• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/01754 D'ARIENZO, MALPEZZI - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Premesso che, a quanto risulta agli interroganti: "la scuola veronese perde 600 posti". Questo il...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-01754 presentata da VINCENZO D'ARIENZO
mercoledì 5 giugno 2019, seduta n.118

D'ARIENZO, MALPEZZI - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:

"la scuola veronese perde 600 posti". Questo il titolo apparso sulla stampa locale con riguardo alle problematiche relative al sistema scolastico della provincia di Verona;

la maggior parte delle prossime lacune, circa 312 unità, sono legate alle possibilità offerte dalla previsione normativa "quota 100";

in Italia, pare che oltre 35.000 unità del personale scolastico abbiano utilizzato le varie forme attualmente previste: "legge Fornero" (decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 211 del 2011), altre "finestre" pensionistiche ("Ape" sociale, "Opzione donna", pensione anticipata, raggiunti limiti di età dei docenti). Di queste, circa 13.000 sono conseguenti all'introduzione di "quota 100";

quanto accade a Verona conferma che questo strumento pensionistico, non coadiuvato da una programmazione adeguata di sostituzione dei pensionandi futuri, rischia di compromettere il regolare funzionamento dell'insegnamento scolastico e, quindi, la qualità del servizio;

a maggior ragione permane la preoccupazione in ragione del fatto che "quota 100" resterà in vigore fino al 2021 e, pertanto, anche nei prossimi due anni scolastici si creeranno le medesime situazioni;

non si può prevedere quante saranno le cessazioni in corso d'anno per motivi diversi dal pensionamento, quali sopravvenuta inabilità, dimissioni volontarie, decessi, sebbene, in genere, in Italia siano circa 2.000 all'anno;

per quanto concerne il reclutamento dei nuovi docenti, indipendentemente dal numero di cessazioni, le istituzioni scolastiche avranno enormi difficoltà a rimpiazzare i docenti in uscita e a dare stabilità alle cattedre che negli anni trascorsi erano occupate da personale supplente;

già oggi, e Verona ne è l'ulteriore prova, per diverse materie non si trovano insegnanti con la formazione e i titoli adeguati a occupare le cattedre di ruolo lasciate libere e vacanti;

per l'anno scolastico 2018/2019 il Ministero dell'economia e delle finanze aveva autorizzato 57.000 assunzioni a tempo indeterminato, ma alla fine è stato effettuato solo un terzo delle assunzioni;

per le restanti assunzioni non è stato possibile trovare il personale formato e neppure sarà possibile reperirlo per il prossimo anno, poiché non sono stati banditi concorsi per immettere in ruolo personale docente;

a Verona, come peraltro emerge dalla stampa, in assenza di docenti di ruolo, l'ufficio scolastico provinciale dovrà ricorrere ai precari delle graduatorie di istituto e, probabilmente, alla messa a disposizione di personale senza tutte le qualifiche necessarie;

pur in presenza di personale professionale e laureato, non può sfuggire che l'assenza per gli interessati del percorso formativo, peraltro previsto dal Governo Conte con la legge di bilancio per il 2019 (di cui alla legge n. 145 del 2018), può incidere sulla qualità dell'insegnamento e, quindi, sulle competenze che gli studenti dovrebbero maturare,

si chiede di sapere:

come il Ministro in indirizzo intenda garantire per le scuole veronesi la copertura delle cattedre vacanti e disponibili, assicurando la continuità didattica;

se a breve saranno avviate le procedure concorsuali per l'immissione in ruolo del personale docente e quanti di questi saranno destinati a Verona, al fine di consentire alla scuola veronese di non trovarsi nelle medesime condizioni anche per il futuro, attesa la vigenza per il prossimo biennio della "quota 100".

(4-01754)