigenza del gruppo Colacem che recentemente ha acquisito l'azienda dalla Heidelberg.
  In esito all'articolata discussione circa le prospettive dell'azienda e del settore – che si inserisce in un contesto come quello di Spoleto caratterizzato da situazioni di crisi e dall'appartenenza all'area del cratere sismico – le parti hanno condiviso la proposta di aggiornamento del tavolo in attesa della formalizzazione da parte dell'azienda di un piano industriale di dettaglio rispetto alle prospettive operative dello stabilimento di Spoleto.
  La regione Umbria, inoltre, ha comunicato di aver richiesto un incontro al Ministro dello sviluppo economico al fine di valutare le problematiche connesse alla vicenda dell'azienda oggetto dell'interrogazione.
  Tengo a precisare, infine, che sebbene non sia stata ancora interessata la Struttura per la Crisi di Impresa del Mise, questo Governo si rende disponibile, come già successo in numerose altre occasioni, ad avviare un tavolo di confronto con l'obiettivo di valutare ed assumere tutte le iniziative istituzionali utili a definire un quadro di certezze ed un percorso in grado di garantire continuità produttiva ed occupazionale ad uno stabilimento che rappresenta una parte importante dell'intero sistema produttivo dell'area.