• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/01696 NASTRI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che: secondo quanto risulta da un articolo pubblicato dal quotidiano "Il Sole-24 ore" il 16 maggio 2019, i piani...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-01696 presentata da GAETANO NASTRI
martedì 28 maggio 2019, seduta n.114

NASTRI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

secondo quanto risulta da un articolo pubblicato dal quotidiano "Il Sole-24 ore" il 16 maggio 2019, i piani individuali di risparmio (PIR), introdotti dalla legge n. 232 del 2016 (legge di bilancio per il 2017), creati come forma di investimento a medio termine, al fine di veicolare i risparmi verso le imprese italiane, e in particolare verso le piccole e medie imprese, a distanza di pochi anni, rischiano di rivelarsi una profonda delusione, anche a causa dell'accresciuta percezione di rischio finanziario, determinato dalla situazione d'incertezza politica ed economica presente in Italia;

i dati sulla raccolta non lasciano spazio all'ottimismo, in quanto dopo il successo registrato nel 2017 con 10,9 miliardi di euro e il parziale ridimensionamento del 2018 (poco meno di 4 miliardi di euro), e il dato pressoché piatto dei primi mesi del 2019, le stime sui flussi netti, secondo quanto rilevano numerose società d'intermediazione finanziaria, ammonteranno a poco più di un miliardo di euro per quest'anno, per attestarsi a 2,7 miliardi di euro nel 2021;

il primo quinquennio dei PIR si chiuderebbe pertanto con un asset di gestione per circa 20 miliardi di euro, allorquando poco più di un anno fa si pensava di raggiungere addirittura la raccolta complessiva pari a circa 68 miliardi di euro;

la frenata della raccolta rappresenta soltanto uno degli aspetti critici del fenomeno; l'altro è sicuramente lo scarso impatto che l'introduzione di questi strumenti finanziari ha esercitato sulle piccole e medie imprese italiane quotate, anche in relazione ai cronici problemi legati ai ridotti scambi dovuti alla scarsa fiducia nel mercato finanziario italiano;

ulteriori criticità che si rinvengono nel modesto interesse da parte dei risparmiatori italiani nei PIR sono relative alle misure contenute all'interno del decreto-legge n. 34 del 2019, cosiddetto decreto crescita, che prevedono l'introduzione dei PIR 2, con l'obbligo di investire una quota del 3,5 per cento di quanto raccolto nelle piccole e medie imprese quotate sul mercato AIM Italia (che raccoglie 103 piccole e medie imprese quotate, che hanno un giro d'affari di 4,3 miliardi di euro e capitalizzano 7,4 miliardi di euro) nonché un ulteriore 3,5 per cento in fondi di venture capital, imponendo di destinare il 7 per cento a strumenti illiquidi, determinando pertanto uno stravolgimento della natura di un fondo aperto;

il rischio derivante dalle condizioni complessive regolatorie e decisionali, che riguardano il futuro del mercato di PIR, rileva l'articolo di stampa, è che il prolungamento di tale fase di incertezza può determinare un aumento di perdite che potrebbero riflettersi sui risparmiatori, ma anche sulla reputazione degli intermediari finanziari che li propongono come forma di investimento;

a giudizio dell'interrogante, quanto in precedenza esposto conferma un quadro generale sconfortante in relazione all'incertezza politica causata dai livelli di conflittualità all'interno del Governo in carica, nonché dalle misure di politica economica, finanziaria e fiscale che l'Esecutivo ha introdotto sin dall'inizio, i cui effetti, anche nell'ambito specifico degli strumenti finanziari d'investimento per i risparmiatori e gli investitori, stanno determinando profonda incertezza nei mercati;

la necessità di rapidi interventi, finalizzati a detassare i PIR e a snellire il quadro di regole, in relazione al rispetto dei requisiti prudenziali di diversificazione e di liquidità previsti per i fondi PIR esistenti, tutti costituiti nella forma di fondi aperti, risulta pertanto, ad avviso dell'interrogante, urgente, al fine di innalzare i livelli di canalizzazione del risparmio degli investitori verso le piccole e medie imprese che continuano ad essere troppo dipendenti dal sistema bancario,

si chiede di sapere:

quali valutazioni il Ministro in indirizzo intenda esprimere con riferimento a quanto esposto;

se convenga in merito alle criticità richiamate e quali iniziative di competenza intenda introdurre, al fine di eliminare le incertezze e le difficoltà normative che si sono create nei riguardi dello strumento finanziario dei PIR.

(4-01696)