• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00410 (2-00410) «Elvira Savino».



Atto Camera

Interpellanza 2-00410presentato daSAVINO Elviratesto diVenerdì 7 giugno 2019, seduta n. 186

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:

   dal 2013 l'olivicoltura pugliese è in ginocchio, devastata dalla Xylella fastidiosa che in sei anni ha causato una riduzione del 9,5 per cento della produzione regionale di olio d'oliva, con una perdita – solo nelle ultime tre campagne – di 390 milioni di euro di mancata produzione;

   la vicenda della Xylella nel Salento è il frutto di errori e orrori politici, ad eccezione di pochi che purtroppo hanno solo potuto denunciare e chiedere insistentemente misure urgenti affinché si impedisse la diffusione del batterio e affinché venissero supportati gli ovicoltori e i vivaisti in ginocchio. Ad oggi non esiste ancora un modo conosciuto per eliminare la Xylella fastidiosa da una pianta malata in reali condizioni di campo. E per questo l'intera Europa può essere considerata a rischio;

   questo è il quadro che emerge dai due pareri dell'Efsa (l'Autorità europea della sicurezza alimentare) redatti sull'epidemia che ha devastato l'olivicoltura pugliese;

   le simulazioni effettuate dai ricercatori dell'Efsa hanno evidenziato che le aree maggiormente a rischio sono quelle nell'Europa meridionale con in primis l'Italia e che la variante della Xylella fastidiosa multiplex è quella che risulta avere le maggiori probabilità di stabilirsi nel nord Europa rispetto alle altre sottospecie;

   la lotta alla Xylella, sottolineano gli esperti dell'Efsa, è complicata dal ritardo con cui si manifestano i sintomi. In assenza di cure, il controllo degli insetti vettori e la corretta e tempestiva applicazione delle misure di emergenza attualmente in vigore a livello di Unione europea (taglio delle piante infette e di quelle suscettibili di infezione nel raggio di 100 metri) risultano quindi decisive. Si tratta proprio delle misure raccomandate da Bruxelles fin dal 2015 e che, purtroppo, tra ricorsi amministrativi e altre indagini giudiziarie in Puglia, sono state adottate con grande ritardo al punto da spingere lo scorso anno la Commissione europea ad aprire una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia;

   il batterio della Xylella fastidiosa non ha colpito in questi anni solo l'Italia;

   in un precedente atto di sindacato ispettivo, l'interpellanza n. 2-00078, l'interpellante chiedeva di procedere, senza ulteriori ritardi, per affrontare la fase di crisi economica degli agricoltori e dei vivaisti; di individuare ogni misura idonea a prevenire il fenomeno e curare gli ulivi e le altre specie di piante attaccate dalla Xylella fastidiosa; di attuare un piano di certificazione delle produzioni vivaistiche in grado di verificare tutte le produzioni, in modo da certificare l'assenza del patogeno prima di ogni movimentazione di materiale vivaistico e da evitare qualsiasi blocco di esportazioni;

   nonostante il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo si sia dichiarato fortemente determinato a fornire risposte concrete sul problema della Xylella fastidiosa agli agricoltori e si sia impegnato per la tutela di questo comparto produttivo in sede europea, ad oggi la situazione resta tragica e coinvolge non solo un'intera filiera ma tutto il tessuto economico e sociale di una regione che produce circa il 50 per cento dell'olio extravergine d'oliva italiano;

   si tratta di 21 milioni di piante infettate su quasi 800 mila ettari del territorio pugliese per un danno stimato di oltre 1,2 miliardi di euro;

   purtroppo, sta emergendo chiaramente l'avanzata della malattia, che sta investendo Brindisi, Gallipoli, Supersano, Maglie, con le aree adiacenti, fino ad arrivare a Lecce;

   dall'autunno 2013 la malattia si è dunque estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che ha avuto effetti disastrosi sull'ambiente, sull'economia e sull'occupazione della Puglia;

   le responsabilità sono molteplici, a partire da chi, e ci si riferisce alla forze di Governo un tempo «sbeffeggiavano» il fenomeno, definendo la Xylella una «bufala» e negando che vi fosse un nesso scientifico fra la Xylella e la morte degli ulivi. Oggi, queste stesse forze, per mero opportunismo politico, ad avviso dell'interpellante con una buona dose di ipocrisia e senza alcuna credibilità, cercano di ergersi a paladini in difesa degli ulivi;

   dopo anni di immobilismo dei precedenti Governi, regionale e nazionale, e ulteriori colpevoli ritardi, occorre fermare il contagio e sostenere gli agricoltori, stremati dalla burocrazia, nelle operazioni di espianto e reimpianto creando sistemi sostenibili nelle zone infette;

   dopo i ripetuti moniti dell'Unione europea e dopo il «decreto emergenze» con le misure e le risorse previste, seppur insufficienti ma comunque utili ad iniziare, adesso occorrono solo fatti concreti e non più parole –:

   se il Governo non ritenga di dover assumere ulteriori iniziative, con carattere di estrema urgenza, per dare una risposta al territorio e all'economia agricola pugliese;

   quali iniziative urgenti intenda concretamente porre in essere per evitare l'ulteriore diffusione del batterio;

   quali tempestive misure ad hoc intenda promuovere per i frantoi salentini per l'integrazione al reddito e quali iniziative economiche intenda adottare a supporto della «rottamazione» parziale e totale degli impianti di molitura.
(2-00410) «Elvira Savino».