• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/01657 ORTIS, GALLICCHIO, ROMANO, PIRRO, RICCARDI, CASTALDI, ANGRISANI, LANNUTTI, GIANNUZZI, PRESUTTO, L'ABBATE, DONNO - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-01657 presentata da FABRIZIO ORTIS
martedì 14 maggio 2019, seduta n.112

ORTIS, GALLICCHIO, ROMANO, PIRRO, RICCARDI, CASTALDI, ANGRISANI, LANNUTTI, GIANNUZZI, PRESUTTO, L'ABBATE, DONNO - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Premesso che:

nulla ancora è stato fatto per risolvere l'ormai secolare questione della frana di Petacciato (Campobasso), una delle più grandi e pericolose d'Europa. Questione di rilevanza nazionale, poiché relata a tutte le infrastrutture di comunicazione della fascia adriatica coinvolte dallo smottamento (autostrada A14, strada statale 16, ferrovia "Adriatica");

la prima registrazione ufficiale della frana risale al 1906; da allora, è andata manifestandosi ben 16 volte. Si ricorda qui in particolare lo smottamento del 1996, giacché portò il Governo d'allora a istituire una commissione tecnico-scientifica, incaricata di studiare, in collaborazione con società Autostrade, Ferrovie dello Stato e Regione Molise, il fenomeno, e proporre un "progetto d'intervento di risanamento della frana" (ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 2438 del 15 maggio 1996);

le complesse, e di alto livello, operazioni di studio e monitoraggio della commissione durarono un lustro, concludendosi nel giugno 2002; i risultati furono quindi trasmessi, assieme a un progetto di interventi urgenti per la stabilizzazione del versante in frana, al Comune di Petacciato e alla Regione. Purtroppo, tale imponente lavoro, costato complessivamente 2.700 milioni di lire, non ebbe alcun seguito: nuove emergenze funestarono il territorio (terremoto del 2002, alluvione del 2003), distogliendo l'attenzione delle autorità preposte ai lavori di consolidamento che avrebbero dovuto finalmente aver luogo;

solo a seguito del grave smottamento del 2009 la Regione si ricordò di Petacciato; purtroppo, non degli studi della commissione. Decise quindi di intervenire per così dire alla cieca, mostrando di ignorare completamente le caratteristiche e la natura del fenomeno: vennero così spesi ben 2 milioni di euro per la realizzazione di inutili gradoni di terreno a valle del centro storico. Sei anni dopo, l'evento franoso del 2015, l'ultimo della recente serie storica, portò infatti alla loro distruzione;

nel frattempo, il 1° dicembre 2014, il Comune di Petacciato affidava a tecnici locali un nuovo progetto di sola "mitigazione" del rischio idrogeologico, per poi approvarlo soltanto 11 giorni dopo (delibera n. 153 del 12 dicembre); il costo per la sua realizzazione fu stimato in 12.400.000 euro;

due anni dopo, il 26 luglio 2016, fu firmato a Campobasso, tra l'allora presidente del Consiglio dei ministri e il presidente della Regione Molise, "patto per il Molise", nel quale furono previste opere di "consolidamento" idrogeologico del versante nord di Petacciato. Il totale di previsione di spesa fu di 44 milioni di euro, di cui 41 a valere su fondi del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: da quali atti e documenti progettuali furono derivate stime dei costi e modalità attuative delle opere è ignoto. Soprattutto, il finanziamento dilazionato comportò il declassamento di un intervento con caratteristiche di necessità ed urgenza ad uno di ordinaria amministrazione;

infine, nel 2018, al termine di una riunione tenutasi il 9 agosto presso la Direzione generale del Ministero, venne annunciata dalla stampa la nomina del presidente della Regione a commissario di governo per un intervento, ancora una volta, di sola "mitigazione" della frana secolare; ciò al fine di trasformare in definitivo un non meglio specificato progetto preliminare. I fondi ammonterebbero a 41 milioni di euro, 14 dei quali già stanziati per il primo dei quattro lotti previsti,

si chiede di sapere:

a quale progetto preliminare si faccia riferimento, da chi sia stato messo a punto, a seguito di quali indagini e studi, e se sia stato reso pubblico;

se i 14 milioni di euro ad esso destinati siano una prima parte del finanziamento di 41 milioni di euro a carico del Ministero citati nel patto per il Molise e come possano essere utilizzati per opere di "mitigazione", a parere degli interroganti di più che dubbia efficacia, dovendo tali fondi essere utilizzati per opere di consolidamento e risanamento;

se il Ministro in indirizzo non intenda attivarsi nelle sedi di competenza affinché sia dato compiuto seguito agli studi e ai progetti della commissione tecnico-scientifica del 2002, al fine di risolvere definitivamente e con cognizione di causa l'annoso problema.

(4-01657)