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Atto a cui si riferisce:
C.5/02088 (5-02088)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 9 maggio 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-02088

  Alla fine dell'estate 2017 il Governo italiano ha assunto l'iniziativa di finanziare la realizzazione di attività di assistenza a favore della popolazione dei centri per migranti gestiti dal Ministero dell'interno libico. L'iniziativa è stata disposta, con il consenso del Governo di Accordo Nazionale libico, con due delibere ministeriali dell'ottobre e del novembre dello stesso anno, e ha riguardato i centri di Tarek al Sika, Tarek al Matar, Tajoura, Khoms, Janzour, Al Seba (chiamato anche Aljudeida), Qasr Bin Ghashir, Bouslim, El Nasr, Al Jabal e le rispettive comunità ospitanti. Alle stesse delibere è stata data attuazione tramite bandi di gara dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) per ONG italiane, in partenariato con organizzazioni locali, per un importo complessivo di sei milioni e duecentomila euro per la realizzazione di progetti da destinare ad una popolazione di beneficiari stimata in circa 27.000 persone.
  Tali interventi si inquadrano in un approccio a beneficio dei migranti e delle comunità libiche che li ospitano e, in un'ottica ancora più ampia, si collocano nel complesso delle iniziative di sviluppo a favore dei Paesi di origine e di transito dei flussi migratori.
  La Cooperazione italiana non opera in Libia da sola, ma in sinergia e coordinamento con le principali agenzie ONU e organizzazioni internazionali presenti nel Paese – tra cui UNHCR, OIM, PAM, Croce Rossa Internazionale – e finanzia progetti che vengono realizzati da ONG italiane in partenariato con organizzazioni della società civile libica. È soprattutto grazie al forte impulso e alla continua azione di sensibilizzazione e di mediazione del Governo italiano, con il supporto concreto della nostra Ambasciata sul terreno, infatti, che le Nazioni Unite hanno ripreso ad operare in Libia, con particolare riferimento all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e all'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), che forniscono un'indispensabile assistenza ai migranti più vulnerabili. L'Italia continua ad insistere con il Governo libico, con i Paesi partner e con le Nazioni Unite affinché tutte le rilevanti Agenzie specializzate ONU tornino ad operare in Libia, inclusi UNICEF, Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e Programma Alimentare Mondiale.
  Gli interventi nei centri per migranti, per periodi limitati nel tempo, erano finalizzati ad andare incontro ai bisogni primari degli individui e a migliorarne le condizioni o sanitarie, nutrizionali ed igieniche, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili e in raccordo con gli altri attori umanitari (Agenzie onusiane e Organizzazioni della Società Civile internazionali). Al contempo, con tali interventi si intendeva rafforzare la protezione di coloro maggiormente colpiti dalle conseguenze del conflitto disincentivando, con la presenza di operatori umanitari, gli abusi.
  Più nel dettaglio, le attività nei centri sono consistite nella distribuzione di kit per l'igiene, materassi, coperte, cibo e indumenti; in limitati interventi di riabilitazione di latrine, docce, cucine; nella fornitura di servizi sanitari, sistemi d'acqua potabile e generatori, nonché nel supporto psicologico ai migranti. Gli operatori umanitari sono, inoltre, intervenuti per facilitare la registrazione anagrafica, l'eventuale ricollocazione e il rimpatrio volontario dei migranti in collaborazione con UNHCR e OIM. Gli interventi finanziati dalla Cooperazione italiana hanno riguardato anche la popolazione delle Municipalità libiche, ospitanti i centri per migranti, al fine di rafforzare soprattutto i loro servizi di base, le infrastrutture sociali, la sanità ed igiene, la distribuzione di acqua, le scuole primarie e la viabilità.
  Merita sottolineare come il mancato intervento degli operatori umanitari nei centri per migranti avrebbe comportato il netto peggioramento delle condizioni di vita dei migranti.
  Le iniziative sopra elencate sono state oggetto di monitoraggio da parte della sede AICS di Tunisi, conformemente a quanto previsto dalla legge, sia con la verifica delle risultanze documentali presentate dalle organizzazioni della società civile esecutrici in relazione agli stati di avanzamento del progetto, sia con incontri coi responsabili dei progetti, sia anche con visite sul terreno realizzate congiuntamente con l'Ambasciata di Tripoli, nel rispetto delle condizioni di sicurezza previste per gli spostamenti in Libia. Inoltre AICS, attraverso la partecipazione ai principali tavoli di coordinamento istituiti in loco dalle Nazioni Unite e dall'Unione europea, assicura un'ulteriore verifica sulla coerenza e complementarietà delle attività svolte dalle organizzazioni della società civile italiane con l'operato delle organizzazioni internazionali presenti in Libia.