• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/02978 (4-02978)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02978presentato daMURONI Rossellatesto diMercoledì 29 maggio 2019, seduta n. 180

   MURONI, FRATOIANNI e PALAZZOTTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   a due anni dalla firma, l'accordo Italia-Libia sulle migrazioni continua a favorire la detenzione nei centri libici di migliaia di uomini, donne e bambini in centri ufficiali e non, in condizioni disumane, come riportato da rapporti di Amnesty e dell'Onu, che sottolineano come anche i centri ufficiali sono gestiti dalle stesse persone coinvolte nei traffici e nella tratta di esseri umani;

   diverse sono le testimonianze, riportate dalle persone che riescono a raggiungere l'Italia, di continue torture e violenze sia nei centri ufficiali che non ufficiali, come riportato dai rapporti di Oxfam e Borderline e da Dossier Libia;

   il centro di detenzione di Tajoura, sito tra Tripoli e Garaboulli è uno dei centri ufficiali (https://www.globaldetentionproject.org) in cui vengono riportati indietro i migranti intercettati dalla guardia costiera libica (http://www.vita.it) che beneficia quindi anche della possibilità di aiuti e dove si distribuiscono kit e si fornisce assistenza sanitaria Helpcode, come riportato nel sito ufficiale (https://helpcode.org);

   in seguito ad una segnalazione ricevuta da Josi&Loni Project confermata da Dossier Libia e dai contatti di detenuti all'interno, in data 26 maggio 2019, le guardie del centro di detenzione di Tajoura hanno torturato con la corrente elettrica ed hanno fratturato le gambe ad uno dei contatti interni, di cui non si hanno più notizie da allora (https://dossierlibia.lasciatecientrare.it);

   a quanto riferito da altri detenuti, la causa delle torture sarebbe imputabile alle comunicazioni esterne dell'uomo con giornalisti, cui avrebbe rivelato che gli aiuti che giungono da Helpcode entrano in un traffico interno, senza mai raggiungere i detenuti; tale elemento è confermato dal fatto che i detenuti, secondo i racconti degli stessi, sono stati usati per scaricare i camion di Helpcode (in data 20 e 21 aprile 2019) nello spaccio del centro da cui le guardie di custodia hanno rivenduto i kit ad altre persone e dove vengono venduti anche gli oggetti personali dei detenuti –:

   se il Governo non ritenga necessario attivarsi immediatamente nei confronti della Libia, assumendo iniziative tramite i canali diplomatici, affinché:

    a) sia fatta piena luce in merito alla vicenda esposta in premessa;

    b) vengano messe in sicurezza le persone detenute nel centro di detenzione di Tajura;

    c) siano predisposti controlli adeguati, attraverso personale specializzato, relativamente all'uso dei metodi di tortura e della violenza;

    d) vengano ascoltate le persone detenute nel centro di detenzione di Tajura e condotte in luogo protetto a garanzia e tutela dei diritti della persona;

    e) vengano individuati strumenti idonei alla distribuzione dei kit e dell'assistenza sanitaria;

    f) si preveda l'invio di rappresentanti di organismi di tutela dei diritti umani;

    g) non vengano autorizzati spostamenti e successiva detenzione di persone nel centro di Tajura, poiché la documentazione in rete e le testimonianze raccolte evidenziano l'uso della tortura e trattamenti inumani e degradanti.
(4-02978)